Sono candidato e domani (10-18) si vota per l’Ordine. Dovrei sentire l’adrenalina, sento al massimo la noia. Non per gli slogan, ma per i mezzucci. Ad esempio i santini elettorali dei colleghi che arrivano per posta certificata, come una raccomandata a/r.

Mi sono offerto in Toscana per il Consiglio dell’OdG, elenco professionisti, quindi sono parte in causa. Ho fatto la mia (sobria) campagna e cullo con la pacatezza del saggio le (dis)illusioni della vigilia.

L’appello è il medesimo, ovvio e scontato: andate a votare (in sede OdG a Firenze, alla Nazione a Siena e al Tirreno a Livorno) e, se possibile, votate me. Mi appoggio, come indipendente, ai colleghi di Yabasta (qui), che altrettanto vi invito a votare.
Del resto, che altro posso dire? Il mio “programma“, espressione tristissima, è qui e lo potete compulsare a piacere.
In realtà, qualcosa da dire l’avrei.
Non a discapito di qualche presunto concorrente o avversario, ma del sistema di cui io stesso, candidandomi, mi sono reso complice.
Durante qualsiasi campagna elettorale, tutti siamo alluvionati dalla propaganda. All’improvviso tutti ci chiamanoamici, ci riempiono i muri di manifesti, le orecchie di coscienziose raccomandazioni, le cassette della posta di volantini e quelle di posta elettronica di email variopinte e variamente farneticanti.
Fin qui, nulla di nuovo.
Lo strano è quando le cose ti arrivano per “pec”, cioè posta elettronica certificata. Quella che tutti gli iscritti a un ordine professionale, inclusi quindi i giornalisti, sono tenuti ad avere. In pratica funziona come le vecchie raccomandate a/r, quelle che si usavano per fare intimazioni agli inquilini rumorosi, per gli atti giudiziari, per presentare le domande a enti e istituzioni. Insomma le pec sono la massima espressione della burocrazia digitale: sono fatte apposta per consentire, in qualunque momento, di tracciare l’invio e la ricezione di un documento.
Ecco, ora dico: ma vi sembra normale che la propaganda elettorale per l’OdG venga mandata via pec?
Immaginate se vi avesse suonato il postino e vi avesse detto che c’era da firmare per una raccomandata/volantino inviatavi da Berlusconi o Bersani. Vi sareste arrabbiati? Io credo di sì. Oppure avreste riso.
Sia chiaro, essendo la “pec” obbligatoria e pertanto non essendo i rrelativi indirizzi “segreti“, chiunque può utilizzare quel recapito per spedirvi qualcosa. Ma chi glielo ha dato? E come si permette?
Non voglio dire, per capirsi, che lo facciano i miei “concorrenti” elettorali. Dico semplicemente che a me un sistema che permette questo non piace, chiunque lo consenta.
E nella remota ipotesi che fossi eletto, mi ci dedicherò.
In ogni caso, comunque vada, grazie a tutti.

Stefano