Mentre tutto è ancora nelle mani della commissione multilaterale, la Regione Toscana lancia un bando per l’editoria on line in cui, sebbene molto indirettamente, il rispetto della l.222/2012 diventa elemento di preferenza. Credo sia il primo caso in Italia.

Aficionados e pasionarie dell’equo compenso, esultate: l’agognato traguardo fa, per la prima volta in Italia, sebbene indirettamente, il suo ingresso ufficiale tra i criteri preferenziali per la distribuzione di fondi pubblici a sostegno dell’editoria. L’editoria on line, perdipiù.
La notizia è stata lanciata oggi – dopo l’annuncio forse un po’ troppo precoce fattone nel luglio scorso dall’assessore Cristina Scaletti al Dig.it fiorentino – dall’agenzia di stampa (qui) della Regione Toscana, che indica nel 31 maggio prossimo il termine per presentare la domanda.
Il bando mette a disposizione (nei modi indicati qui) 285 mila euro destinati alle micro, piccole e medie imprese, con i quali “la Regione intende incoraggiare le aziende editoriali proprietarie di testate regolarmente registrate presso un tribunale sul territorio regionale, per avviare programmi di investimento volti all’innovazione per la diffusione su rete di informazioni aggiornate con contenuto giornalistico originale. Un finanziamento che viene vincolato alla sottoscrizione, da parte dell’impresa, di almeno un nuovo contratto nazionale di lavoro giornalistico fra quelli stipulati dalla Fnsi“.
Il richiamo al Ccnl non allarmi (come in effetti sulle prime ha allarmato me).
Il bando – continua il comunicato – richiama un trattamento economico per tutti i collaboratori ispirato a criteri di equo compenso, così come definiti dalla legge 233 del 2012 entrata in vigore il 18 gennaio scorso“.
In che modo ciò si concilia, vi chiederete, l’applicazione di una norma pensata per i “non contrattualizzati“, come l’equo compenso, con un bando che incentiva la contrattualizzazione?
Lo spiega un codicillo dell’allegato con le “linee guida” per l’accesso ai finanziamenti. Che, in calce, a proposito dei criteri di priorità degli interventi dice: “a parità di punteggio, la graduatoria sarà definita in base all’applicazione da parte del beneficiario del trattamento economico per i propri collaboratori previsto dalla Legge sull’equo compenso nel settore giornalistico“.
Una così tortuosa e concretamente abbastanza improbabile via viene spiegata in Regione da un lato con l’impossibilità di fare esplicito riferimento, nel bando, a una norma sì vigente ma non applicabile (finchè l’entità dell’equo compenso non verrà definita) come quella in parola, da un altro con la necessità di licenziare il bando al più presto per evitare di perdere gli stanziamenti POR 2007/2013 dell’Ue.
Insomma, per dirla con i funzionari, gli uffici regionali si sono “avvantaggiati”: “Il bando – prosegue infatti il comunicato regionale – anticipa una proposta di legge regionale sull’editoria locale che, indirizzata a tutti i settori del giornalismo (carta stampata, tv, radio, online, agenzie di stampa), è già al vaglio del Consiglio regionale e prevederà lo stanziamento di consistenti risorse per sostenere il settore“.
Se il tutto non sia un filo ottimistico, non lo so.
Pare che si calcoli possano essere una decina le testate toscane on line realisticamente interessate all’ottenimento dei fondi. E che questi giungeranno per effetto dell’assunzione di un redattore e non certo per l’applicazione dell’equo compenso prossimo venturo.
Comunque il sasso è lanciato e forse questa era, almeno simbolicamente, la cosa più importante.