VIAGGI&PERSONAGGI, di Federico Formignani.
Una collega e il fidanzato mi invitano ad accompagnarli nella splendida città austriaca che dette in natali a Mozart. La visita a piedi è così intensa da non lasciare fiato per le effusioni…

 

Nel settembre del 2007 mi trovavo a Innsbruck per un convegno sulla scoperta, la storia, le deduzioni scientifiche, i dualismi austro-italiani e, perché no, lo “sfruttamento” mediatico ed economico del celeberrimo Őtzi, la mummia nel 1991 in Val Senales e ora al Museo di Bolzano. Una collega e amica tedesca di Ratisbona, Sabine Teisinger, dato che il convegno finiva il venerdì, mi propone di passare un fine settimana a visitare Salisburgo, città dove lei avrebbe incontrato il fidanzato (austriaco): ti faremo da guida e per favore non sentirti come terzo incomodo!

Affare fatto.

Sabato mattina sia Sabine che Franz – uno spilungone dai capelli rossastri – suggeriscono di iniziare la visita della città dal celebre Cafè Tomaselli, uno dei preferiti del grande compositore: un buon caffè e qualche dolcetto predispongono corpo e anima nel migliore dei modi per immergersi nell’abituale affollamento che invade tutti i luoghi famosi di Salisburgo.

Da dove cominciare se non dalla Mozart Geburtshaus (casa natale di Mozart)? Trasformata in museo dal 1880, è senza ombra di dubbio la meta più frequentata dai visitatori che si recano a Salisburgo. Cose belle da vedere ce ne sono in grande quantità in questa città che regge il confronto con altre famose per l’arte e la cultura: Venezia, Firenze, Praga, per citarne alcune. Ma la dimora in cui è nato il genio austriaco esercita un fascino particolare: chiusa ai lati da edifici barocchi, affaccia su una piccola piazza che da sotto un arco si protende, si direbbe in mozartiana fuga, verso la Salzach, il fiume che divide in due parti Salisburgo. All’interno, tutto evoca la troppo breve esistenza del compositore, morto nel 1791 a soli trentacinque anni: personaggi, costumi, scene, i suoi primi strumenti musicali (violino, viola, spinetta) oltre a partiture, lettere, ricordi e curiosità varie. Vi si recano anche i molti appassionati di musica, ammirati e increduli al pensiero dell’enorme produzione, tutta di eccelso livello, partorita in così pochi anni da Mozart: oltre trecento lavori tra sinfonie, concerti, serenate, divertimenti, danze, composizioni di musica da camera, messe, drammi sacri, oratori, Lieder, opere teatrali. Anche se l’artista non ha vissuto molto tempo nella sua città natale, davvero Salisburgo si identifica con Mozart e a lui deve il fatto di essere celebre nel mondo intero. Debbo confessare che quest’ultima considerazione è farina del sacco di Sabine e Franz.

Musica e festival a parte, Salisburgo presenta altri notevoli spunti di interesse culturale che, per risultare meglio apprezzati, richiedono una visita a piedi; ed è quello che facciamo, anche perché il nucleo storico cittadino è una grande isola pedonale. In un’area compresa tra soli mille metri lungo il lato sinistro del fiume e cinquecento sino alle monte dei Monaci sono concentrati campanili, chiese, cupole e chiostri; poi teatri, fontane, cimiteri, antichi palazzi con raccolti cortili nei quali l’accoppiamento barocco-rococò viene bilanciato dal romanico e dal gotico oramai proiettato verso la gioia del Rinascimento. Salisburgo è città di lingua e tradizione tedesca con una peculiarità che la rende diversa dalle altre città di Austria e Germania: qui gli incontri, la musica, la cultura, esprimono vitalità, gioia, poesia; anche i suoi monumenti, quindi, non hanno traccia di pesantezza, austerità, melanconia. Salisburgo, suggerisce Franz, è città gioiosa. Lo testimoniano i milioni di turisti che ogni anno la frequentano, tra i quali moltissimi giovani attratti dai centri musicali, dall’università, dalle biblioteche e dai musei. La città vecchia nella quale siamo immersi è sovrastata dalla collina del Mönchsberg (542 metri) la cui sommità offre un panorama articolato sull’intero abitato, sul fiume e sulle Alpi bavaresi. La cima è raggiungibile a piedi o per mezzo di una funicolare e ospita il castello-fortezza di Höhensalzburg (Salisburgo alta), la più grande e meglio conservata opera militare dell’Europa centrale, costruita dall’arcivescovo Gebhart nel 1077 sui resti di un antico castrum romano; all’interno del castello c’è la camera delle torture con alcune celle e c’è la camera d’oro (Goldenesstube) con pitture e intarsi tardogotici che conserva una splendida stufa in maiolica del 1502. Il pezzo pregiato (famosissimo, dice Sabine) è però rappresentato dal Toro di Salisburgo (Salzburgerstier): un organo anch’esso del 1502, così chiamato perché gli accordi di inizio e fine corale riproducono il muggito di un toro. Due i locali noti nelle vicinanze del castello: il Winkler, caffè- belvedere con terrazza panoramica e la Peterskelle, rinomata cantina-ristorante del 1529 presso la quale si può degustare l’eccellente Prälatenwein, il vino dei prelati. L’estrema pendice orientale del Mönchsberg è occupata dal Nonnberg (monte delle Monache) il più antico convento in terra germanica, condotto dalle benedettine sin dalla sua fondazione, avvenuta nell’anno 700 circa ad opera di San Ruperto. Si ha ragione di credere, ricorda Sabine, che in questo luogo sorgesse il primo nucleo di Salisburgo; una fortezza posta a sorveglianza del fiume e delle barche che trasportavano il salgemma, da cui il nome della città. Nella cripta della chiesa del convento si trova la tomba della prima badessa, Santa Erentruda.

