Scatta giovedì il Pellegrinaggio Artusiano 2013 per giornalisti (info qui): 111 km di marcia in 96 ore per rendere omaggio alla memoria dell’Artusi. Stavolta si va in Langa: da Monforte alla biblioteca di Marmora, in val Maira, solcando le vigne del Dogliani.
Prendi gli undici pellegrini fondatori, quelli che nel 2011 andarono da Forlimpopoli a Firenze per il centenario dell’Artusi, il padre della gastronomia italiana. Togline quattro, impossibilitati per ragioni contingenti, e aggiungine uno. Fanno otto. Metti sul piatto qualche volonteroso che si aggrega in qualche tappa. Mescola tutto con l’aggiunta di un monaco eremita benedettino che, in una spelonca di montagna dove parlano occitano, decide di creare una biblioteca e ci accumula (da solo) sessantamila volumi. Poi metti un vino (il Dogliani docg), un vitigno (il Dolcetto) e un’azienda (Clavesana, qui), che fanno da benzina, da paesaggio e da sostenitore, trovando ragionevole che un gruppo di pazzi scarpìni per quasi 30 km al giorno con un libro e una bottiglia nello zaino giusto per portare un “messaggio” di solidarietà e di conoscenza (enogastronomica e non) all’eremita. Agita, senza shakerare, e avrai il Pellegrinaggio Artusiano 2013, che fa da seguito – nelle gambe e nello spirito – a quello del 2011. E che certamente non sarà l’ultimo.
Ormai tutto è pronto: domani, 15 maggio, tappa di avvicinamento a Monforte d’Alba, località di partenza (da Paolo Boffa di Cascina Amalia per la precisione, ottimo produttore…) e poi, il 16 mattina, via alla camminata.
Il programma e i dettagli sono qui.
Protagonisti, oltre al sottoscritto, un manipolo di colleghi e amici di cui potrete trovare una nota personale anche qui, sul sito del pellegrinaggio. Il quale per tutti i quattro giorni sarà, proprio come la pagina e il profilo FB e tutte le altre diavolerie che mi dicono esistere (Twitter, etc), aggiornato in diretta con cronache, foto, vesciche e brindisi vari.
Il senso di tutto ciò (cioè del Pellegrinaggio Artusiano)?
Semplice e complesso al tempo stesso. Il valore intrinseco di percorrere lentamente luoghi e paesaggi, con il tempo che ciò richiede e concede per parlare, conoscersi, osservare. Le amicizie che da ciò nascono e si consolidano. La presenza “sul campo” e il contatto “fisico” con posti, prodotti, sapori, produttori di cui spesso si parla fugacemente o per sentito dire. L’esperienza di usi, tradizioni, stili di vita visti dal di dentro e con i ritmi necessari. La divulgazione. Il piacere (conviviale e non) di stare insieme. Quello di stappare tante bottiglie, di Dogliani in questo caso, e di intrattenersi a lungo con chi le produce, “ragionandoci” mentre si passeggia. E poi, ovviamente, raggiungere la meta finale con un omaggio: stavolta la casa di padre Sergio, che a Marmora, nelle Valli Occitane, da anni va inseguendo il sogno di realizzare una biblioteca pubblica in una località con appena un centinaio di abitanti. Da solo si è procurato, catalogato e sistemato 60mila volumi, praticamente 600 per abitante: ognuno dei pellegrini gli porterà un nuovo libro e una bottiglia di vino, per farsi poi tutti insieme una “bisteccata” finale.
Ecco il nome dei valorosi camminatori: Serena Guidobaldi, Rosanna Ferraro, Marco Peroni, Marco Sodini, Kyle Phillips, Pier Orler, Tommaso Chimenti e io.
Ah, dimenticavo: chi volesse unirsi anche per una sola tappa, può farlo prenotandosi senza formalità presso Clavesana (0173 790451 o manuela@inclavesana.it).