di LORENZO COLOMBO
Supereportage sui vini di Georgia, Ucraina, Moldova, Armenia e Azerbaijan, spesso frutto di varietà misconosciute e impronunciabili. Tra molte cose interessanti e qualche curiosità un po’ più ostica.
Ci sono regioni vitivinicole che, pur vantando una storia millenaria, sono poco conosciute da noi, anche perché la loro produzione difficilmente esce dai rispettivi paesi.
Lo scorso maggio, per il Workshop EU4Business – Connetcing companies, 23 aziende dell’Est Europa e del Caucaso meridionale hanno presentato i loro vini: Armenia, Azerbaijan, Georgia, Moldova e Ucraina. Nel progetto iniziale era inserita anche la Bielorussia, poi cancellato dopo il suo coinvolgimento nella guerra russo-ucraina.
Abbiamo così avuto la possibilità d’assaggiare parecchi di questi vini, scoprendo qualche chicca altro, apprezzato nei paesi d’origine, difficilmente potrebbe trovare spazio sui nostri mercati.
Ecco innanzitutto qualche cenno sui paesi di provenienza.
Armenia
Contesta alla Georgia la primogenitura nella produzione di vino: pare infatti che qui già nel 4.100 a.C. fosse sviluppata la viticoltura. Attualmente il vigneto armeno si sviluppa su circa 15.700 ettari (44° paese al mondo per superficie vitata – dati 2021), suddivisi in sei regioni, le principali sono Ararat, Armavir, Aragatsotn e Vayots Dzor.
Nel paese si contano circa 400 diversi vitigni, ma solo una ventina vengono vinificati: i più importanti a bacca bianca sono Voskeat, Mskhali, Chilar, Lalvari, Garan Dmak, Khardji e Kangun, quelli a bacca rossa Areni, Tozot, Karmrahyut, Akhtanak, Tigrani e Khndoghni. La produzione annuale è di 131.000 ettolitri (46ª posizione nel mondo), mentre il consumo è di 105.000 ettolitri (4,7 litri pro-capite).
Georgia
La Georgia è una delle più antiche regioni vitivinicole. Si stima vi siano oltre 500 vitigni autoctoni, alcuni dei quali sono presenti unicamente qui, come i bianchi Tsolikouri (7.900 ettari), Tsitska (3.640 ettari) e Chinuri (1.220 ettari).
Attualmente gli ettari vitati sono 49.500 (26ª posizione) distribuiti in sei zone. Le denominazioni d’origine sono 20, delle quali 18 riconosciute dall’OIV. La regione più importante è Kakheti, nella parte orientale del paese, ove si trovano ben 15 denominazioni. I principali vitigni sono Rkatsiteli, Kakhuri Mtsvane (Kakhetian Green), Qisi, Khikhvi, Budeshuri, Mtsvivana, Sapena, Kunsi, Saperavi, Cabernet-Sauvignon, Tavkveri, Ikalto Red. Con una produzione annuale di 2.100.000 ettolitri il paese si colloca al 19° postomondiale. Il consumo è di 1.200.000 ettolitri/anno e quello pro-capite, sempre secondo l’OIV è di 40,5 litri (NB: se quest dato fosse corretto i georgiani si classificherebbero al secondo posto, con l’Italia, tra i consumatori di vino).
Ucraina
Anche se certamente non è tra i primi che vengono in mente quando si parla di vino, lqui la viticoltura è praticata sin dal IV secolo a.C., sulla costa meridionale della Crimea, mentre a nord del paese dall’XI secolo, diffusa dai monaci. Con l’invasione russa della Crimea l’Ucraina ha perso oltre 20.000 ettari di superficie vitata ed ha dovuto implementare la produzione in Transcarpazia e nelle regioni di Odessa e Kherson. Trovare dati certi sul vigneto ucraino è, data la situazione geopolitica, molto difficile. Si trovano spesso informazioni contraddittorie: il Which Winegrapes Varieties are Grown Where? riporta 52.293 ettari per il 2010, che si riducono a 25.166 ettari nel 2016 (forse per effetto della perdita della Crimea?). Le ultime cifre fornite dall’OIV parlano di 41.800 ettari di vigneti concentrati in quattro grandi aree viticole: Odessa, dove si trova circa la metà dei vigneti, Kherson, Mykolaiv e Transcarpazia. Il sito ufficiale ukr.wine registra 41.500 ettari nel 2019, ma poi la somma dei dati regionali non corrisponde al totale: parlano infatti di di 52.000 ettari nella sola regione d’Odessa, 20.000 ettari in quella di Kherson, 15.000 in quella di Mykolaiv ed 8.000 in Transcarpazia. Durante il periodo sovietico gli ettari vitati pare fossero ben 150.000. Le varietà ono circa 180, il vitigno più diffuso è il Telti Kuyruk coltivato nel territorio di Shabo. La varietà selezionata più coltivata è Odesa Black e Sukhyi Liman White, mentre Saperavi, Aligote, Rkatsiteli, Cabernet sauvignon, Chardonnay e Riesling sono le varietà internazionali più popolari.
