E’ Ovidio Mugnaini l’enologo il vincitore dell’edizione 2024 del premio intitolato al Maestro del Sangiovese e consegnato oggi durante “La Regina Ribelle” – Vernaccia di San Gimignano Wine Fest. Giochi del destino: il nonno di Ovidio era coetaneo e amico di Giulio.

 

Che potevo aspettarmi da uno che si chiama Ovidio?

Solo a sentir pronunciare il nome, mi tornavano in mente il liceo, le Metamorfosi, l’Ars Amatoria e i Tristia, i carmi scritti nell’esilio di Tomi, l’odierna Costanza rumena. Poi però, a pensarci bene, mi venivano in mente anche certi nomi aulici che spesso si trovavano in campagna e nei paesini sperduti attribuiti ai personaggi più impensabili: rammento Socrate il falegname, Gano il giornalaio, Genoveffa la fruttivendola, Azzurro il macellaio.

Poi a un certo punto, molto più di recente, scopro che a chiamarsi Ovidio è un ragazzone di Poggibonsi che non solo fa il vino, ma lo fa pure bene. E lo spiega a chi lo assaggia con un eloquio inarrestabile, che trasuda passione.

Stamattina infine, con grande sorpresa – ma soprattutto grande piacere per lui – ho scoperto che Ovidio Mugnaini, classe 1984, è nientepopodimeno che uno degli eredi di Giulio Gambelli, il mitico (e suo compaesano, di Poggibonsi!) maestro del Sangiovese. O meglio, è il vincitore dell’edizione 2024 del prestigioso Premio Gambelli, organizzato da noi di Aset e del gruppo IGP per premiare l’enologo under 40 che meglio di tutti abbia dimostrato di saper interpretare il modo di fare vino che fu di “Bicchierino“.

Coi propri vini Ovidio ha sbaragliato, in una degustazione alla cieca svolta da una giuria di giornalisti specializzati, una ventina di colleghi di ogni parte d’Italia e va a unirsi agli altri dodici enologi che dal 2012 ad oggi si sono assicurati la targa e l’assegno da 1.500 euro del premio.

Emozionatissimo, ricevendo il riconoscimento sotto gli affreschi della Sala Dante del comune di San Gimignano durante la giornata inaugurale de “La Regina Ribelle” – Vernaccia di San Gimignano Wine Fest, l’evento promosso dal Consorzio di tutela, Mugnaini ha riannodato i fili invisibili che, come un destino, hanno legato la sua vicenda a quella di Giulio Gambelli, coetaneo e amico di Ezio, il nonno di Ovidio: “Quando mio nonno, ex mezzadro, trovò il coraggio di fargli assaggiare il suo vino, Giulio gli rispose che i vini si dividono in buoni, buonissimi ed ottimi e che quello era ottimo. Ezio non stava nella pelle. Ho ereditato da mio nonno la passione per il Sangiovese e dedico questo premio a lui“.

Da Ezio del resto il piccolo Ovidio ha imparato a potare le viti ed a gestire le prime uve di Sangiovese e Trebbiano che arrivavano nella piccola cantina familiare, tuttora attiva e oggi guidata proprio da Ovidio. Una passione, quella per il territorio chiantigiano e l’enologia, che l’ha portato a diplomarsi all’istituto agrario di Siena e a laurearsi con il massimo dei voti all’Università di viticoltura ed enologia di Firenze. Dopo alcune esperienze in Trentino ed in Toscana, Mugnaini affianca all’azienda di famiglia il lavoro in Chianti Classico, in una prestigiosa realtà di San Casciano Val di Pesa, “La Sala del Torriano”. Qui inizia nel 2010 a collaborare come cantiniere, ma nel giro di pochi anni riceve crescenti responsabilità fino all’odierna direzione.

Un grande complimento ad Ovidio, dunque, e appuntamento all’edizione 2025 del premio Giulio Gambelli, che si terrà a febbraio 2025 durante la Chianti Classico Collection.