Sarà semplice invidia, sarà cultura del sospetto, sarà forse solo cronica incapacità di capire ciò che succede e ciò che si legge: ma resta il fatto che accanto ai moltissimi “fans” che ha raccolto in questi mesi (grazie!), www.alta-fedelta.info si ritrova anche un numero, ristretto ma tenace, di oppositori, maldicenti, diffamatori. Si limitassero a criticare, anche aprioristicamente, ciò che scrivo, li rispetterei quanto e più degli altri. Costoro però, anzichè mostrarsi, insinuano, alludono, sparlano. E ci accusano. Di cosa? Ad esempio di “fare pubblicità”. Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere. Ma siccome il sottoscritto non è uno che porge l’altra guancia, ecco due paroline a quello sparuto gruppo di furbetti che si crede anonimo e invisibile solo perchè, come Stanlio e Ollio, nasconde la testa sotto alla sedia. E finisce così per prendere una bella pedata (eufemismo) nel sedere.

Link: “Lester Bangs e William Miller in Quasi Famosi: ‘onesto e spietato’

Mettiamola giù subito, dura e chiara: www.alta-fedelta.info non è un blog. O meglio, non è solo un blog. E’ una blog-zine, una rivista sotto forma di blog, insomma un mezzo giornalistico a tutti gli effetti, con gli onori, gli oneri e gli obblighi legal-deontologici connessi (vedi anche la sezione “chi sono e perchè sono qui“).
Chi mi conosce sa che posizione ho su certe commistioni tra pubblicità e informazione. Chi non mi conosce, spero se ne sia fatto un’idea leggendomi. La prima evidenza appare da una circostanza ovvia: come è facile verificare, Alta Fedeltà non ospita banner nè inserzioni pubblicitarie. Potremmo farlo, se tenessimo ben distinte le due cose. Ma, proprio per evitare equivoci, finchè potremo ciò non accadrà.
Il problema tuttavia, è chiaro, non riguarda la reclame esplicita, ma quella occulta. Quella che qualche poveretto, con tutto il rispetto per i poveretti, ha creduto ad esempio di individuare nella segnalazioni che ho fatto della guida internazionale agli olii extravergini o di alcune manifestazioni, oppure nella recensione di alcuni libri.
Ometto di indagare (o meglio di riferire, perchè molto già so) sulla disinvolta attività borderline svolta da tanti pseudocolleghi a cavallo tra informazione (poca) e commercio (tanto e nemmeno dichiarato), gli stessi che si permettono di malignare sul sottoscritto.
E dichiaro pubblicamente e ufficialmente che:
1) ciò di cui si parla su www.alta-fedelta.info è frutto unicamente di mie autonome scelte giornalistiche;
2) tali scelte sono dettate solo dall’individuazione di fatti, notizie, eventi da me ritenuti meritevoli di essere trattati nell’interesse dell’informazione;
3) ogni notizia è verificata, soppesata, trattata con terzietà e oggettività;
4) soprattutto non esiste alcun “ritorno”, scambio, vantaggio, convenienza nè diretto nè indiretto tra chi scrive, chi è descritto e/o l’oggetto dei miei post.
Sfido chiunque avesse le prove del contrario prima a tirarle fuori, poi ad assumersene la responsabilità e infine a denunciarmi agli organi competenti sia professionali che civili. Ovvio che costui debba aspettarsi una mia reazione. La quale (conosco me stesso) non sarà tenera nè debole. Sono stato più volte querelato e ho sempre vinto. Ho anche controquerelato e ho vinto lo stesso. Non perchè io sia un drago o abbia un avvocato formidabile (peraltro ho anche quello), ma per il semplice motivo che, avendo ragione, è facile vincere le cause e mettere a tacere maldicenti e calunniatori.
Il fatto è che il mondo, compreso quello giornalistico, è pieno di mediocri. Di gente che cova rancore verso i colleghi non tanto e non solo perchè questi raggiungono posizioni più alte o fanno una carriera migliore, ma per la banale constatazione della superiorità altrui che il mediocre si rifiuta o non riesce a riconoscere.
Il mediocre, spesso, non ha nemmeno l’intelligenza di capire che le qualità del prossimo possono benissimo essere non presunte ma reali, cioè frutto delle sue capacità innate e non di spinte, raccomandazioni, opportunismo o buona sorte. Nè egli comprende che il bagaglio professionale capace di farti prevalere o primeggiare è sovente il portato di studi, esperienze lunghe e formative, buoni maestri, onestà intellettuale, buona cultura, nonchè di una vita vissuta in modo professionalmente onesto e scrupoloso. Quanto basta a fare di qualcuno quel buon giornalista che il mediocre non sarà mai.
Francamente, non so se appartengo alla categoria dei mediocri, buoni o bravi giornalisti. Lascio che a giudicarlo siano i miei lettori. So invece per certo che appartengo alla categoria delle persone oneste. Oneste e, all’occasione, spietate. Proprio come nel link che trovate in apertura. Una grande lezione sul rock and roll e sul giornalismo.
I mentecatti, le spie e gli ipocriti sono avvertiti.