In uscita a primavera e diretta dal sottoscritto, www.sos-cretesenesi.net è la testata giornalistica destinata a sostenere la conoscenza di questo straordinario territorio e a difenderlo dalle brutture. Di ogni tipo: architettonico, paesaggistico, culturale, amministrativo, sociale. Senza peli sulla lingua, ma anche senza sciocchi apriorismi.

Soundtrack: http://www.youtube.com/watch?v=KPA1fH9wZIg “Unicorns”, June Tabor

crete senesi presso site transitoire by dani

Qualcuno ha idea di cosa voglia dire vivere in un’area che è bella (anzi, è rimasta tale) solo perché è depressa da mezzo secolo e che, per uscire dalla depressione, sembra avere come unica strada quella di seguire il più retrivo e ottuso modello di cosiddetto “sviluppo”, cioè il mattone, le villette, i nanetti in giardino, il turismo spinto con annessi e connessi, i poderi trasformati in alveari dalle più fantasiose architetture, l’idea che i turisti (meglio se arrivati in pullman) siano la panacea di tutti i mali, l’aumento di qualsiasi volume edificato e la sua trasformazione in abitazioni a fini speculativo/ricettivi o in palestre per l’esercizio del cattivo gusto di progettisti sciagurati e committenti ignoranti?
E ha idea di cosa voglia dire vivere in un’area in cui ciò che è rimasto di vero, di “selvaggio”, di profondamente rurale si pretende che resti tale (con chi ci sta dentro) non per tutelarlo dalla corruzione, ma per farne una sorta di giardino zoologico, di parco congelato e fisso, di riserva indiana da far visitare ai turisti di cui sopra, tanto per fargli vedere (e perfino fargliene provare l’ebbrezza, una volta all’anno e per vacanza, ovviamente: una sorta di vacanza-avventura) quanto sono dure e polverose certe strade sterrate in salita, quanto è difficile la vita quotidiana nelle frazioni isolate dove nell’Anno Domini 2010 non arriva l’acquedotto pubblico e non ritirano la nettezza urbana (casa mia, per esempio), quanto sono belli i paesaggi che – giustamente – si pretende vengano conservati, ma la cui conservazione si esige venga fatta, in perdita, da agricoltori obbligati, senza nulla in cambio, a fare da giardinieri di una comunità che è indotta ad apprezzare solo il lato estetico e non ciò che c’è dietro a tale faticosa bellezza?
Ecco, io un’idea ce l’ho. Chiarissima. Perché queste sono le Crete Senesi. Perché ci abito da vent’anni e la mia famiglia ci sta da secoli.
Per raccontare tutto questo – ma anche, più ampiamente, quello che succede, i fermenti, le idee buone e cattive, la gente, i problemi, le speranze, le tendenze – è nata SOS CRETE SENESI, la rivista on line da me diretta che sarà on line dalla prossima primavera e che, senza peli sulla lingua, ma anche senza sciocchi apriorismi, desidera essere una finestra aperta (a tutti e per tutti) su questo straordinario territorio. Ovvero sui comuni di Asciano, Rapolano, San Giovanni, Monteroni e Buonconvento. Sulla tanta campagna che c’è nel mezzo. Sul territorio circostante. E su tutte le vicende regionali, nazionali e mondiali che possano interferire, direttamente o indirettamente, con questa marginale, amatissima, a volte disgraziatissima realtà.
A rileggerci a marzo…