In un vecchio post che ha ottenuto grande successo (qui) teorizzavo come “solo una sana e consapevole decrescita salva il freelance dallo stress e dalla crisi economica”. Bene, è il momento dei primi bilanci “veri”. Che, sorpresa!, confermano la bontà della teoria: a lavorare meno si fattura meno, ma si guadagna esattamente come prima (cioè poco). Prossimamente su questo blog i “conti” nero su bianco. Anzi, vista la grafica, bianco su nero.

Incredibile dictu: dopo un anno di teoria e nove mesi di sperimentazione, posso confermare che la “decrescita” professionale funziona. Lo dicono i conti. C’è meno lavoro e/o si lavora meno? Bene: calcolatrice alla mano, il risultato economico non cambia. Calando il fatturato calano anche le spese inutili e l’inutile giro di denaro buttato via per tenere in piedi una macchina inefficiente. E l’utile vero, reale, insomma i soldi in tasca rimangono quelli di prima. Cioè pochi. Dunque siamo esattamente i medesimi poveri.
Ma cambia molto lo stile di vita. Si attenuano le frustrazioni, i giri a vuoto, gli stress superflui, i rischi gratuiti, il tempo perduto. Non si abbassa invece la qualità professionale di quello che fai. Anzi: lavorando con più calma, le cose ti vengono meglio. Stop alle pratiche in sospeso, ai nervosismi per le risposte che non arrivano, alle promesse non mantenute e alle aspettative non rispettate.
E, nel frattempo, c’è modo di godersi l’intima soddisfazione di stare sulla sponda a guardare il cadavere del nemico (professionalmente inteso, sia chiaro) galleggiare sulle acque limacciose della crisi che porta a valle editori tonitruanti, direttori bugiardi, caporedattori ambigui, colleghi scorretti e sgomitanti.
Ma, ripeto, sono i conti a dare le migliori soddisfazioni. Perchè è davvero consolante (visti i tempi che corrono, avere motivi di consolazione e conforto è importantissimo!) scoprire che, quando tutto va apparentemente peggio, in realtà va uguale. Con la differenza che, adesso, forse ci sono il tempo, il modo, le circostanze e forse perfino gli spazi per ripensarsi. Senza cambiare mestiere, ma cambiando il mestiere.
E quindi presto, su questo blog, pubblicherò i conti analitici, gli inesorabili calcoli (banali addizioni e sottrazioni, alla fine) che dimostrano quanto sia vero che “solo una sana e consapevole decrescita (professionale) salva il freelance dallo stress e dalla crisi economica”.
A rileggerci.