di LORENZO COLOMBO
Mirabella, azienda franciacortina, ha una  predilezione per questo vitigno, sul quale ha investito e fa ricerca.  Oltre a “Demetra”, nuovo VSQ Brut Nature, abbiamo riassaggiato anche vecchie conoscenze.

 

Demetra”!

Il nome non ci era nuovo, così siamo andati a rivedere quanto avevamo scritto nel 2019, quando eravamo stati invitati in azienda per la vendemmia a toccare con mano le prime fasi della lavorazione dell’uva.

Tutto così ci è apparso più chiaro: avevamo infatti già assaggiato questo vino, o meglio un vino con stesso nome: solo che in quell’occasione era un Franciacorta Millesimato 2012, blend di Chardonnay (70%), Pinot nero (20%) e Pinot bianco (10%), affinato in bottiglia per un minimo di 55 mesi.

Quello presentato lo scorso 23 febbraio, durante un pranzo presso la Cantina Piemontese, a Milano, era tutt’altra cosa. Sempre di spumante si trattava, ma senza la denominazione, essendo prodotto solo con uve Pinot Bianco (il disciplinare della Docg che ne ammette un massimo del 50%).

Il Pinot bianco è in effetti un pallino di Mirabella, che ne ha ben 12 ettari su un totale d’una novantina in tutta la Franciacorta. I primi impianti di Pinot bianco risalgono al 1981, due anni dopo la fondazione della cantina da parte di Teresio Schiavi, proveniente dall’Oltrepò Pavese. La prima produzione di un Metodo Classico da sole uve Pinot bianco risale al 2015.

La scelta di puntare su questo vitigno s’è rivelata, a distanza di molti anni, vincente per diversi motivi. Il primo è che il riscaldamento globale influisce meno su quest’uva rispetto allo Chardonnay, garantendo un maggior livello d’acidità. Il secondo è che il Pinot bianco pare meno sensibile alle malattie, in primis flavescenza dorata e legno nero.

Su questo vitigno l’azienda Mirabella sta investendo e studiando. E’ stato infatti messo a dimora lo scorso anno un vigneto di 14 filari con diversi cloni, di diversa provenienza einnestati su portainnesto Kober K5BB, resistente agli stress idrici. Prossimamente saranno impiantate altre 200 barbatelle prodotte con marze provenienti dal vigneto Mirabella ed innestate dai vivai di Padergnone.

Venendo a “Demetra“, le uve provengono dal vigneto Mirabella, situato a Paderno Franciacorta, il sistema d’allevamento è il Sylvoz, con densità d’impianto di 3.000 ceppi/ettaro, l’età media delle vigne è di oltre 40 anni e la resa pe ettaro è di 70 q.li. La vendemmia viene effettuata nella prima quindicina d’agosto, dopo una spremitura soffice con una resa di circa il 50%, il mosto fermenta per la maggior parte (90%) in vasche di cemento ed il rimanente 10% in barriques usate, la sosta in bottiglia sui lieviti si protrae per almeno 24 mesi. L’annata, non riportata in etichetta, è la 2020, mentre la sboccatura è stata effettuata nel 2022.

Nel bicchiere troviamo un vino dal color verdolino-paglierino luminoso. Mediamente intenso al naso, fresco, con sentori di frutta a polpa bianca e note d’agrumi. Spiccata la sua vena acida, sapido e verticale, di media struttura, con note citrine su una buona persistenza. Circa 10.000 le bottiglie prodotte.

L’azienda però ci ha fatto però degustare anche altri vini, iniziando con il Franciacorta Brut Rosé dell’annata 2018 – anche questa non dichiarata in etichetta – sboccato nel 2022.
Gli spumanti rosé sono un altro pallino di Mirabella, visto che coprono il 20% (circa 300 o 400mila bottigflie l’anno) dell’intera produzione.

Frutto di un blend tra Pinot Nero (45%), Chardonnay (45%) e Pinot Bianco (10%) provenienti dai vigneti situati a Paderno Franciacorta, Passirano, Camignone e Provaglio d’Iseo, il vino s’avvale di un affinamento in bottiglia per almeno 30 mesi. Bellissimo il suo color cipria scarico. Bello il naso, di media intensità, che presenta sentori di frutti di bosco.
Cremoso e succoso alla bocca, sapido, presenta leggere note tostate e sentori di frutti di bosco, buona la sua persistenza.

Abbiamo infine assaggiato due nostre vecchie conoscenze, ovvero il Pinot Bianco Brut Nature 2015 e il Franciacorta Chardonnay Brut Nature dello stesso anno.

Vecchie nel senso che li avevamo già degustati nel 2019 in occasione del 40° dell’azienda (vedi) ed è stato quindi interessante riassaggiarli e verificarne l’evoluzione.

Il Pinot Bianco si presenta con un color paglierino luminoso. Intenso al naso, verticale, si iniziano a percepire i sentori di mela, principio di un’evoluzione ossidativa, anche se ancora assai piacevole ed elegante. Cremoso alla bocca dove emergono sentori di frutta a polpa gialla, lunghissima la sua persistenza. Assai diverso da quando l’avevamo assaggiato la prima volta, più evoluto certamente, ma anche più complesso. Il tempo trascorso non l’ha assolutamente scalfito, anzi gli ha dato maggior personalità.

Lo Chardonnay non ha avuto invece la stessa evoluzione, il colore è simile al precedente vino, solamente un poco più intenso. Al naso la mela appare più matura e si colgono accenni tostati. Cremoso al palato ma la nota ossidativa, seppur non ancora fastidiosa, è più evidente.

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