Purtroppo quest’anno ho dovuto saltare l’appuntamento. Ma l’ho seguito a distanza e ho “interrogato” in proposito alcuni addetti ai lavori. Ecco, in bene e in male, ciò che mi hanno detto.

 

Tra rinvii, bolle covid e venti di guerra, anche quest’anno il tour de force delle anteprime del vino toscano è finito. Ma i motivi per parlarne, nel bene e nel male, restano.

Ecco un collage delle impressioni che ho raccolto. Le riporto così come sono venute.

Il caustico Carlo Macchi mette il dito in alcune criticità: “La sede e l’organizzazione della Chianti Classico Collection sono state praticamente perfette. Peccato solo che il primo giorno la conferenza stampa sia stata fatta a pochi metri dai tavoli. Chi sedeva lì ha dovuto interrompere gli assaggi perché c’erano persone in piedi ad ascoltare, praticamente appoggiate. A San Gimignano, invece, i vini la mattina erano a temperature artiche, impossibile quindi assaggiarli con costrutto, mentre nel pomeriggio erano artiche le sale, come tutti hanno sottolineato. A Montepulciano la kermesse non è stata gestita male ma, poichè la conferenza stampa veniva proiettata nelle sale di degustazione, l’hanno fatta durare due ore, troppo. La cosa più divertente di tutte, si fa per dire, è stata però l’ultima, l’Altra Anteprima, dove le luci in sala erano viola, una vera follia ma soprattutto il segnale che chi organizzava non capiva nulla di vino e di degustazione“.

Fa un discorso a più lunga gittata, sul senso generale degli eventi-anteprima del vino, l’amico Andrea Gabbrielli: “Ormai da tempo gli assaggi delle varie annate in degustazione, dal Brunello al Chianti Classico, dal Vino Nobile a Bolgheri, confermano che, a differenza del passato, l’andamento stagionale più o meno favorevole ha un peso sempre meno importante ai fini della realizzazione del vino. L’alto livello di specializzazione nella gestione dei vigneti raggiunto nelle principali aree vinicole toscane, insieme ad un lavoro in cantina sempre più sapiente e attento, sta permettendo di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e di produrre vini in cui le differenze tra le annate non sono così marcate come un tempo. Una grande passo avanti che fa ben sperare per il futuro e che segna una crescita generalizzata del mondo del vino toscano“.

Punta sul ritorno alla socialità del vino il presidente di Aset, Leonardo Tozzi: “Il ritorno delle Anteprime è stata una bella notizia per chi come me è un fan della socialità. Il vino è tornato sulle tavole vere, tra le persone, recuperando il suo ruolo originario, salutando gli intermezzi palliativi che abbiamo dovuto accettare per necessità. Ho apprezzato in particolare il format, adottato dal Chianti Classico e dalla Vernaccia di San Gimignano, delle cene stampa-produttori, con massimo dieci commensali, dove si fa davvero una conoscenza coi vignaioli e i loro vini. Il messaggio che esce da queste Anteprime è la ricerca di una più convinta dimensione professionale dell’evento fieristico, senza perdere tuttavia quel carattere leggero che è il bello del vino e che serve al vino!“.

Molto analitico un degustatore di lungo corso come Rocco Lettieri: “In generale è andata bene, con tanta stampa importante nonostante le restrizioni. Nel confronto tra Chianti e Morellino mi ha colpito il secondo, che era in crescita da anni ma stavolta si è rivelato super per qualità diffusa: nessun campione debole, grande eleganza, a dimostrazione che è proprio il modo di lavorare di tutti i produttori che è cambiato, un gran ben segnale anche verso il mercato. Nel Chianti Classico, se l’annata 2020 si è confermata fine e piacevole, la 2019 si è ribadita grandiosa, opulenta, dal grande futuro. Bene anche la Gran Selezione: la 2016 è una grande annata ma è la tipologia in generale a crescere e non a caso aumenta anche il numero delle aziedne che la producono“.

Adolfo Benvenuti, enologo di Badia di Morrona dei Gaslini Alberti, ha partecipato sia all’Anteprima del Chianti sia a quella della DOC Terre di Pisa: “In generale abbiamo trovato un pubblico più ristretto che in passato, ma anche più selezionato e attento e ciò è importante per aziende e territori come i nostri. Anche la stampa, con un’ampia rappresentanza straniera, ha mostrato molta curiosità nei confronti delle anteprime dei nostri vini, quindi per quanto mi riguarda il bilancio è positivo“.

Di Chianti Lovers racconta anche Chiara Bellacci, wine manager di Torre a Cona, tenuta sui colli fiorentini dei Rossi di Montelera: Molto positivo il ritorno in Fortezza da Basso al Padiglione Cavaniglia. L’apertura domenicale ai consumatori finali, protrattasi fino alle 22, ha portato un pubblico mediamente giovane e preparato, con corsi di qualificazione professionale alle spalle o con un interesse consapevole: ad esempio molti hanno voluta fare confronti tra le annate in degustazione. La partecipazione della stampa è stata buona, mentre la presenza di operatori di settore è stata inferiore a quanto auspicato per la concomitanza con un’altra manifestazione molto attraente per agenti e ristoratori

Soddisfatto anche Filippo Vanni, direttore export Ricasoli 1141 Castello di Brolio: “Siamo stati molto contenti del ritorno della Chianti Classico Collection alla Leopolda, dove sono state presentate per la prima volta le Unità Geografiche Aggiuntive anche attraverso la chiara suddivisione dei banchi di degustazione delle aziende presenti. L’afflusso è stato ottimo soprattutto per quanto riguarda i visitatori domestici, con un pubblico qualificato e molti operatori. Emozionante la degustazione verticale di tutti i decenni del Chianti Classico che si è aperta con un Brolio Riserva del 1949“.

Lusinghiero infine, dopo l’Anteprima Morellino, anche il giudizio di Ludmila Deli, responsabile marketing della Fattoria Le Pupille: “E’ stato un momento di incontro con il nostro pubblico dopo due anni: c’era molto entusiasmo, voglia di scoprire finalmente dal vivo, incontrare i produttori. Abbiamo avuto riscontri positivi da parte dei giornalisti e appassionati sia sui nostri vini che sulla denominazione in generale e questo ci piace perché significa che il trend qualitativo del territorio è in crescita. Bene anche la modalità di svolgimento dell’evento, con uno spazio per la stampa e uno per gli appassionati.