Andrea Scaccini, montepulcianese di 28 anni, si è aggiudicato l’11° edizione del premio dedicato da Aset e Igp al compianto maestro del Sangiovese. “Pensavo fosse uno scherzo“, racconta.

 

“Ero in cantina e quando mi è arrivata una telefonata da un numero sconosciuto, che mi diceva di allontanarmi prima di parlare se avessi avuto altre persone intorno, sono rimasto sbalordito e un po’ interdetto. Quando poi la stessa voce mi ha detto che avevo vinto il premio Gambelli 2023, ma che la cosa doveva restare assolutamente segreta fino al momento della proclamazione, ho invece pensato a uno scherzo“, commenta emozionato, a latere della premiazione durante Benvenuto Brunello, il giovane Andrea Scaccini, vincitore del premio dedicato dall’Associazione stampa enogastroagroalimentare toscana e dal blog network IGP (Roberto Giuliani, Carlo Macchi, Luciano Pignataro, Stefano Tesi, Lorenzo Colombo, Andrea Petrini) alla memoria di Giulio Gambelli e destinato al professionista under 40 dimostratosi nell’anno meglio capace di interpretare il messaggio del maestro.Ci speravo ovviamente, ma non me l’aspettavo“, confessa.

Classe 1994, Andre Scaccini è un montepulcianese e viene da una famiglia di solidissime tradizioni rurali. “La cosa buffa“, racconta, “è che i miei genitori sono astemi e che mio padre quasi non credeva alle sue orecchie quando gli comunicai la mia volontà di compiere studi enologici“, dice. Diplomatosi all’Istituto Tecnico Agrario A. Vegni “Le Capezzine” ha preso poi la Laurea con il massimo dei voti e con lode in “Viticoltura ed Enologia” della Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze nel 2016. “La mia fortuna professionale è stata la curiosità“, aggiunge. “E’ questo che mi ha spinto, dopo alcune prime esperienze in piccole realtà vinicole, ad arrivare a collaborare per un’intera vendemmia con la cantina di Ornellaia e Masseto a Bolgheri nel 2015 e poi a fare l’esperienza preziosa di due vendemmie all’estero: la prima in Francia, nel 2016, presso la grande cantina cooperativa “Champagne Nicolas Feuillatte” e la seconda in Nuova Zelanda, agli inizi del 2017, alla cantina Vavasour del gruppo Foley Family. Lì ho imparato le lingue e avuto opportunità fantastiche, piene di incontri e coincidenze, a riprova che il mondo è davvero imprevedibile. Sono rientrato a casa a metà 2017 e da allora lavoro da Bindella“. L’anno di grazia pare però essere il 2022, non tanto e non solo per il Premio Gambelli, che gli ha portato una targa e un assegno da 1.500 euro, ma soprattutto perchè quest’anno è pure diventato babbo.
Scaccini si è aggiudicato il premio sbaragliando la concorrenza degli altri diciannove qualificati colleghi che, come lui, avevano inviato i loro vini per la degustazione alla cieca di una giuria composta da nove soci di Aset e Igp. “Rammento bene – ricorda – tutti i dubbi che avevo nella scelta dei campioni per partecipare al premio (il regolamento richiede 3 campioni di almeno 3 vini oppure tre annate dello stesso vino, e con un massimo di 5 vini per ogni concorrente). Alla fine ho optato per un compromesso che evidentemente ha funzionato: una orizzontale di vini della stessa annata incrociata con una miniverticale del medesimo vino“.
NB: il premio Giulio Gambelli, lo specifichiamo, è un riconoscimento all’enologo e non al vino: i campioni presentati sono solo lo strumento per la scelta del vincitore, che avviene prima attraverso una scrematura basata sulla gambellianità dei vini stessi e poi sulla loro intrinseca qualità.