100mila euro è costata alla Regione la figuraccia rimediata con le immagini ritoccate della campagna pubblicitaria che, anzichè esordire ieri alla Bit, è stata “sospesa” (ma non “ritirata”). “Per rifletterci su“, dice l’assessore. Non era meglio farlo prima?

 

Il gran giorno di presentazione della nuova campagna turistica “Divina Toscana” della Regione doveva essere ieri, 13 febbraio, alla BIT, la Borsa Internazionale del Turismo di Milano. Centomila gli euro sborsati all’agenzia romana Ls&Blu per la “pensata” di inserire elementi di fantasia nei paesaggi toscani più famosi, un milione e mezzo gli euro stanziati per la diffusione degli spot sui media e alle fiere, sette le sciagurate immagini che hanno fatto ridere o indignare (qui), secondo i punti di vista, mezzo mondo.
Doveva.
Perchè dopo l’ondata di proteste e anche la sconfessione pubblica, sebbene tra mille equilibrismi, del governatore Enrico Rossi (qui), ieri invece è toccato alla povera assessora al turismo Cristina Scaletti annunciare, nel pieno della giornata inaugurale della fiera, che la campagna è “sospesa“.
Cioè ritirata, come tutti speravano e pensavano?
No, sospesa e basta. “D’intesa con il presidente Rossi la nuova campagna di immagine è stata messa in una fase di attesa e riflessione, che svilupperemo nei giorni a venire in modo costruttivo e utile per la ricerca della soluzione ottimale. Le polemiche non appartengono a queste giornate di lavoro“, ha concluso mentre la gente si dava di gomito.
Resta da capire che ci sia da riflettere su un progetto che pareva (e ovviamente era) non solo pensatissimo, visto il suo ruolo strategico, ma decisissimo.
E mentre a Milano l’assessore si esercitava nell’improba impresa della scalata degli specchi dialettici, a Firenze il suo capo tornava ad andarci pesante (sempre politicamente e equilibristicamente parlando, si capisce): “Noi non siamo un ente di turismo qualsiasi che può fare quello che crede, noi abbiamo una politica complessiva che si basa sulla tutela del paesaggio, rispetto dell’ambiente, dei nostri centri» ha detto infatti Rossi ai giornalisti a margine dell’assemblea regionale della Cia Toscana. «La sua alterazione – ha proseguito Rossi – come avviene in questa campagna pubblicitaria, che è stata regolarmente affidata, con una gara, senza per questo delegittimare il lavoro dei dipendenti e funzionari regionali, è un fatto che, non a caso, ha suscitato così forti reazioni su cui io ho detto che è bene si rifletta un po’, perché è una campagna che tarocca il paesaggio della Toscana e ha provocato una reazione forte da parte di tanti cittadini aldilà del fatto che sia più o meno efficace sul piano pubblicitario e magari lo è“.
Morale (seria) della favola: è allarmante il fatto che, in una regione turisticamente matura e ricchissima, famosa nel mondo, come la Toscana, ci sia chi pensa che il modo più opportuno di promuoverla sia il banale abuso di cartapesta. Perchè ciò sottende un’idea niente affatto condivisibile, quella che la gente desideri vivere in una realtà di fumetti.