Sentenza storica del tribunale di Caltagirone: non è iscritto all’Ordine, non può svolgere attività giornalistica“. C’è da rallegrarsene? Pensiamoci bene e guardiamo la luna anzichè il dito.

 

Sul notiziario dell’Odg, che riprende l’Ansa, leggo quanto segue:

Il collaboratore di un’emittente privata del Catanese è stato condannato per esercizio abusivo della professione a 4 mesi di reclusione e settemila euro di multa oltre al pagamento delle spese processuali. La sentenza, una delle poche in materia, è stata emessa dal tribunale di Caltagirone che ha applicato anche la sospensione condizionale della pena. Il processo è stato avviato dopo una segnalazione. L’uomo avrebbe svolto per quattro anni attività giornalistica senza essere iscritto all’ordine professionale“.

D’istinto verrebbe da rallegrarsi.

E invece:

– la sentenza “è una delle pochissime in materia” (traduzione: siamo sommersi dagli abusivi);

– l’uomo ha trovato una testata complice che gli fatto svolgere l’attività per quattro anni (ma la passa liscia);

– se l’attività era “giornalistica” significa che era pure retribuita: dunque gli abusivi li pagano e i giornalisti no;

– è più “abusivo” chi si finge giornalista o un giornalista che lavora gratis? Che esito hanno le segnalazioni degli “abusi di gratuità“?

Insomma, che la professione fosse allo sbando lo sapevamo da un pezzo, sperimentandolo ogni giorno sulla nostra pelle.

La domanda vera però, visto il vento che tira, è se non sia la nostra professione ad essere diventata abusiva.