Il Consorzio dà 4,5/5 stelle all’annata 2021, sugli scudi alle recenti degustazioni per le Anteprime Toscane. C’è attesa (e qualche patema legale) per le neonate “Pievi”, le UGA del Nobile. In coda, i nostri assaggi più convincenti.

 

Ho sempre avuto un debole per l’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano (quest’anno era la trentesima edizione e temo di averle seguite tutte o quasi), ma non solo perchè la città rapisce ogni volta per la sua bellezza. E nemmeno perchè, da sempre, questa relativamente piccola Docg (circa 1.100 ha di vigneti e 7 milioni di bottiglie, che però erano la metà nel 1994), rischia di fare, non solo nel calendario, la fine del vaso di coccio tra i vasi di ferro del vino toscano.

Quella del Nobile è infatti stata spesso una vita un po’ tormentata (i contenziosi con l’Abruzzo per via del nome, quella più recente con la Tenuta di Argiano di Montalcino per l’omonima Pieve, che è pure il nome di una delle dodici Unità Geografiche Aggiuntive, dette appunto “Pievi”, che dall’agosto scorso sono state riconosciute ufficialmente come nuova tipologia della denominazione accanto al Vino Nobile e alla Riserva e che esordiranno nel bicchiere nel 2025), con qualche problema di omogeneità stilistica che in passato non ha aiutato l’identità del prodotto.

Eppure, sia perchè da un po’ di anni il livello medio dei vini si è molto alzato, sia perchè il numero dei campioni in degustazione è sempre abbastanza contenuto (quest’anno erano in tutto 62, quindi nessuna maratona), l’appuntamento mantiene una sua agilità e piacevolezza, sebbene con un programma molto serrato per una sola giornata di lavori, considerati anche i convegni, i seminari, le visite alle aziende e i banchi di degustazione.

Come altrove, gli occhi di tutti erano puntati sul cambiamento climatico e i suoi effetti.

La sensazione, testando come sempre alla cieca tutti i vini presenti (Nobile 2021, Selezione 2021, Riserva 2020 e una ventina di etichette dal 2020 al 2016), è stata la stessa ricavata in occasioni precedenti: cresce la qualità media, ormai molto elevata, calano drasticamente  vini “eccessivi”, così frequenti anche nel recente passato, mentre la tendenza generale sembra spostarsi semre più verso prodotti più agili e freschi, godibili e leggeri. Una caratteristica riscontrata in quasi tutti i 2021 (annata a cui forse un po’ generosamente, il consorzio ha dato una valutazione di 4,5/5) e anche nelle Riserve 2020, vini comunque un po’ più plasmati sui diversi stili aziendali ma ben lontani da certe recenti opulenze. Un quadro che rende il futuro, con la diversificazione tra zone introdotta dalla tipologia “Le Pievi” e quindi la precisa volontà di valorizzare la territorialità dei vini, a dir poco stimolante.

Nota storica finale: risale al 1766 il primo documento che riporta l’appellativo “Vino Nobile”. Si trova nell’archivio dei Gesuiti di Montepulciano, oggi all’Archivio di Stato di Firenze. “Il termine – spiegano al consorzio – fu associato ad una tipologia di prodotto non del tutto nuova, ma rappresentò comunque una tappa fondamentale nel percorso enologico poliziano che vide protagonisti proprio i padri della compagnia di Gesù del locale collegio che ne furono gli artefici, dediti alla sperimentazione ed al commercio del vino, ma anche aperti al dibattito vinicolo ed in particolare della fermentazione, non solo locale dell’epoca“.

Ed ecco il dettaglio di quello che più mi è piaciuto:

 

Dei, Vino Nobile 2021

Colore coerente, dal naso pulito, con un bel frutto netto ma pacato, in bocca dà esattamente ciò che ci si aspetta: tipicità, veracità, vitalità.

Vannutelli, Vino Nobile 2021

Cromaticamente piuttosto scuro e caldo, anche al naso restituisce una nota matura, di bella compostezza ed ampiezza che continua al palato con invidiabile linearità e pulizia.

Manvi, Vino Nobile Arya 2021

Di colore molto classico, all’olfatto offre un frutto fragrante e pieno, maturo ma elegantissimo, mentre in bocca è profondo, corposo ed equilibrato, assai gastronomico.

Tenuta Trerose, Vino Nobile Santa Caterina 2021

Tono di colore scarico ma naso cangiante e caldo da frutto maturo, che ritorna anche al sorso: coerente, goloso, invitante.

Canneto, Vino Nobile Riserva 2020

Colore pieno, con un naso fragrante e vivido in bell’equilibrio, in bocca si apre in un gusto palpitante e polposo assai gradevole.

Tenuta di Gracciano della Seta, Vino Nobile Riserva 2020

Di colore granato scarico, spicca al naso per eleganza e sobrio bilanciamento per prolungarsi al palato con linearità tentatrice.

De’ Ricci, Vino Nobile 2020

Tonalità scariche per un bouquet finissimo, elegante, croccante e per una bocca di una delicatezza tutt’altro che banale.

Fassati, Vino Nobile Pasitèo 2020

Il colore sobrio rispecchia la bella trama olfattiva e un’intensità pulitissima che prosegue in bocca con profondità, sapidità, intensità.

Godiolo, Vino Nobile 2020

Colore caldo, naso sontuoso, ampio e ricco (forse troppo per essere un Nobile?) che si ritrova specularmente in bocca, comunque un gran vino.

Lombardo, Vino Nobile 2020

Colore pieno, all’olfatto è maturo, pronto, grande equilibrio e per uno stile molto “moderno, confermato anche al sorso.

De’ Ricci, Vino Nobile Selezione Soraldo 2019

Quasi esangue e dal profumo elegantissimo e tenue, è un Nobile un po’ atipico ma intrigante che anche in bocca spicca per finezza e profondità.