A sette-giorni-sette dal pasticcio della campagna “Toscana Divina” che ha sollevato l’ilarità generale per le foto dei paesaggi e dei monumenti taroccati, la giunta regionale va al rimpasto e l’assessore al turismo “salta”: esito inevitabile o bomba a orologeria?

Com’è come non è, ieri il governatore della Toscana Enrico Rossi ha reso noti gli esiti del rimpasto, così in politica si usa dire, di giunta.
In sintesi, tra i tre assessori fatti fuori c’è quello al turismo, Cristina Scaletti.
Insomma la responsabile, diretta o indiretta decidetelo voi, del pasticcio della campagna promozionale “Toscana Divina”, quella dei paesaggi grossolanamente taroccati e degli “elementi di fantasia” introdotti nei paesaggi medesimi.
Una scelta da cui Rossi (che, guarda caso, dopo il “ritocco” dell’esecutivo ha avocato a sè la delega per il turismo) aveva preso clamorosamente le distanze già su FB, di fatto sconfessando le scelte del dipartimento e mettendo in difficoltà insuperabili la povera Scaletti, costretta in Bit, dov’era andata per la presentazione ufficiale, a annunciare invece la “sospensione” del progetto per un ripensamento collegiale.
Il ripensamento infatti c’è stato.
Ma l’ha fatto il presidente della regione. E non sulla discussa campagna, ma sull’assessore.
Ora, per carità, le motivazioni di Rossi sono politicamente ineccepibili: è cambiato il quadro politico di riferimento, sono mutati gli equilibri partitici, le forze che mi sostengono sono altre. Aggiungiamo, considerazione mia, che la legislatura è in scadenza e che il prossimo anno in Toscana si vota.

E’ lecito però chiedersi quanto la sciagurata uscita sui fototarocchi sia stata l’effetto e quanto la causa del defenestramento. E se l’operazione non fosse una bomba a orologeria per giustificare il siluro.
Abilmente taroccato, si capisce, da incidente di percorso.
Interrogativo malizioso sul quale si innesta una seconda e più inquietante domanda: già il settore, checchè ne dicessero e ne dicano, zoppicava nel marasma di un’identità locale turisticamente perduta.
Che succederà adesso, con il comparto in mano a un governatore inevitabilmente in altre faccende affaccendato, poco o nulla conoscitore della materia, con rapporti tutti da allacciare e sviluppare?
Si ha un bel dire che lo sosterranno fior di dirigenti (gli stessi che avevano approvato le foto finte?).
Intanto però uno storico tesoretto dell’economia toscana rimane senza testa. Alle porte della bella stagione e con la presunta ripresa ancora da capire dove sta.
E questa non è una bella notizia.