Avevo giurato di no, per le logiche partitiche di un’elezione individuale. Mi hanno convinto, ma resto “un indipendente tra i non allineati” (qui). Programma (qui): profilo freelance, assicurazione, accesso alla professione, stop al giornalistificio, equo compenso. Al Regionale: “sportelli OdG” nei capoluoghi e un Ordine più “vicino”. In ogni senso. In particolare agli autonomi.
L’avevo annunciato più volte e a chiare lettere: mai più candidature. Nè all’Odg, nè all’Assostampa, nè altrove. Mi appariva (e mi rimane) inconcepibile il principio secondo il quale, per partecipare (con una minima speranza di successo) a un’elezione individuale, ti devi “apparentare” con una delle correnti, dei partiti, delle parrocchie dei giornalisti.
Ovviamente non ho cambiato idea. E ho sempre detto di no alle tirate di giacchetta che ho ricevuto nell’ultimo triennio per entrare in qualcuna della malefiche (tutte, indistintamente) cordate elettorali. I motivi, sempre gli stessi: non voglio avere al bavero distintivi che non ho mai avuto.
Invece ho deciso, proprio stamattina, di ricandidarmi, tra i professionisti, per il consiglio dell’Ordine della Toscana. Smentendo quanto detto fino a ieri sera agli stessi amici e colleghi che insistevano affinchè mi facessi avanti.
Chi mi conosce, sa quanto mi stia a cuore la coerenza e quanto mi costi fare retromarce.
Perchè lo faccio, allora?
Perchè qualcuno ha avuto l’abilità dialettica di attirarmi in una sorta galassia movimentista (qui), snocciolandomi una dopo l’altra tutte le cose che, nella nostra professione, mi fanno andare il sangue agli occhi e contro le quali, in questi anni, mi sono scagliato: la granitica indifferenza del sistema verso la necessità di dare ai giornalisti freelance un inquadramento formale; i boicottaggi al censimento (qui) che ho lanciato sugli stessi e il suo stupefacente risultato (qui); il giornalistificio che non accenna a rallentare, affossando l’intera professione; la sistematica elusione di nodi vitali per i giornalisti autonomi come assicurazione (non verso i terzi ma personale, a 360°, vedi qui); le camarille generali sull’equo compenso e l’idea di una commissione-ombra che ho appena lanciato (qui); la melensa retorica che avvolge ogni questione professionale rendendola stucchevole (e insolubile) per eccesso di buonismo.
Per la Toscana farò il possibile innanzitutto affinchè, dalla prossima consultazione, le sedi di voto siano aumentate, o almeno si organizzi un sistema organizzato (a spese dell’Ordine) per non costringere i giornalisti delle province meno fortunate a essere degli astenuti-per-forza-di-cose. Vorrei una presenza costante, se non uno “sportello odg” in ogni capoluogo provinciale, per un contatto, anzi un coinvolgimento più diretto dei giornalisti in casa propria. Il che si traduce in aumento della consapevolezza professionale.
Ecco, il mio programma è questo. Chi vuole approfondire, lo può leggere meglio qui. Trasversale, come si vede, a correnti e ideologie.
Non mi faccio soverchie illusioni, naturalmente. Nè di essere eletto, nè di ottenere chissà quale rivoluzionario risultato.
Ma in un ambiente ampiamente addomesticato com’è il nostro, le voci un po’ selvatiche e poco accomodanti servono e la mia lo è di sicuro.
Mi trovo a fianco di colleghi, spesso anche amici (nella medesima galassia per la Toscana ci sono Domenico Guarino e Marco Gemelli, per il nazionale c’è Fabrizio Morviducci), a cui va la mi stima professionale al di là degli schieramenti e delle divergenze di pensiero.
Questo blog, la pagina FB e tutti i miei recapiti sono a disposizione di tutti quelli che volessero discutere, approfondire, proporre.
Con l’invito a tutti, il 19 e il 26 maggio, ad andare a votare.
Per me o altri, non ha importanza. Basta che si faccia aria nuova.