Lockdown terminato, ma ristoranti semivuoti. Tragedia per la Fipe, prezzi alti per il Codacons, clienti impauriti per altri. E se il banale motivo fosse che l’emergenza non è finita, il turismo non c’è e gli italiani non hanno un soldo?

 

Mi pare che il grande e un po’ strumentale dibattito che si fa sulla riapertura economicamente “tragica” dei ristoranti post lockdown si basi su una sostanziale miopia, causa a sua volta di un doppio abbaglio.

La miopia è evidente: il lockdown è finito, ma l’emergenza Covid-19 no. Che la riluttanza della gente a tornare a cena fuori non sia solo frutto di paure, ma anche di una prudenza resa ragionevole dalla cautela dei governi mondiali su ricadute, riprese del contagio e allentamento progressivo delle misure di prevenzione, mi pare altrettanto solare. Aggiungiamoci il disagio vero o presunto del distanziamento sociale, plexiglass sì e plexiglass no, le mascherine eccetera. Ne consegue che il ritorno della clientela nei locali sarà altrettanto lento e incerto. Potrebbe durare parecchi mesi, in funzione dell’evolversi di una situazione epidemiologica di cui francamente nessuno sembra aver capito nulla e sulla quale, di conseguenza, nessuno è in grado di dare certezze.

Su questa premessa si basano gli abbagli.

Il primo è anch’esso abbastanza palese ed è sorprendente che finora pochi lo abbiano sottolineato: in Italia un’altissima percentuale del fatturato della ristorazione è legato al turismo, che di fatto si è azzerato e non accenna (per le ragioni dette sopra) a potersi riprendere. Non facciamo lo sbaglio di credere che il turismo sia solo quello degli americani in ciabatte e camicia hawaiana per le piazze delle città d’arte. C’è quello scolastico, quello d’affari, quello interno, quello dei weekend, quello religioso. Tutta gente che, se parte, mangia e consuma. Ma che, se non parte…  Ieri a Firenze il centro era semideserto e i pochi in giro avevano l’aria circospetta e frettolosa di chi lavora e dopo va a pranzo a casa.

Poi c’è il secondo abbaglio, a mio parere il più lampante di tutti ma che forse è troppo impopolare rimarcare: a prescindere dal fatto che i prezzi della ristorazione siano aumentati (come dice il Codacons) o siano rimasti invariati quando non addirittura ribassati (come sostiene la Fipe), se ai tavoli non si siede quasi nessuno non sarà perchè, semplicemente, quasi nessuno della normale clientela italiana ha i soldi per permettersi le puntate a ristorante che faceva prima?

La botta economica data dal Covid-19 agli italiani è stata enorme e quelle andate più in difficoltà sono proprio le categorie come i professionisti, gli imprenditori, i commercianti che costituiscono il nerbo della clientela italiana dei ristoranti.

Se mancano i turisti e se la classe media che abitualmente va a cena o pranzo fuori non può più permetterselo, chi mai dovrebbe riempirli, i locali?

Per parafrasare una classica metafora, direi che la tovaglia è semplicemente corta e che, per ora, domanda e offerta non trovano un punto in cui incontrarsi.