di LUCIANO PIGNATARO.
Il nostro torna sul luogo del delitto, ma nel frattempo è cambiato il “colpevole” (cioè l’enologo). Identica invece la qualità di queste 2mila bottiglie, che Luciano elegge anche a simbolo della “biodiversità meridionale”.

Abbiamo già avuto modo su Garantito igp di parlare di questa etichetta. Esattamente del Grecomusc 2008 nell’estate 2010, quando si era in tre a tirare questa carretta virtuale.
Ci ritorno volentieri perché la storia continua anche se la mano dell’enologo è cambiata: Vincenzo Mercurio è subentrato a Maurizio De Simone. 
Ma la conferma che il vino rispecchia soprattutto chi lo fa è la sostanziale continuità di stile tra le diverse annate nonostante i due bravi professionisti campani siano molto diversi fra loro, persino caratterialmente sono all’opposto.
Il Grecomusc, invece, mantiene la barra dritta sulla espressività minerale del territorio di Taurasi, Bonito e Passo di Mirabella dove vengono raccolte le uve per farne poco più di 2000 bottiglie.
Una delle tante perle della biodiversità meridionale, perché di questa uva si era sostanzialmente persa ogni traccia e resisteva nella memoria dei contadini irpini che la continuavano a coltivare.
 Il progetto di Contrade di Taurasi ci è sempre piaciuto per la sua razionalità logica e non commerciale, e dunque di alto profilo commerciale. Invece di mettersi a produrre fiano, greco, falanghina al pari di quasi tutte le altre piccole aziende irpine, la cantina di fondata da Sandro Lonardo, adesso gestita in prima battuta dalla figlia Antonella e dal genero Flavio Castaldo, ha rigorosamente seguito l’idea di valorizzare l’aglianico utilizzando solo lieviti non selezionati dopo l’incontro con il professore Giancarlo Moschetti, entrato anche lui nella partita. E, come bianco, il bel progetto su questa uva bianca a partire dal 2004.
Non sono dunque neanche dieci vendemmie, ma anche dalla prima verticale di Grecomusc svolta a Posillipo alla fine del 2011 si sono potuti mettere alcuni punti fermi: primo la longevità dei bianchi coltivati sul suolo vulcanico irpino. Secondo lo stile essenziale ed elegante della vinificazione in acciaio senza altri fronzoli. Terzo la forza e la potenza di questo bianco, tanto da poter essere imposto con successo al termine, pensate un po’ della verticale di Taurasi organizzata a Roma il 24 gennaio scorso.
 Il Grecomusc è vino di fascino, elegante, lungo, fresco, di corpo, con un impatto aggrumato a cui segue la nota fumé molto piacevole. E’ anche vino di territorio, non inventato. L’espressione della grande capacità dell’Irpinia di offrire sempre una prospettiva diversa agli appassionati. Un viaggio che non è ancora terminato.

Contrade di Taurasi.
Taurasi, Via Municipio, 39
Tel.0827.74483
www.contradeditaurasi.it
Ettari: 5,5
Bottiglie prodotte: 20.000.
Vitigni: aglianico, grecomusc.
Enologo Vincenzo Mercurio

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