Consapevole che, con quanto sto per scrivere, mi farò qualche ulteriore miliardo di nemici, mi sento di affermare con assoluta certezza che il livello di vaniloquio raggiunto su ogni tipo di media in materia di vino nelle più variegate accezioni e spigolature, cibo, chef, ristoranti, mixology, ape-qualcosa e relative mascherate con divise d’ordinanza ed ebeti col calice in mano è giunta un livello tale di imbecillità e di intollerabilità da indurmi quasi, pur di evitare ulteriori supplizi alla mia pazienza, a diventare astemio.