La bozza di riforma del codice della strada attualmente in commissione al Senato prevede che i conducenti di alte cariche costituzionali, presidenti di Regione, Provincia e dei Comuni capoluogo di provincia (1500 persone) siano di fatto esentati dalla decurtazione dei punti dalla patente in caso di infrazione. Come? Dotandoli di una speciale “patente professionale”. Lo riporta, qui, il Corriere della Sera.

Qualcuno certamente si ricorderà del ministro (politicamente ondivago) Enrico Ferri, quello passato alla storia per i “110” in autostrada. Per fortuna durò poco. Ma durante il suo mandato feci in tempo a incontrarlo. Tornavo da Roma in auto sull’A1 con un amico, che guidava (ovviamente a 110 kmh) e che lo conosceva. A un certo punto ci supera, come se fossimo fermi, un’auto blu dai vetri oscurati. Indovinate chi c’era a bordo? Il ministro Ferri, ovviamente. Il quale, nonostante la velocità, riconosce il mio amico al volante. Ordina quindi all’autista di rallentare, di farsi affiancare da noi, apre il finestrino, ci saluta, ci invita ad accostare in una piazzola. Calorosi convenevoli, presentazioni, qualche parola, poi Ferri risale, parte, diventa presto un puntolino nero all’orizzonte e infine scompare, mentre noi riprendiamo a 110 il nostro mesto cammino.
Così andavano le cose allora e hanno continuato ad andare quando di mezzo c’era un’auto blu. Non solo con un vip a bordo, ma anche con il solo conducente. Naturalmente finchè qualche rarissimo vigile più solerte (ricordate il pizzardone Alberto Sordi e il sindaco Vittorio De Sica?) o poliziotto della strada più severo non si decideva ad elevare contravvenzione, con inevitabili sanzioni accessorie (cioè decurtazione dei punti) a carico di chi guidava.
Ora, per fortuna, si è posto rimedio a questa stortura. Ma forse non nel senso che il cittadino avrebbe auspicato: secondo la bozza riforma del codice della strada all’esame del Senato, infatti, gli autisti delle auto blu avranno una doppia patente. Una personale, a punti come tutte le altre, per portare a spasso la famiglia. E un’altra professionale, senza punti, per portare a spasso onorevoli e assessori. Il che equivale a dire esenzione dai limiti di velocità, sorpasso pericoloso, corsie preferenziali, cinture di sicurezza, eccetera.
Tipico compromesso all’italiana. Non si faceva prima a stabilire che, in omaggio all’universale principio del “lei non sa chi sono io”, le auto blu e i relativi conducenti sono dispensati dall’obbligo di rispettare le norme sulla circolazione? Tanto l’effetto sarebbe il medesimo. Invece no, si complica l’affare semplice. Un po’ come la qualità dell’acqua o dei cibi fissata per decreto: cambia il decreto, cambia la salubrità. Salubrità elastica, verrebbe da dire. Codice della strada elastico, secondo il colore dell’auto, chi c’è dentro e chi la guida. Evviva.