di ANDREA PETRINI

Assaggio dell’intera produzione di Barone Pizzini. “Ma non chiamatelo spumante”, implora il patron Silvano Brescianini. Non c’entra il marketing, la differenza è nel territorio. Anche lo Champagne prende il nome dall’area di origine e nessuno osa chiamarlo in altro modo, no?

 

Non chiamatelo spumante”.  Sembra uno slogan, ma per Silvano Brescianini, direttore generale dell’azienda Barone Pizzini e Presidente del Consorzio Franciacorta, tra uno spumante e un Franciacorta c’è una differenza fondamentale: il territorio. Non è solo questione di marketing. Lo Champagne del resto prende il nome dal  territorio di origine e da oltre tre secoli nessuno si azzarda a chiamarlo diversamente.

Lo stesso legame può vantarlo l’azienda fondata nel 1870 da Enrico e Bernardino Pizzini, eredi della casata asburgica Pizzini Piomarta von Thumberg, agricoltori illuminati.

Vari discendenti si susseguirono alla guida della cantina sino all’ultimo, il barone Giulio (1916-1995), che ebbe un ruolo determinante nello sviluppo della viticoltura in Franciacorta (nel 1967 fu tra i fondatori della doc). Fu sempre lui, alla fine degli anni ’80, a coinvolgere nella proprietà un gruppo di imprenditori appassionati al mondo enologico, gettando così le basi dell’attuale azienda diretta oggi da Brescianini (un glorioso passato nel mondo della ristorazione, anche al San Domenico di New York col mitico Tony May).

La nuova Barone Pizzini, che è stata la prima cantina a produrre Franciacorta da viticoltura biologica certificata, si estende nei comuni di Provaglio d’Iseo, Corte Franca, Adro e Passirano, con 54 ettari divisi in 29 particelle (con altitudine variabile dai 200 ai 350 metri s.l.m.) piantate a Pinot nero, Chardonnay, Pinot bianco e Erbamat (antico vitigno che dal 2017 è stato inserito nel disciplinare del Franciacorta Docg).

Grazie ad una diretta Instagram e ad una precedente riunione Zoom col gruppo IGP ho potuto degustare tutta la produzione aziendale.

Ecco le mie impressioni.

 

Barone Pizzini – Franciacorta Extra Brut DOCG “Animante” (tiraggio 04\2018 – sboccatura 03\2020). I

Il vino, il cui nome fa chiaro riferimento allo spirito aziendale, è frutto del blend di Chardonnay (84%), Pinot nero (12%) e Pinot bianco (4%) provenienti da tutti i vigneti dell’azienda. Un vero e proprio biglietto da visita di Barone Pizzini (è il vino quantitativamente più prodotto) che conferma le attese con profumi di crosta di pane, gelatina di cedro, cenni di frutta secca ed echi minerali. Piacevole la bocca: quasi da manuale il tratto acido-sapido che ben si intreccia con una struttura vibrante dominata da una persistenza di buona lunghezza sapida.

 

Barone Pizzini – Franciacorta Brut Dosaggio Zero DOCG “Animante L.A.” (tiraggio 04\2014 – sboccatura 03\2020).

Blend di Chardonnay (78%), Pinot nero (18%) e Pinot bianco (4%), dove terroir franciacortino viene esaltato da un affinamento sui lieviti che arriva fino a 70 mesi. L’annata mediamente calda si fa sentire, donando un olfatto molto intenso e ricco di sfumature che vanno dalla frutta matura fino a quella secca all’interno di un insieme elegante ed integro. Sorso bilanciato nonostante il volume del vino, la cui persistenza lievemente salina dona al palato un freschezza invogliante.

 

Barone Pizzini – Franciacorta Brut Dosaggio Zero DOCG “Animante L.A.” (tiraggio 03\2012 – sboccatura 07\2018).

Rispetto al precedente il cambo di passo è netto grazie all’annata (2011) molto più fresca ed equilibrata della 2013. Grande finezza aromatica con note di fiori di campo, crosta di pane, agrumi, ananas, mandorla amara fino ad arrivare al miele e al pane all’uva. Complesso e profondo in bocca, sostenuto e slanciato da una lunga sinergia acido-sapida. Ancora giovanissimo. Ad avercene!

 

Barone Pizzini – Franciacorta Brut Nature “Naturae” 2016.

Questo Franciacorta (70% chardonnay e 30% Pinot nero) nasce parzialmente dal vigneto aziendale più alto, denominato Pian delle Viti, e caratterizzato da un terreno prettamente calcareo. Naso molto algido solcato da sensazioni di gelsomino, pompelmo e melissa che riposano su uno sfondo minerale ben delineato. Teso all’assaggio, segnato da vibrante nota salina e un retrolfatto che sottolinea i ritorni di agrumi e fiori di campo.

 

Barone Pizzini – Franciacorta Satèn 2016.

Chardonnay in purezza, si fa apprezzare per la sua eleganza, sia nel perlage soffice e sottile, sia nel comparto aromatico dove si sviluppano delicatamente nuance di mandarino, mela annurca, caprifoglio, salvia e pompelmo rosa. Bocca fine, longilinea, di eccellente equilibrio e con un finale dove ritorna la prepotenza agrumata a pulire il palato.

 

Barone Pizzini – Franciacorta Extra Brut Rosé 2016.

Fatto con 70%Pinot Nero e 30% Chardonnay, ha un coinvolgente apparato aromatico ricco di sfumature che richiamano le erbe aromatiche, il ribes, la melagrana, i mirtilli e la macerazione di rosa, il tutto all’interno di un climax di raro appagamento minerale. All’assaggio sorprende per sapidità setosa e vivace acidità, entrambe in grande equilibrio all’interno di una trama strutturata, golosa e dai richiami aromatici di frutta e mineralità rossa.

 

Barone Pizzini – Franciacorta Dosaggio Zero Riserva DOCG “Bagnadore” 2011.

A base di Chardonnay (60%) e Pinot nero (40%) provenienti da un’unica vigna di venti anni (Roccolo di Provaglio d’Iseo), questo Franciacorta rappresenta il top di gamma di Barone Pizzini grazie ad un affinamento sui lieviti di almeno 70 mesi prima della sboccatura. La grande complessità donata dal tempo la possiamo percepire nettamente già al naso, dove esplodono i fiori bianchi e i lieviti, la pesca bianca, la mandorla in pasta per poi proseguire su effluvi di torroncino, miele, distillato ed erbe officinali. Il sorso è sontuoso, aristocratico, pieno di decisa sapidità, vivace freschezza grazie anche ad un perlage armonioso ed avvolgente. Finale di notevole persistenza su ricordi di agrumi e variegata mineralità. Un grande Franciacorta.

 

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