Graspo, l’ente di promozione sociale per la Ricerca Ampelografica, Salvaguardia e Preservazione dell’originalità e biodiversità vinicola, pubblica il secondo librone dedicato ai guardiani (quorum ego) dei vitigni-reliquia italiani: 25€ spesi benissimo!

 

Siccome – ovviamente – non è bello recensire un libro in cui si parla (anche) di te, me ne asterrò.

E parlerò invece del progetto fantasmagorico dal quale il libro, oltretutto il secondo della serie, nasce: tre pazzi enologi in pensione, ma vispi assai, che, travolti dalla passione e dal tempo libero, nel 2020 si mettono a girare l’Italia a loro spese in cerca di vitigni rari o dimenticati e di chi, con pazzia pari e a volte superiore alla loro, li coltiva. “Ma i vitigni li adottiamo – precisano i tre, ovvero Aldo Lorenzoni, Luigino Bertolazzi e Giuseppe Carcerierisolo se producono uve vinificabili“. Insomma, va bene la biodiversità, ma che almeno faccia brindare!

Il bilancio parziale è già da euforia etilica: oltre cento le microvinificazioni fatte nella sola vendemmia 2023, 15 i nuovi vitigni scoperti e più di 100mila km i percorsi su e giù per lo stivale.

E allora, dopo il librone “rompighiaccio” presentato l’anno scorso (“La biodiversità vinicola: i custodi, i vitigni, i vini“, ne parlai qui) ecco quello presentato all’ultimo Vinitaly: “100 custodi per 100 vitigni“, che racconta un centinaio delle più belle storie di conservazione del patrimonio ampelografico italiano. In pratica, una galleria di case histories su come, cosa e perchè, in ogni angolo d’Italia, i più variegati viticoltori si sono trovati, spesso involontariamente o inconsapevolmente e a volte invece per indefessa cocciutaggine o semplice voglia di sognare, a custodire in vigna, o in giardino, o addirittura sul terrazzo di casa uve rarissime, varietà uniche, tipologie perdute, o dimenticate, o date per estinte. Vitigni-reliquia, appunto.

Il volume – prefato tra gli altri da Attilio Scienza e Monica Larner – è perciò una miniera di aneddoti, di spunti e di motivi di riflessione, anche e anzi spesso serissimi, su questo incredibile patrimonio nazionale che alligna negli angoli più impensabili della campagna e ciò che, anche sotto il profilo socioeconomico, o perfino strettamente culturale, esso comporta: un esercito di commilitoni i quali, combattendo il più delle volte una propria battaglia individuale l’uno all’insaputa dell’altro e mescolando determinazione, ironia e un po’ di sano fatalismo, si dedicano a una singolare guerra collettiva di resistenza vitivinicola.

L’associazione in cui tutto questo si è consolidato si chiama, non a caso, Graspo (come raspo in Veneto, vista l’origine dei fondatori), ossia Gruppo di Ricerca Ampelografica per la Salvaguardia e la Preservazione dell’Originalità e della biodiversità Vinicola, ed è ovviamente una APS, cioè organismo benefico di promozione sociale, che svolge  attività di utilità a favore di associati o terzi, senza finalità di lucro.

Un’impresa doppiamente benemerita, dunque.

Chiunque volesse acquistare il volume (grande formato, 320 pagine tutte con foto a colori, copertina cartonata con sovracoperta) può farlo compilando il modulo scaricabile qui e versando sull’iban IT72R0873259850000000774289 l’importo di 25,00 euro, che comprendono anche le spese di spedizione. Trattandosi di un’erogazione liberale, la somma è pure fiscalmente detraibile. Per chi invece volesse acquistare almeno 5 copie (magari per regalarle agli amici: io l’ho fatto!), la somma scende a 20,00 euro a volume. Una spesa ridicola per una bella avventura.

E comunque sempre grazie al dott. Paolo Storchi del CREA di Arezzo, senza il quale la mia personale avventura di “custode” non sarebbe mai cominciata.