La regione del Mar Nero è considerata una delle più antiche dell’Ucraina: Qui si trovano le tre sottoregioni viticole di Odessa, Kherson e Mykolaiv. In genere gli inverni sono piuttosto miti e gli autunni caldi e umidi, il che permette una buona maturità e sanità delle uve. In Ucraina ci sono ufficialmente cinque regioni vitivinicole riconosciute (Bessarabia, Black Sea Region, Zakarpattia, Zaporizhzhya e Crimea; a queste si possono aggiungere zone minori come Lviv, Ternopil, Khmelnitsky, Vinnitsa Kyiv e Chernyhiv), retaggio dell’Unione Sovietica e non più attuali. L’Ukrainian Association of Craft Winemakers sta lavorando per aggiornare la situazione. L’estensione vitata del paese è di 41.800 ettari (dati OIV), il che colloca il paese al 30° mondiale. La produzione nel 2021 è stata di 660.000 ettolitri (28ª posizione), mentre il consumo totale è stato di 1.122.000 ettolitri, pari a 3 litri pro capite.
Moldova
Il paese ha una superficie vitata di 138.000 ettari (14ª posizione, dopo l’Australia e prima del Sud Africa), la produzione annuale è di 1.430.000 ettolitri (20° paese produttore), mentre il consumo totale è di 329.000 ettolitri e quello pro capite 13.4 litri. Sono tre le regioni vinicole moldave dove si producono vini ad indicazione geografica: Codru, Ştefan Vodă e Valul lu Traian. A questa va aggiunta una quarta GPI (Indicazione Geografica Protetta), “Divin”, che copre tutto il territorio moldavo ed è destinata alla sola produzione di acquavite di vino. Oltre ai vitigni da vino vi si coltiva anche uva Isabella (3.470 ettari) e uva da tavola come Italia (120 ha) e Cardinal (470 ha).
Azerbaijan
E’ il paese meno conosciuto tra i cinque come produttore di vino, anche se pare che l’Azerbaijan sia stato uno dei primi dove si è sviluppata la viticoltura: sono state rinvenute piante di vite di almeno 3.500 anni e anfore dell’età del bronzo. Sino agli inizi degli anni Ottanta il paese era un grosso produttore d’uva (e di vino). Poi le campagne antialcolismo di Gorbaciov pare abbiano portato alla distruzione di 250.000 ettari di vigne (dato che ci pare un po’ eccessivo). Il paese è entrato nel 2014 a far parte dell’OIV, che raggruppa 49 paesi produttori. Nel 2021 si contavano nel paese 17.300 ettari di vigne – dato in costante crescita dal 2004- che collocano il paese al 43° posto al mondo per ettari vitati. La produzione, sempre nel 2021, è stata di 71.000 ettolitri (53° posto come produttore di vino). Il consumo annuale è di 108.000 ettolitri, il consumo pro-capite di appena 1,4 litri a testa.
Circa 450 i vitigni coltivati, tra cui gli autoctoni White Shani, Derbendi, Nail, Bayanshire, Gamashara, Ganja Pink, Bendi, Madrasa, Black Shani, Arna-Grna, Zeynabi, Misgali, Khindogni, Agdam Kechiemdzhei, Tebrizi e Maranda, mentre tra i più diffusi vitigni internazionali abbiamo Pinot blanc, Pinot noir, Chardonnay, Merlot, Cabernet Sauvignon, Riesling, Petit Verdot, Viognier e Syrah.
