colpi d ascia

La vita, la professione e il mondo offrono quotidianamente ottimi motivi per arrabbiarsi. Qui una silloge di commenti sparsi: a base di vetro e sabbia, s’intende

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I MAGHI DELL'(OTTO)VOLANTE TURISTICO FIORENTINO

Nella mia quasi mezzosecolare esperienza di naufrago nei gironi danteschi del traffico fiorentino pensavo di averle viste tutte ma, ingenuo, mi sbagliavo.

Ieri pomeriggio, nell’ora di punta, quando i viali si riempiono di auto e motorini zigzaganti, ho assistito a questa cinematografica scena: un pullman lungo venti metri, parcheggiato in tripla (tripla!) fila sul lungarno davanti ad altre due (due) lunghe file di pullman, tenta di ingranare la retromarcia per infilarsi in un posto liberatosi in seconda fila, come farebbe un qualsiasi pensionato con la Panda dopo ore di peripli per andare un attimo in farmacia.

Considerate le dimensioni del mezzo, lo sbraccio laterale necessario per compiere la manovra era di almeno altri venti metri, che perciò sono andati a invadere cinque delle residue corsie di marcia ingombre di traffico  marciante nella direzione opposta. Praticamente un blocco stradale da film americano.

Lascio immaginare l’ingorgo surreale che ciò ha provocato (e vi giuro che, oltre che strabiliante, visto di persona era anche peggio)

E poi ci si domanda perché la gente, al volante, s’incazza.

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STORIE D’ORDINARIA CORRIERÌA

Tutti i fedeli dileggiatori delle mie disavventure coi corrieri saranno lieti di leggere un nuovo episodio della saga. Stavolta però ben me ne incoglie, vista la possibilità grazie ad esso offertami di garantirmi finalmente un testimone diretto dello scandaloso disservizio. Che anzi è la sua vera vittima, ossia il malcapitato mittente.
La quale dal 15 aprile scorso cerca in ogni modo di farmi consegnare a casa un pacco scelleratamente affidato al più corrivo, menzognero, lavativo corriere d’Italia, plurirecidivo, da me ripetutamente minacciato di rappresaglie. Un pericoloso millantatore, un vizioso mentitore e un calunniatore professionale.
La povera ragazza ha dovuto infatti sorbirsi decine di balle circa la mia presunta irreperibilità e circa inesistenti tentativi di consegna (alcuni dei quali, secondo loro, messi in atto praticamente in diretta, cioè mentre ero a casa a scambiare messaggi col mittente. Tentativi asseriti dal marrano senza alcuna prova e, si capisce, mai effettuati).
Alla fine del giro, oggi, 2 maggio, l’infelice si vede ritornare il pacco a domicilio.
Lei è senza parole. Io le avrei, ma è meglio che taccia.
Per decenza non posso fare il nome dell’azienda di trasporto. Mi limiterò a dire che comincia per G, finisce per S e il nome è molto corto.
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SOMMESSO SUGGERIMENTO ALL’UFFICIO STAMPA

Caro/a collega,
che con indefessa applicazione ti ostini a inviare massivamente comunicati stampa scrivendo appunto all’oggetto “comunicato stampa”, senza indicare l’argomento e senza neppure riportarlo nel corpo dell’email o nel titolo dell’allegato, a sua volta nomato solo “comunicato stampa”, obbligandomi così ad aprire prima il messaggio e poi l’allegato medesimo, ti faccio due domande e ti do un amichevole consiglio.
Prima domanda: ma fai così perchè ti piace regalare al destinatario il piacere del thrilling, come fanno i giocatori di poker che scuotono per minuti le carte per prolungare l’attesa della scoperta di avere in mano una doppia coppia, o c’è un’altra più oscura ragione?
Seconda domanda: di preciso, quanto del tuo prezioso tempo (a discapito del mio, però) risparmi evitando di indicare l’oggetto della mail, l’argomento dell’allegato e il titolo del comunicato?
Suggerimento: esistono molti modi per farsi mandare a quel paese, ma quello che hai scelto è il più efficace. Dammi retta: non smettere!
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DEL VANILOQUIO SUL VINO (ED ALTRO)

Consapevole che, con quanto sto per scrivere, mi farò qualche ulteriore miliardo di nemici, mi sento di affermare con assoluta certezza che il livello di vaniloquio raggiunto su ogni tipo di media in materia di vino nelle più variegate accezioni e spigolature, cibo, chef, ristoranti, mixology, ape-qualcosa e relative mascherate con divise d’ordinanza ed ebeti col calice in mano è giunta un livello tale di imbecillità e di intollerabilità da indurmi quasi, pur di evitare ulteriori supplizi alla mia pazienza, a diventare astemio.
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CERTE MATTINE DI CERTE NOTTI

C’è stato un tempo in cui “certe notti indimenticabili” (cit.) mi hanno insegnato molto. Oggi, quelle stesse notti mi ricordano sempre più spesso quanto imparato allora e quanto tutto abbia un inizio e una fine, i cicli si chiudano, ogni cosa abbia una scadenza, sebbene spesso non segnalata sulla confezione.

