Stavo attentamente valutando se sia più repellente il mondiale di calcio in Quatar o il campionato di Dormula Uno. Ho concluso che pari sono. Anzi, gemelli, perché figli della stessa madre assai disinibita.
Non mi riferisco alle polemiche di natura sociopolitica (dovessimo attaccarci a questo, non andremmo più da nessuna parte, più o meno), ma al fattore meramente sportivo: calcio giocato nel deserto, gran premi corsi al buio, ambienti distopici resi insopportabili dall’imperante politicamente corretto, oltretutto. Una zuppa inglese di rimbambimento televisivo.
Per Mexico ’70, quelli di Italia -Germania 4-3 per capirci, misero in commercio un calcio balilla in cui si potevano cambiare le maglie dei giocatori e simulare le partite del Mundial.
Me lo regalarono a Natale, l’ho letteralmente consumato.
Quasi quasi lo riesumo. E riesumo anche la pista Policar.
Ci si divertirà da matti mentre gli altri si abbioccano seguendo la sleepy car e si dissetano con birra analcolica ai 40° del derby cammelli vs dromedari.
Chi ci sta?
PS: ovviamente “QUATARSI” non è un refuso…