di ANDREA PETRINI
Cantina Tollo Montepulciano d’Abruzzo DOC Riserva“Cagiòlo” 2008: in una verticale celebrativa per la 30° annata, ecco il vino “ideale”.

 

A parte i fulgidi esempi altoatesini, spesso in Italia le cooperative vitivinicole non brillano per qualità anche se, devo ammetterlo, negli ultimi tempi le cose stanno cambiando. E anche grandi realtà,  ad esempio Cantina Tollo, hanno inserito in gamma di prodotti in grado di emozionare.

Tollo, che anche il nome del paesino in provincia di Chieti, fu fondata negli anni ’60 e presto divenuta un punto di riferimento socioeconomico per la zona e capace di trattenere sul territorio giovani e meno giovani destinati altrimenti alla emigrazione in comprensori meno difficili.

Col tempo la cooperativa è cresciuta e ha generato tre diverse aziende: Cantina Tollo, l’azienda madre, Feudo Antico, concentrata sulla DOCG Tullum e sull’Ho.Re.Ca, e Auramadre, un progetto del 2019 che promuove la viticoltura e il vino biologici su scala multiregionale e multiprodotto.

Il gruppo, gestisce oggiuna superficie vitata di 2.700 ettari coltivati da 700 associati, per una produzione totale di 14 milioni dibottiglie.

Le vigne si estendono dal mare Adriatico fino alla Maiella. Le uve più coltivate sono sia le varietà autoctone (Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano d’Abruzzo, Pecorino, Passerina, Cococciola), sia quelle più diffuse come Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Pinot Grigio.

Tra rossi della cooperativa, il più premiato è il Cagiòlo Montepulciano d’Abruzzo DOP Riserva, che dal 1992 rappresenta il fiore all’occhiello del gruppo teatino.

Per festeggiarne il trentennale si è tenuta  a Roma una bella verticale.

Qui, tra le varie annate in degustazione, quella che a mio giudizio meglio incarna il modello di un grande Montepulciano d’Abruzzo è stata la 2008.

Considerata un’annata fresca, ha dato vita a un Cagiòlo più fine ed elegante: incipit olfattivo di spezie orientali che poi lascia spazio ad una successione di sottobosco, ciliegia succosa, felce, more di bosco e un’idea balsamica, quasi di erbe mediterranee essiccate. Appena assaggiato avvolge il palato in maniera pacata ma seducente: è la sintesi ideale di un vino rosso da annata fresca, dotato di spinta e profondità gustativa.

 

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