La rassegna fiorentina dedicata alle eccellenze agroalimentari italiane si è conclusa con il solito successo e il consueto (anche troppo) pienone. Testare tutto era impossibile, quindi ci siamo affidati al caso e poi abbiamo selezionato ciò che più ci ha colpito. Ecco cosa.

 

Cominciamo con le critiche.
In una fiera, riservare il mattino agli addetti ai lavori e il pomeriggio al pubblico è un’idea eccellente, se si riescono appunto a selezionare gli ingressi in base alla tipologia dei presenti. Se invece, alle 10 del mattino, già devi sgomitare tra bambini urlanti, vispe terese in cerca di gadget, bivaccanti a chiacchiera nei corridoi e gaudenti intenti tra spuntini vari a trascorrere la mattinata lì anzichè al bar, con puntuali resse davanti a qualsiasi stand offrisse qualcosa di mangereccio, fare il tuo lavoro diventa difficile e ti passa pure la voglia.
Fatta questa premessa, Taste 2017 è stata un successo: formula collaudata, begli espositori, tanti prodotti ottimi.
Tanti, forse troppi pure questi: quasi 400 in 27 ore di apertura spalmata su tre giorni fanno in teoria 15 visite l’ora, un ritmo che nemmeno il leggendario dottor Guido Tersilli, medico della mutua dei tempi d’oro, avrebbe potuto sostenere.
Quindi ci siamo affidati al caso e provato le specialità di una trentina di espositori di ogni genere.
Ecco in estrema sintesi cosa ci ha colpito. Non sono recensioni, solo segnalazioni, ma ponderate!
Si parte con il Salame di Felino e lo strolghino de La Fattoria di Parma, prodotti artigianali di grana eccellente e di gusto equilibratissimo, che ci piacerebbe assaggiare appena più stagionati. Il limoncello di Limone di Sorrento IGP de Il Convento di Massa Lubrense, prodotto verace e molto centrato, gradevolissimo ma non caricaturale: lo utilizzano anche per impregnare il babà al posto del rum e l’esperimento è godibile. Tornando ai salumi, notevole pure il Salame di Varzi dop di Thogan Porri, artigiano della provincia pavese, che ci ha fatto assaggiare un magnifico crescendo di insaccati. Capitolo birre: notevolissime per leggerezza e ampiezza quelle trevigiane della San Gabriel (menzione speciale per l’Ambra Rossa al delicato sentore di radicchio e per quella dell’Apostolo a base di farina e di miele di castagno), sfavillanti al naso e ottime anche in bocca quelle del Birrificio Petrognola di Lucca (la Bianca al Farro è una bomba, ma anche la Bionda forte non è da meno). Grande sorpresa i raffinati olii extravergini di Olio & Co. di Vico Equense, in particolare quelli a base di Minucciola, dal profumo fragrante e una piacevolissima nota varietale, e quello “sperimentale” a base di Itrana Gentile, rara cultivar nata per olive da tavola. Sosta dolce allo stand dei siciliani Agrirape di Leonforte (EN), che mi hanno proposto una marmellata di arance amare come raramente ne ho assaggiate. Allori caseari in Toscana, invece: una vera ghiottoneria il pecorino erborinato della Salcis di Monteriggioni (SI), una garanzia i formaggi del caseificio Il Fiorino di Roccalbegna (GR), che proprio a Taste ha festeggiato i 60 anni di attività, qualità e successo. Auguri!
Et de hoc, satis.