E’ morto Valerio Mennini, un amico dai tempi della prima redazione de “Il Giornale della Toscana”, maggio 1998. Ottima persona e bravo giornalista. Mi chiamò anni fa chiedendomi se l’aiutavo a trovare un lavoro. “Uno qualsiasi“, specificò. La sorte gli aveva già girato le spalle.
Che sarebbe stata un’estate pessima sotto ogni profilo c’erano molte avvisaglie. Generali e personali. Ma fino a questo punto non pensavo.
Vengo ora a sapere che è mancato un amico e un collega. Aveva appena 52 anni e di disgrazie nella vita ne aveva già subite tante, gravi. Era simpatico, acuto, diretto ma al tempo stesso sobrio e pacato. Eravamo insieme nella prima redazione del Giornale della Toscana guidata da Riccardo Berti, anno 1998. Una stagione eroica e formativa in tutti i sensi.
Non lo sentivo da una dozzina d’anni, ma ricordo nitidamente la nostra ultima conversazione telefonica. Una conversazione drammatica.
Io ero in auto, lui mi chiama e dopo qualche breve convenevole mi chiede: “Cerco urgentemente lavoro, puoi aiutarmi?”
Io comincio una lunga circonlocuzione per spiegargli che gli spazi, a quanto mi risultava, erano pochissimi, sia nelle redazioni che nella libera professione giornalistica, che all’epoca già vacillava.
Lui pazientemente mi lascia parlare qualche minuto e poi mi fa: “Guarda, non mi sono spiegato. Non cerco lavoro come giornalista, cerco un lavoro, qualunque sia“.
Lì per lì rimasi di sale. Lui mi raccontò qualcosa e capii che le cose gli erano girate male. Provai a dargli una mano. Mi ringraziò.
Poi ho avuto solo sue notizie indirette e sporadiche, ma ne conservavo un ricordo piacevole, d’istintiva affinità.
Ora leggo su FB che è morto dopo diciotto mesi di malattia inesorabile.
Ma cazzo…
Un abbraccio, Valerio Mennini.
PS: grazie a Cristina Lombardi per la foto. Redazione de “Il Giornale della Toscana”, 1998/99. Da sinistra: Aldo Fiordelli, Valerio Mennini, Massimo Del Gigia, Cristina Lombardi, Paolo Vannini.