di ANDREA PETRINI
Perla del Garda Lugana DOC Madre Perla 2009: spesso ingiustamente puniti dal pregiudizio di scarsa serbevolezza, i vini di questa “culla climatica” a cavallo tra Lombardia e Veneto sorprendono anche con l’età.

 

Tra enotecari, ristoratori e giornalisti spesso c’è il pregiudizio che alcuni vini bianchi, soprattutto se di doc “minori”, siano adatti solo ad essere consumati nell’arco di un anno solare, altrimenti il vino “non è più buono”. Come se la qualità fosse un requisito legato solo al trascorrere del tempo e non, invece, anche ad altri fattori, come il momento in cui vengono vendemmiate e lavorate le uve di provenienza.

La Doc Lugana, purtroppo, fa parte di quelle ancora poco considerate, nonostante gli sforzi di un Consorzio che, da tempo, in maniera coesa e lungimirante sta cercando di comunicare la buona qualità di questi vini a doppia appartenenza regionale, visto che l’areale di produzione è a cavallo tra i comuni di Sirmione, Pozzolengo, Desenzano e Lonato in Lombardia, Peschiera del Garda in Veneto.

Nella Lugana il microclima, influenzato dalle brezze temperate del Lago di Garda, è mite e abbastanza costante, con poche escursioni termiche tra il giorno e la notte. Una “culla climatica” perfetta per valorizzare le peculiarità di un’uva particolare come la Turbiana che, forse non tutti sanno, appartiene alla grande famiglia dei “Trebbiani”.

Perla del Garda è una delle tante aziende che da oltre venti anni a Lonato in Garda, provincia di Brescia, sta portando avanti una viticoltura di qualità senza compromessi grazie al lavoro di Giovanna e Ettore Prandini. L’ho potuto verificare personalmente con una bottiglia di Lugana DOC “Madre Perla” 2009 (100% Turbiana).

Dal colore giallo appena dorato, già al naso è capace di colpire anche il degustatore più smaliziato grazie ad una giovinezza e ad una qualità decisamente oltre la media. Il motivo è semplice: il bouquet, decisamente austero, rimanda a tocchi aromatici di cereali, mandorla tostata, castagne, sidro, glicine appassito, miele d’acacia. Questa annata, particolarmente fresca e piovosa, è ancora viva ed elegante al sorso mantenendo, allo stesso tempo, una bevibilità disarmante per i suoi 23 anni.

Insomma un Lugana sfolgorante, che accende le certezze e spegne i pregiudizi verso la denominazione.

 

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