Da un’idea di Massimo Bigi ecco un curioso volume-omaggio allo strumento musicale per antonomasia della tradizione popolare e del rock’n’roll di ogni latitudine. Accompagnato da un cd-tributo al medesimo strumento firmato da alcuni dei più brillanti turnisti italiani. A cavallo tra la letteratura privata e la pura passione, una miniera di citazioni, reminiscenze, suggestioni degne di ogni guitar addicted.
Nella finzione cinematografica era il violoncellista Niccolò Vivaldi (Lando Buzzanca) a sovrapporre, fino quasi a confondere tra loro, le due grandi passioni della sua vita: la moglie (una strepitosa Laura Antonelli) e lo strumento. Un violoncello, appunto. Fino a mettere lei (nuda) nella custodia di lui e ad esibirla in tutto il suo splendore durante un’escuzione dell’Aida.
Non è un mistero del resto la fascinazione che le forme liutistiche, tutte (mandolino in primis ovviamente), esercitano sulla fantasia maschile e il rapporto d’amore latamente carnale che si instaura tra lo strumento medesimo e chi lo suona, in un travaso ambivalente e ammiccante di tocchi, carezze, accordature, pizzichi, suoni.
Rientra probabilmente tra le manifestazioni di questa sindrome – e dell’altra, tipica degli amanti della musica, di trovare assonanze e analogie tra luoghi, dischi, copertine, reminiscenze, citazioni – “Grand Hotel del Guitars”, il libro + cd (o cd + libro? A voi il giudizio) appena pubblicato dall’editore Effegi di Arcidosso (160 pagine, 14 euro).
Nato da un’idea di Massimo Bigi, che è anche l’autore dei brevi racconti, il volume è una sorta di viaggio-tributo alla chitarra narrato sia attraverso le 22 stanze di un immaginario albergo, quello del titolo appunto, sia gli oggetti che i clienti vi dimenticano (il taccuino dello scrittore Gino Saladini), sia gli onirici ricordi, sempre a base di hotel & 6 corde, di chi vi transita (Simone Fraschini). Il tutto in una sorta di moleskine a cui fa da corredo (ma come detto è difficile stabilire in realtà cosa supporti cosa) un interessante cd in cui, sotto le mentite spoglie di un guestbook sonoro e con la voce narrante di Alessandro Benvenuti, alcuni dei più brillanti turnisti italiani della chitarra lasciano una testimonianza. Musicale, ovviamente. Si tratta di Giacomo Castellano (Nannini, Elisa), Luca Colombo (Ramazzotti, Celentano), Luigi Schiavone (Ruggeri), Antonio Superpippo Gabellini (Benvenuti, Pelù), Paolo Giovenchi (De Gregori), Chicco Gussoni (883, ecc.), Mario Manzani (Masini, Oro), Riccardo Cherubini e Alessandro Magnalasche (Masini, Amoroso). I quali, dicono le note, “si ritrovano fianco a fianco in brevi ma intensi attimi in cui chitarrismo e personalità emergono senza condizionamenti”.
Poi c’è la copertina, a sua volta tutt’altro che secondaria fonte di citazioni, capace di mettere assieme in un colpo solo le rimembranze di un classico come Physical Graffiti dei Led Zeppelin, le cartelline della supertombola (quelle di plastica, con gli sportellini da chiudere e dove al posto dei numeri ci sono ovviamente tante chitarre diverse), le case di mattoni rossi annerite dallo smog di Liverpool e i murales dedicati a Joe Strummer nella Lower East Side. E magari l’allusione a “Town of thousands guitars” di Willie Nile. Tutti flashback che si intersecano tra loro e in cui la sinuosa protagonista si affaccia, riaffiora, ammicca, offre rigurgiti e richiami di quello che, forse, si potrebbe definire il grande patrimonio della sonorità collettiva.
Difficile giudicare il valore letterario dell’operazione, che ha il sapore dell’omaggio e del divertissment piuttosto che dell’arte pura, anche se tra le righe del libro l’ispirazione e il lirismo non mancano. Anzi. Ogni stanza ospita (o forse è) una chitarra, ogni chitarra è un appunto, un aneddoto, un’impressione, una canzone che riecheggia nel subconscio, il riverbero di una paletta, il tocco liscio del manico, un riff senza tempo, il riflesso metallico delle corde, un abbecedario di r’n’r e uno sparpagliato florilegio di grandi guitar heroes. Ai quali, va da sè, si dà del tu e che si chiamano rigorosamente per nome, come gli amici di sempre.