I vitigni nell’Europa Orientale
La Moldova vanta il maggior numero sia di vitigni interspecifici che di vitigni internazionali. Per L’Azerbaijan non siamo purtroppo riusciti ad ottenere dati sugli ettari vitati dei vari vitigni.
Saperavi: vitigno a bacca nera originario delle Georgia, il suo nome significa “Tintore” ad indicare che colora molto- dei poco meno di 6.500 ettari presenti nel mondo ben 4.750 ha si trovano in Georgia, 700 in Russia, 570 ettari sono in Moldova e poco più di 400 sono situati in Kazakistan.
Rkatziteli: altro vitigno -questa volta a bacca bianca- originario della Georgia, il cui nome significa “Gambo grosso”, sono oltre 51.000 gli ettari vitati nel mondo, 25.300 ettari dei quali si trovano in Georgia, sono 6.500 quelli situati in Russia, 5.780 in Ukraina, quasi 5.500 ettari sono situati in Bulgaria, 3.900 in Moldova e 3.500 in Kazakistan.
Alb de Suruceni: vitigno a bacca bianca presente unicamente in Moldova dove se ne trovano 780 ettari, si tratta di una varietà interspecifica tra Ichkimar x Seyve-Villard 20-365
Bianca: come dice il nome si tratta di vitigno interspecifico a bacca bianca -Eger 2 (Villard blanc) x Bouvier- del quale ce ne sono poco meno di 5.000 ettari in Ungheria, 3.500 in Russia e 1.340 ettari in Moldova
Fetească Albă: la sua origine è collocabile al confine tra Romania e Moldova, paesi nei quali attualmente è coltivato, la stragrande maggior parte di questo vitigno a bacca bianca si trova in Romania (12.400 ha) mentre in Moldova se ne trovano 950 ha.
Fetească Neagră: altro vitigno, in questo caso a bacca rossa, originario del confine tra Romania e Moldova, prevalentemente diffuso in Romania (2.850 ha), sono invece circa 400 gli ettari situati in Moldova.
Fetească Regală: di nuovo un vitigno -a bacca bianca- presente prevalentemente in Romania (12.600 ha), mentre in Moldova ce ne sono 370 ha
Irsai Olivér: vitigno a bacca bianca prettamente ungherese (1.530 ha) creato tramite incrocio tra Pozsonyi x Csaba Gyöngye, sono 180 gli ettari situati in Moldova.
Kodryanka: altra varietà interspecifica a bacca rossa (Moldova x Marschalskij) presente unicamente in Moldova, dove ce ne sono 1.140 ha
Magaracha Rannii: altro vitigno a bacca rossa -varietà interspecifica tra Madeleine Angevine x Kichmiche Tcheurny) presente unicamente in Moldova, dove ce ne sono 880 ha
Moldova: il nome stesso indica che questo vitigno a bacca rossa è originario della Moldova, i 12.380 ettari di quest’uva si trovano unicamente qui.
Si tratta anche in questo caso di un vitigno interspecifico ottenuto incrociando Seyve-Villard 12-375 x Guylj Kara.
Mtsvane Kakhuri: sono unicamente 320 gli ettari di questo vitigno a bacca bianca, tutti situati in Georgia, il suo nome significa “Verde di Kakheti”.
Odessky Cherny: vitigno a bacca rossa ottenuto tramite incrocio tra Alicante Henri Bouschet x Cabernet sauvignon, ce ne sono 1.250 ha in Ukraina
Pervenets Magaracha: vitigno bianco interspecifico (Rkatsiteli x Magarach 2-57-72), in Moldova se ne trovano 520 ha
I principali vitigni internazionali (o comunque provenienti da altri paesi) presenti nei cinque paesi
Aligoté: 7.760 ettari in Moldova, 4.800 ha in Ukraina e 120 ha in Georgia
Cabernet franc: 760 ettari in Moldova
Cabernet sauvignon: 8.170 ettari in Moldova, 4.900 ha in Ukraina, 290 in Georgia.
