di CARLO MACCHI
Ispirandosi a una vecchia canzone di Gianni Morandi (invece che d’amore, lui però muore di fame), il nostro dribbla il diluvio universale, tipologia “Docg Riserva” e trova rifugio a Calamandrana, da Violetta. La quale non canta, ma fa cantare Maria. In cucina.

Era novembre e pioveva.
Di solito nell’astigiano novembre è DOC, se la giornata è piovosa DOCG.
Era una giornata DOCG Riserva e assieme ai resti della squadra di Winesurf che si era cimentata in assaggi “barberosi” (come direbbe il nostro grande vecchio Pierlorenzo Tasselli) stavo valicando le colline astigiane in direzione Alba.
Si stava avvicinando paurosamente l’ora di pranzo e con Pierlorenzo Tasselli e Pasquale Porcelli al seguito farsi trovare sguarniti di proposte attorno alle 13 equivale all’innesco di una serie di litanie, musi lunghi, pericolosi cali di zucchero che si riflettono sul morale, a maggior ragione di fronte ad una giornata novembrina DOCG Riserva. Per questo, prendendo ispirazione da Winnie the Pooh, mi stavo battendo la zampa sulla testa dicendomi “Pensa, pensa”.
Quando già incominciavo a disperare il sistema Winnie dà i suoi frutti. Mi viene in mente un locale piuttosto piccolo, a conduzione familiare, dove avevo mangiato benissimo qualche tempo prima. Purtroppo i ricordi si fermano ad una signora bravissima in cucina, ad una famiglia che le ruota attorno, il tutto all’interno di una sala calda, non molto grande, familiarmente elegante.
Rimetto in moto il sistema Winnie e soprattutto il moderno telefonino di Pasquale ed alla fine il quadro è chiaro. Stavo pensando al ristorante Violetta vicino a Calamandrana.
Sempre grazie alla tecnica moderna troviamo il numero e prenotiamo. Prima ho detto “vicino” a Calamandrana non ha caso. Dobbiamo infatti uscire dal paese, seguire alcune indicazioni e dopo pochi chilometro riusciamo a vedere attraverso la pioggia il piazzale del ristorante.
Piazzale che in precedenza doveva essere il cortile di una cascina (dove, scopriremo poi, si costruivano carri agricoli). Negli anni sessanta la famiglia Lovisolo aveva aperto un piccolo negozio di alimentari e un bar di borgata. Piano piano questi due locali sono diventati il ristorante di oggi.
Adesso siamo seduti in una sala che, anche per grandezza, ricorda il salone grande di qualsiasi vecchia casa. Tavoli, apparecchiatura, ambiente, depongono straordinariamente a favore della rilassatezza: sembra quasi che stia smettendo di piovere.
Noi ci concentriamo però sul menù iperpiemontese recitato rigorosamente a voce da Carlo, figlio di Maria, colei che da sempre è regina della cucina. Le nostre sono scelte classiche: prima della carne battuta al coltello, poi tajarin al ragù, ravioli con il sugo di arrosto e gnocchi della casa.
Come secondi scegliamo la faraona ripiena e la rollata di coniglio, solo perché manca la meravigliosa finanziera, piatto veramente da non perdere quando Maria lo prepara. Ma sia la faraona che il coniglio sono all’altezza delle aspettative e mano a mano che i piatti si svuotano il cielo sembra rasserenarsi. Forse il merito sarà anche delle due bottiglie di Barbera che abbiamo scelto da un’ampia carta, molto incentrata sui vini locali.
Per li dolce diamo mandato a Pierlorenzo di rappresentarci e lui sceglie un semifreddo (che cominciasse a sentire caldo?) al torrone.
Al termine, serviti e coccolati (pure troppo) da Carlo ci accorgiamo che sono passate due ore abbondanti e Alba ci aspetta. Paghiamo un conto corretto, attorno ai 45 euro a testa e usciamo belli caldi dal locale, scordandoci gli ombrelli nell’ombrelliera.
Basta un attimo per ricordarseli: fuori infatti la giornata novembrina DOCG Riserva non si era per niente placata, ma quelle due ore in compagnia dei piatti di Maria Lovisolo ci avevano aperto un gustosissimo squarcio di sole.

Ristorante Violetta
Valle S. Giovanni 1, Calamandrana (AT)
Tel. e Fax 0141.76.90.11
Mail: info@ristorantevioletta.it; ristorante.violetta@libero.it
Sito web: www.ristorantevioletta.it

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