Gist e Neos, le associazioni dei giornalisti di turismo: Covid-19 è il colpo di grazia per migliaia di professionisti che con cronache, reportage e inchieste informano ogni giorno chi si muove nel mondo. La petizione è aperta a tutti. L’appello e l’hashtag: #ripartiamodallinformazione.

 

Vacanze un tubo. Anzi, vacanze un virus.

L’informazione legata ai viaggi e al turismo svolge un delicatissimo ruolo di intermediazione tra ciò che accade nel mondo e chi viaggia: per lavoro, per necessità, per avventura e per diletto.

Il giornalismo italiano specializzato nel settore rappresenta – con il suo approccio interdisciplinare e la sua capacità di raccontare con fedeltà i fatti, di cogliere gli umori, di leggere i numeri, di interpretare e anticipare le tendenze, di osservare con occhio disincantato ed obbiettivo il pianeta, anche quello meno facile da raggiungere e meno facile da comprendere – un patrimonio di professionalità e uno strumento indispensabile per la conoscenza di quanto accade nei cinque continenti.

La mobilità e il viaggiare – non per turismo – costituiscono del resto da un quarto di secolo un fenomeno sociale globale. Ed un pilastro dell’economia nazionale.

In quest’ambito operano migliaia di professionisti che, dalle redazioni o in forma autonoma, con curiosità, intraprendenza e spesso coraggio operano quotidianamente da e per ogni angolo del mondo, assicurando all’opinione pubblica, attraverso la cronaca e il reportage, un flusso ininterrotto di notizie verificate e affidabili, strumenti imprescindibili in tempi in cui i confini tra informazione e propaganda si fanno progressivamente più labili e la verità dei fatti risulta sempre meno facile da individuare.

Da molto tempo, tuttavia, questa branca del giornalismo e l’editoria di settore a cui essa si appoggia, una galassia che include testate di ogni periodicità, tipo e taglio – outgoing, incoming, trade, economia del turismo, costume, reportage, tempo libero, vacanze, affari, cultura, natura, etc – attraversano un periodo di profonda crisi, acuito dall’involuzione generale della nostra economia.
Ciò ha condotto, in un decennio, alla chiusura di quattro quinti delle testate specializzate e alla soppressione delle rubriche dedicate ai viaggi su gran parte di quotidiani e periodici generalisti, radio, tv e web, con una massiccia perdita di posti di lavoro e una drastica contrazione del mercato libero professionale. Il risultato è uno stato di latente disoccupazione di centinaia di giornalisti. La riduzione dei budget e del gettito pubblicitario hanno prodotto infatti il prosciugamento delle redazioni e un’insostenibile riduzione dei compensi professionali, scesi spesso a livello simbolico.
Investito dalla violenza di Covid-19, tale già grave condizione di malessere sta ora trasformandosi in una malattia esiziale per l’intero comparto: lo conferma un recente sondaggio realizzato dal GIST su un campione significativo di oltre 200 giornalisti. L’emergenza coronavirus ha contratto il lavoro fino al 50% e per il 74% dei giornalisti. Secondo l’indagine, il calo è dovuto per il 43% alla sospensione di pagine di turismo e per il 20% al rinvio di servizi già realizzati su destinazioni ora chiuse.

Ma l’irreversibilità della crisi può rappresentare anche un’opportunità forse irripetibile per il ripensamento dell’intera filiera dell’informazione nel settore e per l’individuazione di “buone pratiche” che, nel generale riassetto dell’economia turistica post coronavirus, possano restituire a tutti i soggetti coinvolti, nel rispetto dei reciproci ruoli o funzioni di giornalisti, editori, operatori economici, una propria dimensione.

In quest’ottica è quindi indispensabile agire subito, anche per riannodare i fili della sintonia col mondo dell’indotto – agenzie, tour operator, ricettivo, ristorazione, vettori – e rilanciare, tra incentivazione e corretta informazione, le due componenti fondamentali dell’industria turistica nazionale: l’incoming, ovvero la “destinazione Italia” come nuovo baricentro strategico, e l’outgoing come “stile italiano” di viaggiare nel mondo.

Obbiettivi che possono essere raggiunti soltanto attraverso una strategia di rivitalizzazione degli investimenti e di innovazione del prodotto, anche giornalistico/editoriale.

Il turismo rappresenta circa il 13% del Pil italiano e il 6% dell’occupazione nazionale. Il settore abbraccia una rete articolata e complessa di decine di migliaia di imprese, per un valore di quasi 250 miliardi di euro.

I giornalisti italiani di viaggi e turismo, attraverso il loro manifesto, si uniscono quindi all’appello rivolto al Governo dall’intera filiera turistica italiana affinchè si fornisca al più presto un sostegno immediato alla categoria e si metta a punto un piano a medio-lungo termine che, rientrata l’emergenza, metta il comparto in condizione di ripartire con la fiducia e il dinamismo che l’hanno sempre contraddistinto.

 

ECCO LE RICHIESTE DEI GIORNALISTI DI GIST E NEOS:

 

– il MIBACT e l’ENIT si impegnino urgentemente in una campagna mondiale di promozione e marketing, per il rilancio dell’immagine e del brand Italia;

–  il Governo dia un sostegno economico immediato all’editoria turistica, sotto forma di finanziamenti a fondo perduto e/o defiscalizzazioni;

– i Presidenti delle Regioni si coordinino con il MIBACT per la promozione del Sistema Turistico Italia.

 

Per informazioni:

www.gist.it

www.neosnet.it