Se ufficialmente tutto tace – il che significa che si lavora, con la mediazione di politica e istituzioni, per trovare una soluzione alla crisi enodiplomatica aperta dal Chianti – proprio su questo fronte si aprono le prime crepe. Rufina: quanto approvato è diverso da quanto da noi richiesto.

 

Dopo la bomba dell’11 novembre, con la quale il Consorzio del Vino Chianti annunciava l’approvazione di una richiesta di modifica al proprio disciplinare di produzione per richiedere l’introduzione di una “menzione” Gran Selezione che di fatto clona, come termini, parametri e obbiettivi strategici, quella già adottata nel 2014 dal Chianti Classico, il quale a sua volta non l’ha presa bene, tutto tace nell’ambiente del vino toscano.

Segno che sotto traccia si lavora alacremente sia per trovare una soluzione alla crisi diplomatica che, neppure troppo velatamente, rischia di mandare in frantumi la pax regionale in materia, sia per dare una risposta ai parecchi interrogativi (vedi qui) che la vicenda, ricca di punti oscuri e di probabili doppi giochi, sta sollevando tra gli addetti ai lavori, giornalisti compresi.

In attesa che si concludano le parlamentazioni informali tra i vari vertici consortili e la Regione Toscana, a cui seguiranno le riunioni dei rispettivi consigli e le probabili rese dei conti – visto che, al di là della forma, tutti conoscono tutti e spesso siedono contemporaneamente in più sinedri consortili – ci pensa però un comunicato del Consorzio del Chianti Rufina, sottozona del vino Chianti, a rompere gli equilibri e a prendere le distanze dal fratello maggiore con una presa di posizione nettamente contraria: le modifiche approvate  – dicono – non corrispondono nella sostanza a quanto da loro richiesto, pertanto sono pronti a rinunciare alla tipologia Gran Selezione e a proseguire col vecchio progettoCru di Vigna” del 2015.

Qui sotto ecco il comunicato nella sua intererezza.

La miccia è accesa, si aspetta il botto

 

“Considerazioni sulla modifica del disciplinare di produzione del vino Chianti relativa all’introduzione del Chianti Gran Selezione. Coda Nunziante: “Le modifiche approvate dall’Assemblea del Chianti sono sostanzialmente diverse da quanto richiesto dal nostro Consorzio.

 

La proposta di modifica al disciplinare di produzione del vino Chianti DOCG approvata dall’assemblea dei soci del Consorzio in data 11 novembre 2019, contiene molti elementi di revisione e di semplificazione delle regole che il Consorzio Chianti Rufina condivide. Altri aspetti, invece, richiedono precisazioni e puntualizzazioni necessarie a chiarire quali sono i principali obiettivi e relative iniziative che il Consorzio Chianti Rufina intende attuare nell’immediato futuro.

Il Consorzio Chianti Rufina, fin dall’assemblea del 2015, aveva avanzato al Consorzio Chianti una proposta di modifica al disciplinare da attuarsi secondo un progetto provvisoriamente denominato “Cru di Vigna” che prevedeva la tracciatura della provenienza delle uve selezionate dalla singola vigna aziendale. “La procedura è già contemplata dal disciplinare con la menzione vigna” dichiara il Presidente Cesare Coda Nunziante “ma la nuova proposta conteneva ulteriori elementi restrittivi mirati verso la ricerca di un innalzamento della piramide di qualità del vino Chianti Rufina DOCG e di una maggiore identificazione territoriale”

In realtà, le modifiche approvate dalla recente Assemblea del Consorzio Chianti riguardo alla menzione Gran Selezione non corrispondono nella sostanza a quanto richiesto dal Consorzio Chianti Rufina. Manca un preciso riferimento all’obbligatorietà dell’adozione della “menzione vigna” -che sarebbe eventualmente lasciata all’iniziativa dei singoli; manca un vincolo sull’uvaggio, che nel progetto Rufina è rappresentato da Sangiovese al 100%; e manca una regolamentazione dell’affinamento nel legno. “Uno degli obiettivi importanti di questo nuovo progetto” prosegue Coda Nunziante, “era differenziare il nuovo vino dalla tipologia Riserva, usualmente percepita dai consumatori come ‘selezione di cantina’; volevamo invece un vino che affondasse la sua eccellenza e la sua armoniosa diversità nel terreno su cui è stato piantato. Sotto questo profilo, il nostro progetto si differenzia anche dalla Gran Selezione del Consorzio Chianti Classico”.

In conclusione, la maggioranza dei produttori aderenti al Consorzio Chianti Rufina si è dichiarata pronta a rinunciare alla tipologia Gran Selezione, ma altresì intenzionata a proseguire il suo progetto originale, volto anche ad una maggior distinzione, presso il consumatore, delle varie tipologie di vini all’interno della piramide della Docg: Chianti Rufina – Riserva – Selezione di Vigna.

“E’ già da diverse vendemmie che abbiamo tracciato i nostri migliori vigneti” conclude Coda Nunziante “ed è desiderio di tutti noi poter presentare a breve queste selezioni sul mercato nazionale ed internazionale, e far apprezzare la qualità del Sangiovese coltivato ad altitudini più elevate

Rufina, 22/11/2019”.