“Viaggia sponsorizzato”: è nato il manuale dello scrocco professionale per chi “intende collaborare con enti del turismo e strutture ricettive in maniera da poter trovare sponsor per i suoi viaggi”. Viaggiatori occhio: le nuove Wanna Marchi girano in rete.

Nel corso di una burrascosa riunione deontologica tra giornalisti, di cui giorni fa vi ho riferito qui, gli specialisti o chi si occupa di stampa di settore è stato più o meno tacciato di essere un marchettaro. Insomma uno che fa pubblicità, occulta o anche no, a aziende commerciali.
Dietro mercede, si capisce.
Secondo i sostenitori della singolare teoria, che fa riferimento a un modello di informazione cartacea e generalista ridotta alla sola cronaca com’era in auge fino al 1965 circa, è ad esempio una marchetta se, parlando di un ristorante, ne rivelo il nome. O se, recensendo un film, ne svelo il titolo oppure il cinema dove viene proiettato. Per essere asettico, e quindi terzo, tutto dovrebbe essere anonimo. Un ottimo servizio al lettore e all’informazione, vi pare?
Ometto di fare altri commenti su idee che si commentano da sole e vengo al dunque.
Un dunque che dimostra a quanti anni luce di distanza sia arrivata l’informazione reale (informazione?) mentre noi si discetta di arida dottrina.
Il perfido collega Victor Pasteris mi ha appena girato una perla talmente perla (o pirla) che si stenta a crederci: è nato, ed è in vendita a 69,99 euro (“invece che € 99,99 – PROMO fino al 6 Gennaio 2015“, specifica l’offerta) il “Manuale per blogger: viaggia sponsorizzato“. “Un corso“, si chiarisce, “per blogger che intendono collaborare con enti del turismo e strutture ricettive in maniera da poter trovare sponsor per i loro viaggi“.
Avete letto bene (e se non ci credete guardate qui). E’ un’esplicita guida al do ut des: io fare marchetta, tu pagare viaggio e spese e abiti e valigie e pasti. I trucchi ve li insegna tale, si presume esperta della materia, Silvia Ceriegi: “classe ’79, chimico industriale, mamma di Marco e moglie di Enrico“, spiega lei nell’autopresentazione su Trippando (no comment sul nome), il blog di cui è titolare.
Nel manuale, si direbbe, non manca nulla. Confesso, ho omesso di acquistarlo. Ma quanto letto nella velina di lancio basta e avanza.
Eccolo, in sintesi.
Quali sono gli obiettivi di “Sei un blogger? Viaggia sponsorizzato!”? Gli obiettivi sono tre: insegnarti che se hai un blog (non importa di quale tipo!) ed un progetto di viaggio puoi viaggiare sponsorizzato, insegnarti a presentarti agli sponsor, insegnarti a strutturare un progetto di viaggio.
A chi è rivolto? E’ il corso per te se hai un blog o sei in procinto di crearne uno e se hai delle risposte per le domande che seguono: perché vuoi andare in un determinato posto? Cosa vorresti trovarci? Cosa vuoi vedere? Chi vuoi incontrare? Non è il corso per te se non ti vengono in mente risposte: vuol dire che ora hai in mente una vacanza (sottolineo vacanza, ndr).
Com’è fatto? Esiste in tre forme: 1) Manuale in PDF, circa 30 pagine e diviso in 8 capitoli, con 3 vademecum, da stampare e tenere a portata di mano, che riassumono cosa fare mentre scriverai il progetto, mentre sarai in viaggio e quando ritornerai a casa; 2) Manuale in PDF + 1 ora di consulenza personalizzata via skype o telefono; 3) Manuale in PDF + 1 ora di consulenza + case studies.
Insomma: ti insegno, a pago, qualche dritta per viaggiare gratis.
Ora, capiamoci: la signora Ceriegi, contro la quale ovviamente non ho nulla, fa benissimo a mettere economicamente a frutto il know how accumulato in anni di esperienza di viaggi a sbafo. Non c’è nulla di illecito in quello che fa, sebbene non elegantissimo. Non c’è nulla di illecito nemmeno in ciò che fanno i suoi colleghi blogger, discepoli o aspiranti che siano: prendono lezioni per scroccare meglio (del resto le controparti sono consenzienti!) e poi raccontare alla gente su internet le loro vacanze.
Ma io vedo le cose da giornalista e con le delicate prospettive accennate in premessa sulla differenza tra pubblicità e informazione, tra responsabilità professionali e deontologia, insomma tra notizie e reclame.
E credo che qualcuno prima o poi dovrà pure intervenire per chiarire ai cittadini che, nel mare magnum del web, una cosa sono le cose che turisti di bocca buona raccontano in rete per ripagare gli ospiti dei favori ricevuti e un’altra sono quelle di chi l’informazione la fa per mestiere, con la professionalità, gli obblighi e la terzietà necessari.
Poi ci sarà chi dice, a ragione, che talvolta anche i giornalisti fanno come la casalinga di Voghera (qui) e scroccano a destra e a manca. Appunto: ci vuole chi vigila, sanziona e mantiene sempre alta la differenza.
E se non noi, chi?