C’è chi la chiama saggezza, ma a me sembra solo una clessidra con la parte alta rimasta scarsa di sabbia.

Qualcuno scriveva di sentire la giovinezza come una corda ancora in grado di reggere lo sforzo. Se ciò è vero, allora anch’io mi sento giovane. Solo che comincio a chiedermi se, di reggere quel peso, valga ancora la pena.

E lo dice pure il mio medico, quando mi avvisa di stare attento a non prendermi un’ernia.

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ENOICHE PRECI…

…e umana solidarietà necessitano a beneficio dei poveretti costretti, a 48 ore dalla chiusura della fiera, a inviare proclami trionfali in forma di comunicato stampa sulla partecipazione di aziende e istituzioni al Vinitaly 2024.
Sono invece esentati dal beneficio coloro i quali, sollecitati a seguito dell’interesse suscitato da un precedente comunicato e richiesti di notizie di approfondimento, con autentico colpo di genio ti reinviano il comunicato medesimo.
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ENCOMITALY.

In attesa di relazione dettagliata, ecco la mia top two dell’edizione 2024 del Vinitaly:

1) il servizio dei ragazzi al bar dell’ufficio stampa: bravissimi, simpatici, efficienti;

2) la navetta Bra – fiera – Bra: FE.NO.ME.NA.LE (lo so che arrivo dopo la banda ma le ammissioni di colpa valgono doppio).

Il resto a poi.

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UN ABBRACCIO SOLIDALE…

…a tutti i poveri uffici stampa e pr che, a 36 ore dall’inaugurazione del Vinitaly, vengono pressati da clienti scellerati a inondare i giornalisti di comunicati e inviti quando ormai le agende, più che piene, sono esplose.
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FIRENZE: L’ISOLA CHE (FORSE) CI SARA’

Non seguo la politica e non vivo a Firenze, quindi le imminenti elezioni amministrative nel capoluogo toscano mi interessano solo come fatto di costume e perchè, per lavoro, frequento molto quella città, quindi ne conosco profondamente le vicende e i problemi.
Detto questo, speravo di aver capito male quando ho letto che un candidato a sindaco – nel caso, la piddina Sara Funaro – ha acceso le polveri della campagna elettorale con una proposta che non so come definire: surreale? Grottesca? Sbalorditiva? Deprimente?
La proposta è questa: costruire un’isola posticcia in mezzo all’Arno, galleggiante, raggiungibile attraverso passerelle agganciate alla sponda sinistra, quella dell’Oltrarno, e – bontà della proponente – facilmente rimovibile in caso di “rischio piena”, subito a monte del ponte Vespucci, quello che separa il centro storico dal parco delle Cascine. Sarà accessibile da maggio a settembre e “ospiterà eventi e favorirà aggregazione”, fa sapere la candidata.
Ora, io, boh!
Già oggi Firenze è una via di mezzo tra un gigantesco luna park, un mangificio di dimensioni industriali e un gorillaio 24/7 di turisti in prevalenza ghiozzi, per non parlare del sudicio, gli ubriachi e la delinquenza.
Con tutte le grane che esistono, mi pare masochista fare promesse elettorali con questo tasso di demagogia.
Ci ha pensato già Dubai a fare ridicole isole artificiali per tamarri internazionali, dando il via a mode architettonico-turistiche ormai dilaganti nel pianeta.
Che anche Firenze voglia contribuire a questa deriva è onestamente incredibile.
Ah, dimenticavo: sempre se non ho capito male, l’isola dovrebbe chiamarsi Arnia, come quella delle api a cui costruttivamente si ispirererebbe e ovviamente come il fìume su cui dovrebbe galleggiare.
Anche su questo vorrei dire cosa penso, ma ho finito gli aggettivi.
Un'isola galleggiante sull'Arno a Firenze: ecco il progetto lanciato dalla candidata sindaco Sara Funaro
corrierefiorentino.corriere.it
Un’isola galleggiante sull’Arno a Firenze: ecco il progetto lanciato dalla candidata sindaco Sara Funaro
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L’ANNUNCIO DELL’ANNUNCIO

Cosa non si fa per sperare di strappare due righe sulla stampa, confidando nell’ovvio e nella negligenza di redattori distratti o incapaci.
L’ultima è questa: c’è un tizio che con un comunicato mi annuncia che nella tale occasione annuncerà una novità che già esplicita nel comunicato medesimo, vanificandola.
Forza e coraggio.