Chardonnay: 4.130 ettari in Moldova, 1.500 ha in Ukraina
Chasselas: 330 ettari in Moldova
Côt (Malbec): 160 ettari in Moldova
Gewürztraminer: 1.100 ha in Moldova, 500 ha in Ukraina
Merlot: 7.700 ha in Moldova, 1.400 ha in Ukraina
Muscat Ottonel: 1.860 ha in Moldova
Muscat of Hamburg: 250 ha in Moldova
Muscat blanc a petit grains: 340 ha in Ukraina e 50 ettari in Moldova
Pinot blanc: 220 ha in Georgi, 210 ha in Moldova, 170 ha in Ukraina
Pinot gris: 1.200 ha in Moldova
Pinot meunier: 140 ha in Moldova
Pinot noir: 2.370 ha in Moldova, 380 ha in Ukraina
Riesling: 1.700 ha in Moldova, 1.350 ha in Ukraina
Sauvignon blanc: 6.900 ha in Moldova, 1.550 ha in Ukraina
Trebbiano toscano: 280 ha in Moldova
I vini degustati
Sono più di una ventina i vini che abbiamo degustato, ecco quant’abbiamo maggiormente apprezzato.
Armenia
Khaluli
Khaluli -che significa “Vino”- è un brand dell’azienda Wine & More LLC, nata nel 2020.
I vigneti si trovano nella regione di Armavir dove si sta costruendo la cantina, attualmente sono tre i vini prodotti con vitigni locali, uno bianco da uve Voskehat, un vino rosa da uve Areni ed il vino rosso qui sotto descritto.
Red Dry Reserve Wine 2020
Le uve, 50% Areni e 50% Khndoghni, provengono dalle regioni vinicole di Vayots Dzor e Armavir, le uve di Areni provengono dal villaggio di Khachik sitato nella regione vinicola di Vayots Dzor ad oltre 1.700 metri d’altitudine.
I vitigni vengono vinificati separatamente in vasche d’acciaio ed il vino s’affina per 12 mesi in barriques di rovere del Caucaso.
Sono solamente 2.400 le bottiglie prodotte.
Il colore è profondissimo.
Intenso al naso dove si colgono note scure, spezie, radici e frutta a bacca nera.
Strutturato, asciutto, con buona vena acida, presenta sentori di frutta scura, accenni tostati, legno ancora in evidenza e lunga persistenza.
Vino interessante e di buona complessità.
Republic of Moldova
Divus Winery
L’azienda è stata fondata nel 2018, numerosi i vini in catalogo, prodotti sia con vitigni locali sia con quelli internazionali, tra quest’ultimi vitigni spiccano i sossi Cabernet sauvignon, Merlot e Pinot noir ed il bianco Sauvignon blanc.
Endemic Blend 2020
Frutto di un blend tra 60% Rară Neagră e 40% Feteasca Neagră.
2.700 le bottiglie prodotte.
Color rubino-granato trasparente.
Pulito e di buona intensità olfattiva, note balsamiche, legno dolce.
Intenso e succoso, buona trama tannica, legno percepibile ma ben integrato, accenni piccanti di pepe, lunga la persistenza.
Cei Trei 2018
Blend tra Cabernet sauvignon, Merlot e Saperavi provenienti dalla regione vinicola di Valul lui Traian situata nella zona meridionale della Moldavia.
Rubino trasparente e luminoso di media intensità.
Buona l’intensità olfattiva, note balsamiche, bel frutto, legno dolce in evidenza.
Fresco, bel frutto, legno dolce in evidenza, lunga la sua persistenza.
Trei Mândre 2021
Blend di uve Viorica, Floricica e Feteasca Regală provenienti dalla zona centrale della Moldavia.
La produzione è limitata a 2.800 bottiglie.
Color verdolino scarico, quasi bianco carta.
Molto intenso al naso, presenta note vegetali, foglia di pomodoro, pompelmo. Ricorda un Sauvignon.
Fresco e sapido, frutta a polpa bianca, pompelmo, note vegetali, lunga la sua persistenza.
Interessante.
Château Vartely
L’azienda è stata fondata nel 1996 ed i primi vini sono usciti sul mercato nel 2004, dispone di 520 ettari di vigne situate nelle regioni centrali e meridionali del paese e produce annualmente tre milioni di bottiglie.
Viorica 2022 – Linea Totem
Prodotto con uve Viorica, vitigno ibrido interspecifico, frutto di Seibel 13-666 (madre) e Aleatico (padre), prodotto nel 1969.
Cosa curiosa è che entrambe le varietà sono a bacca rossa.
