Inauguro questa rubrica estemporanea dedicata alle situazioni surreali che capitano in fiera.

 

1. Alle 10.30 di lunedì 15/4, ossia nel medio cronologico-proporzionale del Vinitaly, con straordinario tempismo arriva il comunicato stampa di un’azienda, scritto e accompagnato con toni burocratici degni di un verbale dei carabinieri o di un dispaccio ministeriale, che annuncia con un mese di ritardo il riconoscimento di un premio conferito all’azienda medesima in occasione di un’altra fiera. Di ufficio stampa alcuna traccia.

Canestro da tre punti.

 

2. Nulla di peggio dei convegni con tonitruanti pretese tecnico-scientifiche che poi si rivelano avvilenti ripetizione a pappagallo di spot pubblicitari e di passerelle per vari potentati. Appena ascoltata la lettura pedissequa di un depliant turistico. E appena sentito un trombone sindacale arrivato in ritardo che, compiacendosi dell’attorniamento di portavoce dall’improbabile abbigliamento, esclama: “Sono un catalizzatore!”. Giuro, l’ha detto davvero!

 

3. Lost in the flood of the fair. Come un’oasi individuo un info-point.
Io: “Buongiorno, potrei avere una mappa della fiera”?
Lei: “No, mi dispiace. Può fare la foto alla nostra. Oppure comprare il catalogo”.
Fine.

 

4. Il convegno ministeriale delle 17, in una fiera che chiude alle 18, comincia con tale ritardo che i casi sono due: o metà dei relatori non parla e viene cacciata dagli steward, oppure tutti restano chiusi dentro e bivaccano fino a domattina, scassinando gli stand per bere i vini pregiati lì custoditi.
Io sono scappato prima.

 

5. Mentre seduto sulle scale di un monumento del centro storico aspetto meditabondo di andare a cena, si avvicina un suvvone in chiara ricerca di parcheggio. Davanti a me ce n’è uno, miracolosamente libero ed ampio, con vasto spazio di manovra.
Il tizio alla guida prima abbatte un monopattino a un metro buono dall’auto, poi fa liberalità al gommista di mille euro tondi pizzicando e facendo strisciare con grande stridore la gomma contro il marciapiede di pietra e infine, dopo un sussulto, cozza con violenza il paraurti del mezzo parcheggiato dietro.
Poi scende, controlla se ha danneggiato lo specchietto retrovisore e se ne va.