I corrieri, o meglio gli autisti che, per risparmiare tempo e non perdere nemmeno dieci secondi, così da non rischiare di dover mingere in una bottiglietta di acqua minerale, se le inventano di tutte, cominciano a starmi simpatici.
Oggi ne arriva uno.
Allo scopo di evitare, anzi proprio di prevenire fisicamente la malaugurata ipotesi che io gli chiedessi di percorrere i 50 metri intercorrenti tra il cancello e il mio portone, prima di suonare, credendosi non visto fa manovra e, anzichè col muso, si pone all’ingresso già col retro del furgone, pronto alla ripartenza.
Scende lasciando lo sportello aperto, suona, appoggia il pacchetto per terra, corre al volante prima che io risponda al citofono e quando chiedo chi è lui, già sgassando con la prima ingranata, bercia dal finestrino: “Paccoooo!”, sgommando via.
Che la mia fama ormai mi preceda?