di CARLO MACCHI
Valle Isarco Doc Kerner 2016 Manni Nossing: ci sono Kerner che, secondo altitudine, zone e produttore. possono assomigliare a tutto. Questo invece assomiglia solo al Kerner!

 

La Valle Isarco era considerata fino a poco tempo fa il confine nord per la produzione di vino in Italia e in effetti a pochissimi chilometri dalle vigne di Manni si trova la Plose, una delle più belle piste da sci d’Italia.

Però è anche vero, e lo possono confermare tutti quelli che sono stati in Valle Isarco d’estate, che quando è caldo lì sembra un forno, magari ventilato, ma sempre forno.

Manni Nossing è stato uno dei primi a immaginare la Valle Isarco come la conosciamo oggi e sicuramente la sua testardaggine e lungimiranza ha permesso a questo territorio di crescere e di farsi conoscere. Questo grazie vini da vari vitigni. Ma se ce n’è uno che rappresenta il territorio è certamente il Kerner. Di origine tedesca (incrocio tra Trollinger e Riesling) si è ambientato benissimo in Alto Adige ma spesso ha caratteristiche diverse a seconda del territorio, dell’altitudine e soprattutto della mano del produttore.

Si passa da Kerner che sembrano Riesling giovani con meno profumi, a Kerner che ricordano gli agrumi  matura di un Sauvignon in annate calde, ad altri che, forse a causa dell’uso scriteriato del legno, perdono ogni riferimento e potrebbero essere fatti in qualsiasi parte del mondo.

Questa bottiglia di Manni, invece, nonostante la vicinanza ad un piccolo mappamondo e forse la quintessenza del vero Kerner: intensi aromi di agrumi (limone, mandarino, arancia) mescolati a note di idrocarburo e di sensazioni mentolate. Un naso veramente perfetto, preciso ma di grande ampiezza. Bocca estremamente sapida, concreta, profonda, con una freschezza che tiene vivo il vino per tanti, tanti secondi ma che mai diventa amara e mostra grande eleganza finale.

Un vino  che vale il giro del mondo (ora sì che serve il mappamondo) per venire a berselo!

 

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