Con la fine del lockdown si prospetta anche la fine del bonus da 600 euro mensili (2/3 dei quali ancora da erogare) a favore dei giornalisti autonomi. Col paradosso che, per la grande maggioranza, era meglio se il Covid-19 rimaneva…

 

Spero di sbagliarmi ma, in queste settimane di progressivo allentamento e di parallelo rallentamento del contagio, tra molti esponenti della categoria giornalistica “autonoma” pare serpeggiare un certo sconforto.

La scusa ufficiale è che – in costanza di committenze cronicamente a picco e di compensi quasi a zero – i pluriannunciati sostegni alla categoria, leggi bonus da 600 euro, tardano ad arrivare quando, di fatto, la gente campa ancora col “reddito di ultima istanza” di marzo. Il quale poi è arrivato a aprile e dovrà bastare come minimo fino al 10 giugno, cioè fino a quando l’Inpgi2 dice che comincerà ad erogare il tutto.

Vabbè, su questa faccenda meglio non commentare.

Il vero motivo del diffuso scoramento della categoria temo però sia un altro. E ben peggiore del malumore da ritardata elemosina.

Durante il lockdown ho compiuto una sorta di artigianale monitoraggio sui social e ho ripreso in mano un po’ di statistiche sul giornalismo in Italia.

I numeri li sapete, ma forse è utile rammentarli, seppure grossolanamente: circa 105mila i colleghi iscritti all’OdG, dei quali però solo un quinto assunti. Dei 105mila, poi, solo la metà risulta iscritta all’ente di previdenza. In altre parole, al netto di tutto, in Italia abbiamo circa 80mila “autonomi”, dei quali circa 40mila privi di posizione previdenziale all’Inpgi2.

Non c’è dubbio che una percentuale minoritaria di costoro faccia la furba per aggirare l’obbligo contributivo. Ma se si considera che da tale obbligo sono comunque esentati i colleghi che introitrano dall’attività professionale meno di 5mila euro l’anno, si trae la facile conclusione che, probabilmente, un’elevata quota dei colleghi menzionati non è iscritta all’Inpgi semplicemente perchè non arriva alla soglia reddituale minima sopra indicata. Perdonate le cifre occhiometriche, ma è la sostanza del discorso che conta.

Sì, lo so, è una percentuale drammatica, che la dice lunga sullo stato in cui versa questa professione.

Eppure non è di questo che voglio parlare, bensì di altro.

Cioè del fatto, dimostrato da quanto detto prima, che una buona metà degli iscritti all’OdG un guadagno di 600 euro esentasse al mese normalmente se lo sogna la notte.

Ora che il virus, o almeno il blocco da esso derivante, pare mollare la presa e, di conseguenza, la prospettiva che il beneficio si limiti al trimestre marzo-maggio 2020, spiegano con chiarezza il reale motivo del comprensibile malumore.

Ognuno ne tragga le conclusioni che crede. Magari chiedendosi se una situazione simile possa essere considerata normale da un qualunque governo, parlamento, ordine, sindacato, partito politico o una qualunque corrente dei predetti soggetti.

Eppure – scommettiamo? – ora che si “riparte” tutto resterà esattamente come prima.

O forse sarà peggio.