Puro folklore ed alta tensione ieri durante la protesta dei giornalisti autonomi nella sede dell’Fnsi. Dove alla fine il segretario Siddi getta la maschera: “Trovatevi un altro sindacato”. La misura del loro fallimento, dell’arroganza e dell’inutilità sta tutta qui.

Dalla mia cronaca in diretta postata ieri su FB:
Davanti allo pseudosindacato unico dei giornalisti. Una settantina di manifestanti (quorum ego), due cartelli, un furgone dei carabinieri, un’auto della polizia, un megafono e un cane. Ai piani alti del palazzo, presidiato con cancello e da tre della securitate federale, i papaveri spiano di sottecchi nascondendosi dietro a una tremula tendina. E’ tutto molto ridicolo. Una specie di Crociata dei Pezzenti, in cui il sultano ha paura dei laceri e pacifici assedianti. Il venticello romano rallegra. Le orecchie degli inutili sindacalisti fischiano. Poveretti: noi siamo due gatti e loro stanno messi peggio di noi”.
Ecco la parte che non ho fatto in tempo a postare:
Oltre cento manifestanti secondo gli organizzatori, cinquanta secondo la questura, cinque (5) secondo Franco Siddi, segretario dell’Fnsi e nessuno per il presidente della Federazione, Giovanni Rossi. Il quale non si è accorto di nulla perchè per l’intera durata della protesta, inclusa la pacifica ma caotica irruzione in sala giunta, è rimasto al cellulare, seduto imperturbabilmente al suo posto (forse gli avevano messo la pece sulla sedia come al compagno di banco di Gianburrasca?), impegnato nella dura vertenza sulle fotocopiatrici dell’Eco di Bergamo. Davanti al portone, una signora orientale chiede se qualcuno si è sentito male. “Loro“, gli dico io indicando la finta indifferenza ostentata dai burosindacalisti del piano nobile. La folla ondeggia. Poi, dopo lunga trattativa, tessera in pugno i contestatori salgono le scale ed entrano“.
Seguono minuti che alternano momenti di vera tensione e di folklore puro. Invito a farsi un’idea leggendosi gli abbondantissimi resoconti usciti in rete e soprattutto godendosi i sei minuti del video (qui) girato in diretta. Una miscela sconcertante di minacce, accuse e incredulità dei papaveri sindacali che, se vera, sarebbe anche peggio che simulata.
Ma le verità emerse o confermatesi ieri sono tante.
La prima è che c’è una prima volta per tutti.
Per me è stata la prima partecipazione a una manifestazione, di quelle con urla, cartelli e slogan. Lo ammetto: ci voleva l’Fnsi per spingermi a tanto, vista la mia nota idiosincrasia verso scioperi, marce, fiaccolate ed eventi di popolo rumorosi.
La seconda è che il troppo (vedi qui) è troppo. E così, unico dalla Toscana fra tanti guerriglieri a parole, con il collega Fabrizio Morviducci anch’io ho preso il treno e sono andato nella capitale per unirmi a Stop-Fnsi, la protesta trasversale di tanti colleghi organizzata contro…contro chi? O cosa? Il casus belli era l’accordo sull’iniquo compenso e sul lavoro autonomo firmato il 24/6 dal sedicente sindacato unitario dei giornalisti italiani (e contro il quale, sempre ieri, nonostante molte assenze che non esito a definire tattiche, l’OdG ha deliberato di agire in giudizio presso il Tar), la sostanza è che la misura era colma. Di tutto e da un pezzo (per me, da anni annorum: blog canta).
La terza è che ieri mattina anche i più scettici hanno potuto toccare con mano l’insopportabile mix di disinteresse, impreparazione, arroganza, inadeguatezza, menefrighismo e diciamo pure incoscienza di un apparato di intima natura bulgara, che da sempre nasconde la mancanza di volontà e l’incapacità di affrontare il nodo della libera professione giornalistica dietro le alte mura di un’istituzione connivente con tutto, qual è l’Fnsi. Un moloch. Un castello kafkiano. Un saprofitico monumento a se stessa e al proprio grigiore. La riprova s’è avuta quando un (comprensibilmente) esasperato Franco Siddi ha pronunciato la frase che nessun segretario dovrebbe mai pronunciare: “Trovatevi un altro sindacato“.
Un altro sindacato? E’ esattamente quello che ci vuole, che predico da vent’anni e che l’Fnsi, attentissima a salvaguardare il proprio sistema di potere e il proprio apparato, da sempre ostacola.
Lo sbroccamento di Siddi ha quindi il sapore della resa. O dell’autogol, se vogliamo.
Un altro sindacato è possibile (non facile), bisogna solo cominciare a farlo.
Anche perchè è meglio nessun sindacato che l’Fnsi.