Nonostante la difficoltà di riunire e rendere fruibili alla stampa le “altre” (ben 17, pari al 40% dell’imbottigliato regionale) Dop e Igp toscane, anche l’ultima delle Anteprime ha funzionato grazie a una formula in percorsi e a un allestimento agile. In coda, i miei assaggi top.
A chi ha vissuto negli anni ’70 non sarà difficile ricordare “L’Altra Domenica“, il programma televisivo condotto da Renzo Arbore sull’allora riformata Rai Due. Era uno show di rottura, per i tempi. L’esatto opposto dell’istituzionale, compassato, familiare Domenica In della prima rete.
Quello di Arbore era uno show eterogeneo, scombiccherato, pieno di outsider dello spettacolo diventati poi famosi (da Isabella Rossellini a Milly Carlucci), rumoroso, caotico, cabarettistico e, in una parola, fresco: con tutti i pregi e i limiti che questo termine può evocare.
“L’Altra Toscana“, l’ultimo degli eventi delle Anteprime del vino Toscano da poco concluse, mi ha ricordato “L’Altra Domenica”.
Non solo nel nome, con la cronica e mai pienamente risolta necessità per gli organizzatori di racchiudere sotto un titolo unico ed efficace le denominazioni più diverse ed eterogenee della regione, senza dare però la sensazione o sollevare il dubbio che si tratti di realtà “minori” o meno importanti.
L’analogia è piena anche per la vivacità delle tante presenze, per le differenze profonde tra i territori in mostra, per la diversa “potenza” economica e la capacità mediatica di ognuno e naturalmente per la varietà dei vitigni e delle tipologie di vino prodotte. E mettere tutto sotto un solo cappello e un solo evento non è soltanto obbiettivamente difficile, ma pure complesso dal punto di vista della fruibilità: 350 etichette in degustazione e un ventaglio di diciassette Dop e Igp che comprendeva Maremma Toscana, Montecucco e Montecucco Sangiovese, Orcia, Cortona, Valdarno di Sopra, Terre di Pisa, Chianti Rufina, Terre di Casole, Grance Senesi, Montescudaio, Suvereto, Val di Cornia e Rosso della Val di Cornia, Carmignano, Barco Reale di Carmignano e Vin Santo di Carmignano e Toscana.
“Il sodalizio L’Altra Toscana, ad oggi, rappresenta ben il 40% dell’imbottigliato regionale”, ha spiegato, non a caso, Francesco Mazzei, presidente dell’Associazione (e del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, capofila del progetto), per tentare di dare un ordine di valori e un perimetro all’iniziativa, che rischiava oggettivamente di perdersi in quella Babele e di rappresentare un problema di orientamento per i tanti giornalisti presenti, il vostro cronista incluso.
L’operazione è in buona parte riuscita grazie a un ragionevole compromesso: il parterre delle etichette è stato offerto in degustazione libera oppure declinato in cinque percorsi tematici, territorialmente trasversali, ai quali poter attingere: “I Bianchi“, “Il Sangiovese“, “I blend di Sangiovese“, “Gli internazionali” e “Gli altri autoctoni“.
Per la detta eterogeneità, trarre conclusioni generali è difficile, forse impossibile. E sarebbe perfino ingiusto, oltre che arbitrario.
Ma l’utilità di avere a disposizione, in un unico luogo e in un unico servizio, un numero così alto di produttori ha permesso invece di fare, procedendo ragionatamente random, tante utili verifiche individuali.
Ecco infine qui sotto, as usual, le cose che più mi sono piaciute dei 49 campioni degustati.
– Baltea 2022 Valdarno di Sopra Pratomagno Doc, Campo del Monte.
Dorato con riflessi verdastri, al naso ricco di frutta matura e polpa di pesca, anche in bocca ha grande intensità e una dolcezza che resta tuttavia piacevole e non sconfina nello stucchevole.
– Vigna L’Aja Bruciata 2022 Maremma Toscana Vermentino Superiore doc , Rocca delle Macie.
Oro pallido, ll’olfatto è marcatamente varietale, di buona finezza e un accenno di ruffianeria che però non disturba grazie anche alla pulizia e alla sapidità in bocca.
– Cor d’Or 2022 Maremma Toscana Vermentino Doc, La Vigna sul Mare.
Paglierino, ha un naso screziato e cangiante con note marcate di pietra focaia e di salmastro, mentre al palato offre una sapida linearità.
– 100%100 Ansonica 2022 Maremma Toscana Ansonica Doc, Provveditore.
Colore dorato e olfatto marcato con intense note marine, sa mantenersi composto anche in bocca, dove rimane agile senza rinunciare alla personalità.
– Conte Antonio 2015 Toscana Rosso Igt, Tenuta Il Corno.
Di colore quasi impenetrabile, al naso è vitale con qualche non spiacevole nota terziaria, mentre al sorso emerge con un’ampiezza, una profondità e un equilibrio imprevedibili.
– Colorino 2020 Toscana Rosso Igt, Castello del Gabbiano.
Piuttosto scuro e un po’ velato, al naso presenza una bella fragranza varietale che si replica al palato con una generosità vivace ma non eccessiva.
– Oltreconfine Grenache 2021, Maremma Toscana Grenache Doc, Bruni.
Granato scarico, all’olfatto è molto varietale e sobrio, mentre in bocca affiorano la vitalità e una piacevolissima sapidità.
– Pietronero 2021 Maremma Toscana Cabernet Sauvignon Doc, La Vigna sul Mare.
Colore e olfatto tipici dell’attitudine maremmana e un po’ ingombrante del vitigno, il vino esplode al palato con un originale ventaglio di resina, macchia mediterranea, corbezzolo.
– 2021 Cortona Syrah Doc, Stefano Amerighi.
All’occhio violaceo cupo, all’olfatto è soavemente speziato ed elegante, mentre in bocca la marcata varietalità non sopraffà la gradevolezza e la compostezza.