L’1/6 c’è la prima udienza della causa intentata dai giornalisti contro il Ccnl firmato da Fnsi e Fieg nel 2014, tra le proteste della categoria. Il sindacato si è costituito in giudizio, il che è già un po’ strano. Ma saranno gli argomenti a strabiliare…

Non era una bufala, è proprio vero: l’Fnsi si è costituita in giudizio (cioè, in pratica, si è ufficializzata controparte) nella causa promossa mesi fa, e la cui discussione si apre il 1 giugno presso il Tribunale di Roma, da un gruppo di giornalisti contro il contratto-truffa firmato da Fieg e Federazione della stampa nel giugno scorso.
Per essere ancora più chiari: il sedicente unico-unitario sindacato (e non gli editori) si contrappone ai giornalisti (molti peraltro suoi associati!).
Ci si può credere? Ci si può credere eccome.
Sperando che ciò aiuti a far capire una volta per tutte quanto questa Fnsi delegittimatasi da sola in autunno con un referendum sul contratto medesimo dai risultati tragicomici, e che non rappresenta più quasi nessuno, sia ormai solo un soggetto arrogante e avulso dalla realtà.
Qualcuno ha obiettato: ma, se citato, il sindacato avrà pur diritto di difendersi.
Al che rispondo: mah! In teoria, sì. Se, cioè, nei dodici mesi trascorsi tra quella sciagurata firma a oggi non fosse successo nulla.
Oltre al citato referendum-truffa sul contratto-truffa, indecentemente perduto dal moloch federale, ci sono state invece bazzecolucce come ad esempio un congresso con rinnovo dei vertici sindacali e il passaggio di mano da Franco Siddi a Raffaele Lorusso, dopo giornate di patetico, sproloquiante e magniloquente nulla. Proclami di discontinuità, mozioni per voltare pagina, conventicole notturne e lingue in bocca occulte della peggior specie.
E’ mutato qualcosa a seguito delle raffinate alchimie correntizie che, in assise, preannunciavano cambi di rotta e futuri progressivi e luminosi per il lavoro giornalistico autonomo?
No di certo. Bonaccia. Calma piatta. Continuità lineare.
Anzi: la cupola di Corso Vittorio ha ora la sfrontatezza di dare continuità anche giudiziaria all’indifendibile e ha la spudoratezza di costituirsi in giudizio. Tipo: il pallone è mio, l’arbitro lo faccio io e batto pure il calcio di rigore.
Eppure, credetemi, il bello deve ancora arrivare.
Aspettate di leggere gli argomenti contenuti nella comparsa. Argomenti non affidati al vento ma alla carta bollata e agli atti processuali, quindi un distillato dell’Fnsi-pensiero che fa capo ai suoi massimi vertici, costituendone anzi una sorta di espressione autentica. Roba da scompisciarsi o da spararsi, fate voi.
Sì, immagino la vostra domanda: che dice quest’atto di comparsa?
Confesso: io gli argomenti li conosco.
Ma per correttezza verso i colleghi ricorrenti – che li presenteranno in occasione di una conferenza stampa annunciata per domani giovedì 28 maggio alle ore 11 a Roma, presso la sede dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti in via Parigi 11 – ancora non li riporto.
Mi riservo però di illustrarli, coi commenti che meritano, subito dopo.
In ogni caso, se fossi uno dei due o trecento soci superstiti dell’Fnsi, non perderei tempo e già da adesso butterei la tessera, dopo averla fatta a pezzettini.
Catullo avrebbe detto “cacata carta“: contratto e tessera in un colpo solo.