Il vitigno occupa una superficie vitata di 95 ettari.
Color paglierino luminoso.
Intenso e pulito al naso, frutta a polpa gialla, pesca gialla.
Discretamente strutturato, fresco, morbido e succoso, frutta a polpa gialla, pesca, lunga la sua persistenza. 84
Fetească Neagră e Rară Neagră 2019 – Linea Individo
Blend in parti uguali di questi due vitigni.
Color rubino di buona intensità.
Intenso al naso, speziato, frutto rosso, note balsamiche e di sottobosco.
Succoso e strutturato, note piccanti, legno dolce in evidenza.
Molto interessante.
Rară Neagră • Malbec • Syrah 2020 – – Linea Individo
Blend tra 45% Rară Neagră, 35% Malbec e 20% Syrah
Profondo il colore, purpureo.
Buona la sua intensità olfattiva, balsamico, legno dolce, note d’humus, buona l’eleganza.
Strutturato, morbido e succoso, leggere note piccanti, legno dolce, tannino leggermente astringente ed un poco verde, buona la sua persistenza.
Georgia
Pitskhela’s Marani
Nel 1997 vengono messi a dimora nella regione di Akhmet i primi vigneti con i vitigni Saperavi, Rkatsiteli, Kisa, Mtsvane Kakhuri e Khikhvi e, nel 2018, dopo aver costruito la cantina vengono prodotti i primi cinque vini.
Mtsvane 2022
Prodotto con uve Mtsvane Kakhuri, una tra le sei diverse tipologie di Mtsvane che crescono in Georgia, è una varietà molto antica (menzionata già nel V secolo), diffusa principalmente nella regione di Kakheti (il suo nome significa Verde di Kakheti).
Color tra il giallo paglia e l’oro antico.
Mediamente intenso al naso, note macerative, accenni di buccia di mela.
Asciutto, buccia d’uva e di mela, note tanniche, accenni di distillato di mele.
Kisi Kvevari 2022
Prodotto con l’antico e raro vitigno georgiano Kisi coltivato principalmente nella regione di Kakheti, situata nell’est del paese.
Nel 2016 se ne contavano in tutto 26 ettari.
La fermentazione avviene in anfore secondo il metodo kakhetiano, ovvero con macerazione sulle bucce (e con i raspi).
Il colore è una via di mezzo tra l’oro antico ed il rame.
L’intensità olfattiva è media, si colgono leggeri sentori macerativi e leggere note di buccia di mela.
Dotato di buona struttura, asciutto, presenta note tanniche.
Un vino molto interessante.
Saperavi 2019
Molto profondo il colore.
Intenso al naso, sentori d’humus e di sottobosco, note surmature.
Strutturato, tannino un poco asciugante, secchino, buona la persistenza.
molto meglio al naso.
Gurami Maisuradze
Piccola azienda situata nella regione del Khaheti, dispone di 3,5 ettari di vigneto sui quali sono impiantati sei vitigni tipici della Georgia: Rkatsiteli, Kisi, KhiKhvi, Mtsvane, Budeshuri e Saperavi.
La maggior parte dei vini vengono vinificati nei Kvevris con lunghe macerazioni sulle bucce.
La produzione annuale varia tra le 6.000 e le 10.000 bottiglie
Khikhvi 2022
Sei mesi di macerazione sulle bucce.
Colore tra l’ambrato e l’oro antico.
Discretamente intenso al naso, buccia di mela, buona l’eleganza.
Strutturato, sentori di mela, leggere note piccanti, nota tannica importante, lunghissima la sua persistenza. 90
Solamente 1.000 le bottiglie prodotte.
Questo vino ed il successivo, sono quelli che maggiormente ci hanno colpiti tra tutti quelli assaggiati.
Rktsiteli – Kisi 2022
Sei mesi di macerazione sulle bucce.
Color aranciato.
Intenso al naso, sentori di mela matura, buccia di mela leggermente ossidata, distillato di mele (Calvados).
Strutturato, asciutto, tannico, emerge nettissimo il sentore di mela.
Un vino particolare e molto interessante prodotto anche in questo caso solamente in un migliaio di bottiglie.
Saperavi 2022
Profondissimo e luminoso il colore, unghia purpurea.
Intenso al naso, frutti rossi maturi, accenni piccanti.
