Non c’è altra spiegazione per capire quanto ho appena letto e cioè che l’area archeologica di Fiumicino è stata chiusa al pubblico per la presenza di un (uno!) ungulato entro i confini del parco.
“A causa dell’avvistamento di un cinghiale all’interno, nella giornata di oggi l’area archeologica resta chiusa al pubblico per garantire la sicurezza di tutti, visitatori e lavoratori”, dice il comunicato riportato dalla stampa.
Ora, sia chiaro: massima solidarietà alla direzione che, certamente vittima di norme bizantine che scaricano su di essa anche le responsabilità formali più ridicole, si salvaguarda come se gli scavi fossero stati invasi da un branco di preistoriche tigri dai denti a sciabola e pure affamate.
Ma consentitemi di dire che è un segno dei tempi.
Tempi con troppi cinghiali, troppe paure, troppe fisime e troppo poco realismo.
Sono in attesa della chiusura di Pompei per l’avvistamento di un topo.
Siamo fritti.