Del mio cattivo rapporto coi corrieri come destinatario sapete tutti.
Mancavano però testimonianze dal punto di vista del mittente.
Eccole belle che pronte!
Tramite le PT mando un pacco in Germania. Le PT lo affidano al loro corriere di fiducia (mia no di sicuro), il quale dovrebbe prelevare il pacco dall’ufficio postale del paesello, portarlo al deposito provinciale e da lì, immagino con vari scali, a destinazione.
Dovrebbe.
Perchè, poichè trattano i pacchi come fossero pietre, inclusi lanci da distanze siderali e cadute da altezze vertiginose, nel viaggio il pur robusto, imbottito e scotchato pacco si rompe.
Poffarbacco, esclama il corriere, e ora che si fa?
Il furbastro, per trarsi d’impaccio, verga allora un rapporto di reso in cui falsamente afferma che un non meglio identificato “contenitore di liquidi” racchiuso nel pacco si è rotto, il pacco quindi cola ed è perciò intrasportabile. La colpa è perciò del mittente. Ergo avvolge il tutto in km di nylon, tanto per sottolinearne la colosità, e lo rimanda al mittente medesimo, presso l’ufficio postale di partenza.
Notare la prima comica: in quanto colante il pacco non può viaggiare in avanti verso il destinatario, ma può viaggiare a ritroso. Fantastico.
Comunque l’ufficio postale riceve il pacco e mi manda un criptico avviso di giacenza, con l’invito a presentarmi al più presto in quanto il pacco è “scondizionato“.
Mi presento ed in effetti il volume del collo è raddoppiato per effetto di una pellicola blu avvolta talmente tante volte attorno da far pensare che sia esploso, o che dentro ci siano acque radioattive oppure liquami ad alto potenziale olfattivo. Mi spiegano che “scondizionato” vuol dire “privo delle condizioni per essere trasportato“.
Io però sono molto perplesso perchè dentro, tra le tante cose, c’erano sì anche due boccettine minuscole, ma così ben imbottite e sigillate da essere a prova di carro armato.
Dal tracciamento si rileva inoltre che il pacco è partito integro ed è stato rotto solo dopo la prima tappa, quindi quando era nelle mani del corriere.
Mi vengono sottoposte allora, direttamente allo sportello, due alternative:
1) prendere il pacco, portarlo a casa, rifarlo e rispedirlo, pagando ovviamente di nuovo la spedizione e sostituendo il contenuto eventualmente danneggiato (ipotesi che rifiuto, visto che la rottura non è stata causata da me e che pertanto pretendo il rimborso sia del pagato che del valore del contenuto danneggiato);
2) aprire il pacco in loco, cioè lì in diretta alla posta, davanti ai clienti in coda e con buona pace della privacy, ma senza farlo uscire dall’ufficio (altrimenti risulterebbe “riconsegnato al mittente“), verificare il contenuto, andare a casa a prendere ciò che, se danneggiato, andrebbe sostituito, tornare all’ufficio postale con scatola nuova, scotch, forbici etc, rimpacchettare il tutto ed usufruire del servizio di ri-spedizione senza pagare di nuovo.
Assai insospettito, scelgo l’opzione 2) e tolgo il nylon.
Come supponevo, non c’è infatti perdita di alcun liquido, nè traccia di un precedente percolamento, nè cartone umido. Nulla, insomma: dentro è tutto intatto. I cialtroni del corriere, però, per negligenza hanno danneggiato parecchio la scatola, che risulta in pratica squarciata e, non sapendo come fare, hanno simulato l’esistenza di un contenitore di liquidi rotto all’interno che avrebbe reso il pacco “scondizionato”, perciò da rimandare indietro.
Con sorriso beffardo ma occhi iniettati di sangue scatto allora copiose foto dimostrative della bugia, ostento anche alle mortificate impiegate l’evidenza di nessun percolamento su nessun lato nè sotto e quindi della menzogna del rapporto di reso, restituisco il pacco e prometto che tornerò domani per l’operazione di rimpacchettamento e rinvio.
Ora sono qui che penso.
Che faccio: aggiungo un po’ di deiezioni canine (o, perchè no, umane) inscatolate dentro a un fragile barattolo, in modo che al primo colpo del corriere il contenitore si rompa regalando il suo gradevole aroma al professionale vettore? Ci metto una bomba a tempo puntata sul giorno di stallo in deposito? Uso una scatola sottile, irroro il contenuto di antrace e avverto il destinatario, nell’improbabilissima eventualità che il collo gli arrivi intero, di non aprirlo per nessun motivo e di restituirlo al corriere?
Si accettano suggerimenti.