Frutto di un enorme lavoro di organizzazione, classificazione e assaggio, il volume (26 euro) “mette in riga” 650 etichette provenienti da 40 paesi in quattro continenti, proponendosi come un vero e proprio “viaggio nel pianeta olio”, con una classifica dei “Best 20” , 446 schede aziendali ed una per ogni realtà oleicola nazionale. L’aspirazione? “Divenire la “Bibbia” internazionale del settore (non a caso, infatti, la guida è in italiano e in inglese). E già si lavora per l’edizione 2011.

Marco Oreggia non è solo un bravo giornalista. E’ anche un uomo coraggioso. Perchè ce ne vuole di ardimento (e di pazienza) per mettere mano a un settore disorganizzato e disarticolato come quello dell’extravergine. Un prodotto che con il presunto “cugino” diretto, il vino, condivide in realtà solo l’origine (cioè la terra) e la natura agricola.
Il resto è un altro mondo. Perchè il mondo dell’olio, tanto in Italia quanto all’estero, non ha nulla della capillarità, della struttura, del “sistema” che sostiene, alimenta ed inquadra il comparto vinicolo. Quella dell’olio extravergine è una realtà viscosa e discontinua, con punte di estremo dinamismo ed altre di compassata ruralità.
Oreggia, tuttavia, ce l’ha fatta. Dopo aver curato per molti anni la guida dei migliori extravergine italiani ha deciso di fare tesoro dell’esperienza, saltare il fosso, diventare anche editore e buttarsi in quest’avventura imprenditoriale che punta al mercato internazionale delle guide e va in effetti a colmare un vuoto di cui – in un quadro di progressiva valorizzazione e diffusione del prodotto sul mercato globale – sempre più si avvertiva l’esistenza. Il tutto puntando da un lato sulle opportunità offerte oggi anche nel settore librario dall’e-commerce, dall’altro su quei potenzialmente fenomenali luoghi di aggregazione, degustazione e commercio che sono i frantoi e le aziende produttrici, dove sta nascendo una rete di “Flos Olei Point” destinati a costituire il tramite diretto tra la guida, il produttore e l’extravergine.
Tutto facile a parole, ma infernale da realizzare in pratica. Come ci ha spiegato direttamente lo stesso Marco Oreggia.

La prima domanda è spontanea: come hai fatto a raccogliere, gestire e assaggiare 650 campioni, di cui solo il 10% italiani? Gli olii ti sono stati inviati spontaneamente dai produttori? Chiunque era libero di inviarteli? O li hai richiesti te? In tal caso, con quale criterio?
Qualunque produttore è stato libero di inviarmi i propri campioni dal momento in cui è venuto a conoscenza dell’esistenza del nostro concorso oleicolo, che ha funto da evento guida per dare le mosse al tutto. In alcuni casi i produttori sono stati sollecitati da istituzioni, consorzi o esperti internazionali, che hanno contribuito a divulgare il progetto. In alcuni casi ho avvertito io stesso molti produttori dell’opportunità.
Gli olii segnalati sono una selezione o rappresentano la totalità di quelli assaggiati?
Sui circa tremila 3.000 campioni di olio che abbiamo ricevuto ne abbiamo scelti 626. Ai 446 migliori abbiamo dedicato una vera e propria scheda, mentre ai restanti 179 abbiamo dedicato una segnalazione in virtù della loro comunque elevata qualità. Dunque la scrematura c’è stata eccome. E’ stata dura.
Qual è stato il criterio di selezione?
Qualitativo, ovviamente. La selezione è stata fatta da un panel di esperti assaggiatori, tutti regolarmente iscritti all’albo. Gli assaggi sono stati fatti seguendo i criteri del COI, il Comitato Oleicolo Internazionale. Sono entrati in guida tutti gli oli che hanno ricevuto almeno 80 centesimi di punteggio.
Com’è stato organizzato l’assaggio? Non dev’essere semplice coordinare il tutto per tremila campioni.
L’assaggio avviene sempre mediante un panel piuttosto nutrito,cioè un gruppo omogeneo di assaggiatori professionali, in grado di dare un giudizio calibrato. Di questi, una parte assaggia la mattina e una parte il pomeriggio. Questa divisione è fatta in base alle esigenze dei singoli assaggiatori e alle loro attitudini personali, in modo che ognuno possa dare il meglio di sé. Il coordinatore, ovvero io stesso, è l’unico che ha assaggiato tutti i campioni pervenuti. Organizziamo gli assaggi in base agli oli che mano mano arrivano. Volta per volta posso decidere di assaggiare insieme al panel una batteria di oli dividendoli per tipologie varietali, zonali, di denominazione; oppure dividendoli per provincia, regione o nazione.
Come sono stati verificati i dati e le informazioni sulle aziende produttrici, ad esempio le varietà di olive utilizzate, il tipo di frangitura, etc?
Tutto è stato richiesto direttamente alle aziende mediante apposito questionario da noi fornito, che loro ci dovevano rispedire insieme alla campionatura. Non è stato fatta, ovviamente, una verifica caso per caso ma si è fatta comunque attenzione ad incrociare le informazioni forniteci dai produttori con altre eventualmente già in nostro possesso.
Come verrà promossa e distribuita la guida all’estero?
La guida è scritta direttamente in doppia lingua, italiano e inglese, e, fondamentalmente, viene distribuita online a livello mondiale. In Italia è diffusa inoltre anche attraverso alcune catene di librerie e attraverso un distributore internazionale. Inoltre, per il futuro, puntiamo molto sui “Flos Olei point” sparsi sul territorio nazionale, dove non solo si può comprare la guida, ma anche il prodotto recensito.
L’edizione 2011?
Il lavoro è già in corso. Sul mio sito www.marco-oreggia.com è on line il bando per il concorso, con relativo regolamento. C’è inoltre la scheda di presentazione dei Flos Olei Point e la modulistica per l’affiliazione. Abbiamo molte aspettative, lo confesso. Pari almeno al numero di cose da fare.

Il nostro augurio è che l’iniziativa mantenga nel tempo la sua serietà e che tutto vada liscio. Come l’olio, è ovvio.