L’Ordine dei Giornalisti manda agli iscritti (tutti?) una serie di domande per capire lo stato dell’arte in materia di assicurazione verso i terzi. Ottimo segnale di presa di coscienza, anche se forse si è perduta l’occasione per allungare il tiro sul tema. Peccato però che, in pratica, le istituzioni della categoria procedano in materia a compartimenti stagni.

Come preannunciato dal tamtam telematico, ho ricevuto oggi dall’OdG della Toscana il questionario sull’assicurazione professionale.
Mi si chiede di rispondere, in forma anonima, se ho un’assicurazione ad hoc, quanto costa, se ho subito richieste di risarcimento, se ne ho pagati o se ho subito disdette dalle compagnie che mi hanno riprotetto.
Un argomento controverso che, come ben sanno i lettori di Ata Fedeltà, mi sta parecchio a cuore e mi inquieta non poco, soprattutto per le stravaganti interpretazioni a cui, a mio parere, la lettura dell’obbligo è stata sottoposta.
Che l’Ordine abbia drizzato le antenne su un nodo così delicato e ancora largamente incompreso, nella sua vastissima portata, per l’intera categoria, è senza dubbio un bene. Ottimo quindi attivarsi e provare a sondare il terreno a 360°, perchè il campo è minato.
Per chi non fosse al corrente, non sto qui a rispiattellare per intero una pappardella che ho ripetutamente trattato in passato, ad esempio qui, qui e qui.
In estrema sintesi, comunque, la questione è la seguente.
Da un lato il governo, nel decreto di riordino (e di adeguamento alle direttive Ue) delle professioni, ha sancito per tutti gli iscritti agli ordini l’obbligo di una assicurazione contro la responsabilità professionale, quella insomma per danni procurati ai clienti per negligenza. Dall’altro l’OdG, allarmato (ma forse senza cogliere l’opportunità di approfondimento della problematica che il caso offriva) ha convinto il governo che la norma non è applicabile alla nostra categoria, perchè i giornalisti non hanno “clienti“, essendo essi dipendenti di un editore.
Segue respiro generale (quanto miope), di sollievo. E la cosa pare risolta.
Dico miope e dico pare perchè in realtà non è affatto vero che i giornalisti non hanno clienti: in quanto liberi professionisti o autonomi (i quali, tra partite iva vere e finte, contratti di collaborazione varia etc, producono il 70% del pubblicato e quindi anche del potenzialmente “querelabile” e passibile di richiesta di risarcimento danni), di clienti ne hanno eccome. Clienti a tutti gli effetti: cioè gli editori.
Che il ministro e i suoi cervelloni al dicastero non si siano accorti della svista è tanto stupefacente da apparire, ai miei maliziosi occhi, perfino sospetto.
Non c’è dubbio che qualcuno, prima o poi, a Roma o a Bruxelles, ci metterà un occhio sopra e allora saranno guai.
Ma cos’è – per tornare a bomba – che non va nel questionario ordinistico?
Alcune cose. Non enormi. E che forse, nell’interesse collettivo, sarebbe tuttavia il caso di correggere.
Ad esempio mi si chiede se ho ricevuto richieste di risarcimento e se qualcuna di queste sia stata pagata. Non mi si chiede però, nel caso in cui il risarcimento non sia stato pagato, perchè ciò è avvenuto. Ovvero se perchè ho transato, perchè la controparte ha rinunciato o perchè ho vinto la causa. Nell’ottica di un sondaggio tendente a capire la dinamica della casistica corrente, mi pare un’informazione di fondamentale importanza.
Mi si chiede poi se ho già una polizza contro la responsabilità professionale.
Ma se si è da poco conclamato che non ne esistono e che, comunque, in quanto privi di “clienti”, non siamo comunque tenuti ad averne, che domanda è?
E infine: mi risulta che, prima che fosse buttata acqua sul fuoco (col discorso dei clienti-che-non-ci-sono) del dibattito, la più importante assostampa regionale italiana si fosse messa in moto e avesse trattato con primarie compagnie, fino al punto di sottoporre ai suoi associati, anzi sollecitandoli a sottoscrivere, polizze a pacchetto bell’e pronte, quotate e confezionate.
Che fine hanno fatto quelle polizze, quegli accordi, quelle indagini di mercato?
Ecco, forse almeno su questo punto di interesse realmente generale OdG e Fnsi potrebbero davvero ricominciare a parlarsi, aprendo una tregua nella campagna elettorale e nelle guerre fredde in corso.