Come ogni 1° aprile, da un imprecisato cinquantennio, stasera comincia il più sgangherato ed esclusivo torneo di pedate del modo. Apre Sbronzi di Riace vs Pittifalli, tanto per capirsi. La novità? Si tenta di tornare alla scarponitudine originaria.

Stasera a Matteo Renzi fischieranno sicuramente le orecchie: comincia infatti a Firenze la Chaltron’s Cup.
In Piazza della Vittoria nessuno ha dimenticato infatti quando il premier millantò di aver giocato nel torneo di pallone (il calcio è un’altra cosa) più anglobecero, campanilista e selettivo del mondo.
Chi vuole capire meglio ciò che adesso non ho il tempo di spiegare, vada a vedersi un mio vecchio post qui.
Quello che mi preme di sottolineare ora è invece  la ritrovata vena transgenerazionale di questa sorta di Palio di Siena giocato in undici e con la palla tra i piedi.
Oggi, come consuetudine da 49 anni (o 48? Oppure 50? Il bello è anche questo: la Chaltron è africana, si sa che sei nato perchè esisti, ma di preciso non si sa quando e Rimbotti è lo sciamano di tutti), i vincitori del 2014, gli Sbronzi di Riace, aprono la contesa incontrando i Pittifalli. Formazione gloriosa, quest’ultima, con la quale incrociai i tacchetti per decenni nelle polverose arene di Brozzi, del Poliri, dell’Affrico. Ora sono ancora in pista con vecchi chaltroni recuperati, nuove generazioni, maglia fiammante e calciomercato ancora in corso.
Segue Beuti (che, mi si dice, hanno fatto acquisti tra gli imberbi quartoginnasiali del Dante: e che nessuno mi faccia presente che il ginnasio non esiste più) – Banda della Maiala.
Così, per capirsi.
Dopo qualche stagione di Aventino, in dissociazione con la deriva troppo calcistica della manifestazione, quest’anno ci ho messo del mio per tentare di ricondurla ai valori fondamentali: originalità, intelligenza, scarponitudine. Il che vuol dire costringere i bravi, per giocare, ad aver bisogno degli incapaci.
Non tutti sono d’accordo, ma confido che i risultati convinceranno chi ha davvero a cuore la Chaltrons.
Gli altri si accomodino pure nel calcio serio.