Mandata in pensione la vecchia campagna, la regione se ne esce con un orrido concentrato di luoghi comuni, abuso di photoshop e oleografia cartolinesca. Come se non avessimo paesaggi e monumenti bastevoli da soli a invogliare i turisti.

Giovedì prossimo si apre la Bit, il salone internazionale (parecchio in ribasso, a dire il vero) del turismo di Milano. E, puntuale come le tasse, nell’occasione la Regione presenta la sua nuova “immagine coordinata“.
Ne avete un esempio nell’immagine qua sopra: un disastro. Un concentrato di banalità da lasciare increduli.
A parte le scimmiottature dei testi danteschi e una grafica, come si dice a Siena, da incarto del panforte (genere cartapestesco tutto a sè), ma le foto? Finte come i soldi del Monopoli. Ritoccate al punto di apparire grottesche e di restituire paesaggi palesemente falsi, perfino incongruenti, tra scene nebbiose da videogame postatomico e inquadrature involontariamente comiche (fantastico lo slogan “contemplate la perfezione” a fianco di un David immortalato tra testa e genitali).
Prendiamo ancora quella qui sopra: una quercia di maniera che sembra ritagliata da un albero genealogico posticcio, una strada cipressata (aridaje) che non c’entra nulla nè con l’orografia dei luoghi e, quel che è peggio, punteggiata di microalberi fatti con lo stampino, forse scopiazzati dalla varietà “Bolgheri”, brevettata dal Cnr vent’anni e nota per dare piante tutte identiche, affusolate come pennelli. Qui (forse coprivano il finto paesaggio?) li hanno pure messi nani, di quelli che si comprano al vivaio e si vendono per dare un’aria padronale ai poderi ristrutturati dei nuovi ricchi, vogliosi di grandeur ma ignoranti del fatto che, un tempo, le vie d’accesso alle case contadine sarebbero state piantumate di olivi o gelsi, piante produttive, e mai di inutili cipressi, vezzo riservato ai signori e ai cimiteri.
Insomma diciamoci la verità: è roba da far rimpiangere le statuette della torre di Pisa che se piove cambia colore, le solite vassoiate di salami con il fiasco di rosso, gli spot col finto toscano che sbaglia tutte le “c” e appunto l’immancabile ciuffo di cipressi valdorciani il cui uso non autorizzato da parte della Mcdonald’s fece infuriare tempo fa (qui e qui) qualche pubblico amministratore. Perfino le famigliole del Mulino Bianco erano meglio.
Eppure non è tutto. Davvero, c’è di peggio.
Non avete notato qualcosa di strano nelle ombre e nella luce?
Beh, ve lo faccio notare io: la (pseudo) foto è in controluce, col sole quasi in fronte, ma l’ombra viene da sinistra. Insomma è sbagliata pure quella. Ma che volete, come si faceva a dare ai raggi un effetto radente senza nascondere il sole?
Se vi sembriamo troppo cattivi, sappiate che perfino il governatore regionale, Enrico Rossi, ha sconfessato pubblicamente la campagna: “Anche se l’abbiamo fatta noi e anche se dicono che costa poco e sarà efficace, a me questa «Toscana Taroccata» non piace proprio per niente. Io amo la Toscana così com’é“, ha scritto sul suo profilo FB.
E se lo dice pure lui…