La 31° edizione dell’anteprima del Gallo Nero ha coinciso con i 100 anni del Consorzio, il decennale della Gran Selezione, l’uscita ufficiale delle U.G.A., una congiuntura commerciale non favorevolissima e 773 vini in assaggio. Ecco cosa ci è piaciuto.
Quella del 2024 era la Chianti Classico Collection del centenario del consorzio ma, in attesa del big event dedicato del prossimo 14 maggio, la ricorrenza è stata celebrata sobriamente con serigrafie, coreografie e l’anteprima della mostra “Chianti Classico Century“, lasciando che come sempre fosse il vino il protagonista della manifestazione-monstre della Leopolda fiorentina (quest’anno – novità! – aperta per un pomeriggio anche al pubblico) con la possibilità di acquisto delle bottiglie. Era anche l’edizione (la trentunesima in totale) del decennale della Gran Selezione e la prima con le UGA, le Unità Geografiche Aggiuntive, riportate in etichetta dopo l’entrata in vigore del nuovo disciplinare nel luglio scorso.
Insomma c’era abbastanza carne al fuoco.
Comunque, diciamolo subito: organizzazione impeccabile, servizio idem e perfetta sintonia tra lo squadrone dei sommelier addetti alla mescita dei vini e la articolatissima (e dai meno smanettoni temutissima) app creata non solo per ordinare le etichette da assaggiare, con la possibilità di filtrarle per anno, tipo, vitigno, produttore, Uga, comune etc, ma anche per avere di ogni vino schede tecniche e ogni altra informazione.
Perfino il sottoscritto è riuscito a disimpegnarsi senza problemi.
Che altro dire? Bravi!
Le informazioni che il presidente Giovanni Manetti ha dato ai giornalisti sullo stato dell’arte della denominazione sono quelle che un po’ ci si attendevano: un Gallo Nero in buona salute, che nel 2023 sta risentendo delle difficoltà mondiali del mercato del vino. “C’è stata una contrazione dell’imbottigliato di -11% – ha spiegato – dovuta un po’ al previsto calo di produzione, un po’ alla crescita generale dei prezzi e al fenomeno del sovrastoccaggio di alcuni mercati-chiave, come quello americano. Diciamo una flessione più congiunturale che strutturale. Di contro, il prezzo medio del nostro vino, ossia la media tra le tre tipologie, è cresciuto di +7% sul 2022 e di +13% sul 2021. Solida la posizione della Riserva e della Gran Selezione, che nel 2023 hanno rappresentato circa il 42% della produzione e il 54% del fatturato“.
Sotto il profilo commerciale, il mercato italiano è quello che più è cresciuto, con una quota del 22% del totale: in pratica l’Italia è oggi, dopo gli Usa (35%), la prima piazza di sbocco del Chianti Classico. Seguono il Canada col 10%, il Regno Unito con il 7% e la Germania con 6%.
Poi c’era il resto: 773 (sette-sette-tre) vini Docg in degustazione tra Chianti classico, Riserva e Gran Selezione, dal 2022 al 2015, più 42 Vinsanto del Chianti Classico Doc, presentati da 211 aziende.
Impossibile non solo assaggiarli tutti, ma indispensabile fare dolorose scelte tipologiche.
Io ho optato per una maratona di Chianti Classico Riserva, il vino che da tempo apprezzo di più tra quelli del Gallo Nero, forte di una tipicità all’antica e al tempo stesso di una complessità assai verace. Così ho assaggiato, sempre alla cieca, tutte le etichette dell’annata 2021, tutte quelle della 2020 e, per mancanza di tempo, metà della 2019 e una decina di campioni random delle vendemmie dal 2018 al 2015.
Devo ammettere di non essere stato del tutto convinto, avendo riscontrato un aumento della qualità generale, a discapito però della personalità, e una certa tendenza all’omologazione in cui mi è parso di cogliere la volontà di avvicinare la tipologia a un certo gusto internazionale, a discapito della distinguibilità del Sangiovese.
Detto questo, non sono mancati gli assaggi più che buoni.
Eccoli:
RISERVA 2021
– Castello di Vicchiomaggio, Agostino Petri (90% Sangiovese, 10% Cabernet Sauvignon)
Bel colore rubino intenso, al naso è pulito e diretto ma di indubbio spessore e con un guizzo piacevole, in bocca ha corpo, sapidità, ciccia e agilità.
– Ricasoli, Brolio (100% Sangiovese)
Tonalità sobrie, naso vivace e complesso, frutto maturo che fa da specchio a un palato pieno, elegante, limpido.
RISERVA 2020
– Borgo Salcetino, Lucarello (100% Sangiovese)
Colore coerentemente scarico, al naso è fragrante, invitante, mentre in bocca colpisce per vivacità, brillantezza, lnghezza e un accenno di nota salina.
– Castello di Bossi, Berardo (100% Sangiovese)
Un vino che all’olfatto spicca per un’elegante compostezza che lo rende quasi sobrio, mentre in bocca ha l’equilibrio e la coerenza della tipicità.
– Complicità, Assolo (100% Sangiovese).
Il colore un po’ offuscato non nasconde nè i profumi croccanti, nè l’eleganza vivace, nè la riconoscibilità che emerge anche in bocca con qualche nota piaciona.
– Nardi Viticoltori (100% Sangiovese).
Le tonalità scariche fanno il paio con un naso un po’ esile, ma piacevolmente fruttato e sinuosamente floreale, mentre al palato è semplice, gentile e diretto.
– Principe Corsini – Villa Le Corti, Cortevecchia (95% Sangiovese, 5% Colorino).
Colore caldo e olfatto pulito, lineare, vivo e coerente, in bocca è sincero, preciso con personalità e una piacevole, appena accennata nota dolce.
– San Felice, Il Grigio (100% Sangiovese).
Rubino pieno, naso elegantissimo con bel frutto rotondo e giusta eleganza, rivela in bocca il piglio e la struttura di una Riserva all’antica, austera, bobusta e quasi accigliata.
RISERVA 2019
– Badia a Coltibuono (90% Sangiovese, 10% altri vitigni ammessi)
Di colore scarico ma con profumi profondi e nervosi, molto tipici, in bocca è generoso ma composto, ampio senza essere invadente, insomma giusto.
– Ca’ di Pesa, Burrone (100% Sangiovese)
Rubino opaco, gran naso complesso, screziato, cangiante per un vino pronto che si ripete anche al palato con bella coerenza e linearità.
– Cantalici, Baruffo (100% Sangiovese)
Toni caldi per i profumi ruspanti, a tratti scalpitanti e vigorosi del Sangiovese, che replica in bocca in una veracità molto coesa e gastronomica.
RISERVA 2017
– Castell’in Villa (Sangiovese 100%).
Bel colore all’occhio e frutto croccante al naso, complesso e ampio, mentre al sorso rivela una sontuosa ed elegante semplicità.
RISERVA 2016
– Fattoria di Lamole/Paolo Socci, Castello di Lamole (100% Sangiovese)
Toni caldi per un olfatto di bella profondità, eleganza ed equilibrio che si mantengono al palato con una pienezza e una rotondità invidiabili.
RISERVA 2015
– Fattoria di Montemaggio, Montemaggio (100% Sangiovese).
La nota appena aranciata precede una maturità piena, elegante e perfettamente godibile cui in bocca fanno riscontro una bella solennità e un gran sorso.