Scendendo nella Salisburgo bassa, ecco le tre principali piazze della città vecchia: piazza del Capitolo, Domplatz (piazza del Duomo) e piazza della Residenza. Nella prima spicca il palazzo arcivescovile (XVII-XIX secolo) con al centro la monumentale fontana edificata nel 1732. Nella piazza del Duomo subito risalta l’armoniosa facciata in marmo bianco della Cattedrale, a tre piani con pilastri classici coronata da frontone, chiusa da due eleganti torri alte ottantadue metri. La porta mediana del Duomo, dedicata alla Carità, è opera dell’italiano Manzù. Il grandioso interno della chiesa, capace di diecimila persone, è a tre navate con transetto e cupola sulla crociera. Notevole è poi il fonte battesimale, fuso nell’anno 1321. Nel locale Museo del Duomo sono conservati il bastone pastorale e la fiasca da viaggio di San Ruperto. Piazza della Residenza è la più grande piazza della città e prende il nome dall’edificio che la delimita a ovest, l’ex residenza dei Principi-Vescovi. Al centro della piazza campeggia la grande fontana barocca a tre vasche di differente circonferenza. L’elegante e sontuosa reggia della Residenza è stata costruita fra il 1595 e il 1619 e ospita fra l’altro, in quindici spaziose sale, circa duecento quadri della pittura europea dal XVI al XIX secolo (Tiepolo, Guercino, Rembrandt, Rubens ecc.). Un altro edificio della piazza è l’Edificio Nuovo, iniziato nel 1592, oggi sede del governo regionale; di questo palazzo è famoso il Glockenspiel, la torre campanaria della facciata che contiene un celebre carillon fiammingo, montato nel 1702: trentacinque campane diffondono musica classica tre volte il giorno: alle ore 7, alle 11 e alle 18.

Per completare la visita del centro storico, decidono Sabine e Franz, non va trascurato il Cimitero di San Pietro, il più antico della città, sistemato a porticati nel 1627 e le Catacombe scavate nella viva roccia, luogo di preghiera dei primi cristiani nel III secolo dopo Cristo. Altri interessanti monumenti sono la chiesa dei Francescani e la chiesa dell’ateneo, del collegio; uno dei più pregevoli esempi di barocco austriaco. L’Hofstallgasse (via del cortile della stalla) divide due importanti edifici: il palazzo del festival, sorto sull’area delle antiche scuderie e dei maneggi dei Principi-Vescovi e quello della vecchia Università, fondata nell’anno 1623; oggi ospita la biblioteca universitaria, ricca di preziosi manoscritti e migliaia di volumi. La “città borghese”, infine, si sviluppa attorno alla Getreidegasse (via dei cereali); qui si trova il vecchio municipio, caratterizzato da un simpatico miscuglio di stili: gotico, barocco, rococò; poi la casa di Mozart, la piccola piazza del mercato vecchio con la fontana di San Floriano; edifici settecenteschi fra i quali spiccano quello dell’ex farmacia di corte, in stile rococò e quello del già frequentato caffè Tomaselli. Il proseguimento della via dei cereali è dato dalla via degli ebrei, sede dell’antico ghetto sino all’espulsione degli ebrei avvenuta nel 1404; questa è un’area dalla decisa impronta medievale.

Non ci resta che attraversare il fiume e visitare i luoghi più interessanti della riva destra, dicono le mie speciali guide; e così facciamo, iniziando dal Kapuzinerberg (colle dei Cappuccini, 638 metri) che è un pezzetto di bosco in piena città, meta di gite, pic-nic e passeggiate romantiche. Verso il fiume c’è il Convento dei Cappuccini, fatto costruire dal 1599 al 1602 dall’arcivescovo Dietrich; attualmente ospita una decina di frati. Sotto la collina, lungo la medievale via Linz, merita di essere visitata la chiesa di San Sebastiano, ricca di una cancellata settecentesca e di un portale in marmo; la chiesa è collegata al suggestivo cimitero a porticati nel quale riposa Paracelso, morto a Salisburgo nel 1541. La più grande e animata piazza della riva destra (caffè, alberghi, negozi, ristoranti) è la Makartplatz, che prende il nome dal pittore locale H. Makart (1840-84) ed è dominata dall’alta facciata concava della Chiesa della Santissima Trinità. Poco più avanti ecco il Mozarteum, conservatorio di musica dedicato in particolare agli studi mozartiani; nel giardino è sistemata la casetta in legno del Flauto Magico nella quale Mozart terminò di comporre, a Vienna, l’omonima opera. Dietro la Schwartzstrasse (via Nera) si allarga l’area occupata dal giardino e dal castello Mirabell, oggi residenza del sindaco di Salisburgo.

Sabato impegnativo quello mio con Sabine e Franz! Per la domenica, prima di lasciarci, concludiamo il breve flirt con la città e con Mozart, con una rilassante gita in battello sulle acque della Salzach.