Strutturato, sapido, speziato, piccante (quasi pungente), buona la sua persistenza.
Ukraina
I seguenti vini sono stati assaggiati qualche mese prima in un’altra occasione, approfittando della stesura di questo articolo li andiamo a riportare.
Beykush Winery
Fondata nel 2010 l’azienda si trova nel villaggio di Chernomorka, nella regione di Mykolaiv.
I vigneti sono situati nella penisola di Beykush.
Negli 11 ettari di vigneti si trovano numerosi vitigni, originari di diversi paesi, tra i quali troviamo anche il Timorasso.
La produzione annuale è di circa 50.000 bottiglie
Telti Kuruk 2021
Il Telti-Kuruk è un vitigno autoctono coltivato per la prima volta presso il villaggio di Shabo, nella regione di Odessa, sin dai tempi del dominio turco, questo vitigno cresce praticamente solo in questa zona dove il clima del bassopiano vicino al Mar Nero favorisce la viticoltura.
La superficie vitata totale di questa varietà unica è pari a circa 70 ha.
Color giallo paglierino scarico.
Intenso al naso, frutta a polpa gialla, netti sentori di frutta tropicale, accenni affumicati.
Leggere note aromatiche, bel frutto, albicocca, accenni di frutta candita, buona la vena acida come pure la persistenza.
Vino semplice e piacevole a bersi.
46 Parallel Wine Group
Fondata all’inizio del 2020 da Anna e Taras Gorkun l’azienda utilizza unicamente uve coltivate sul 46° Parallelo, provenienti dalle regioni di Kherson, Mikolaiv e Odessa.
Grand Admiral Brut Nature Rosé 46 Parallel 2019
Metodo Classico da uve Pinot noir, s’affina per 22 mesi in bottiglia.
La sua produzione è limitata a1.310 bottiglie.
Colore tra il rosa pallido ed il buccia di cipolla.
Buona la sua intensità olfttiva, fragolina di bosco, leggeri accenni aromatici.
Fresco e sapido, pulito, semplice, piccoli frutti di bosco, buona la sua persistenza.
Beykush Winery
Fondata nel 2010 l’azienda è situata nel villaggio di Chernomorka sulla penisola di Beykush, nella regione di Odessa, sul Mar Nero.
L’azienda dispone di 11 ettari di vigneti con varietà sial locali come pure francesi e vi si coltiva pure l’italiano Timorasso.
APTAHῐᴙ – Artana Reserve 2018
Blend tra 50% Merlot, 37% Saperavi e 13% Cabernet Sauvignon.
Fermentazione in vasche d’acciaio ed affinamento per 12 mesi in botti di rovere francese e americano.
Colore tra il rubino ed il granato di buona profondità.
Intenso al naso, sottobosco, humus, foglie umide, legno dolce, note balsamiche, frutta rossa matura, prugna.
Discretamente strutturato, succoso, accenni di legno, cuoio e tabacco, buona vena acida, leggeri accenni piccanti, lunga la sua persistenza.
Ci ha ricordato un poco lo stile dei vini di qualche anno addietro. 84-85
Shabo
Fondata nel 2003 nel villaggio di Shabo -da cui prende il nome- su quello che era un insediamento vinicolo fondato nel 1822 da immigrati svizzeri.
Possiede 1.200 ettari di vigneti nella regione di Odessa, tra il Mar Nero e l’estuario del fiume Dniester, nei quali coltiva oltre 20 varietà di vitigni, sia europei che georgiani
La produzione annuale è di oltre 50 milioni di bottiglie esportate in 18 paesi.
Grande Reserve Cabernet Sauvignon 2017
Le uve provengono dalle migliori particelle di vigneti di 20 anni d’età situati su suoli di natura calcarea e composti da sabbie nere.
Prima d’essere vinificati i grappoli vengono sottoposti ad una tripla selezione, l’affinamento del vino si svolge in botti di rovere dove sosta per almeno 12 mesi.
Granato di buona profondità.
Buona l’intensità olfattiva, legno in evidenza, cuoio, un poco austero.
Strutturato, asciutto, con tannino in evidenza, accenni di legno, leggermente amarognolo sul lungo fin di bocca. 85
Chateau Chizay
Chateau Chizay è una tra le più importanti cantine dell’Ucraina, è stata fondata nel 1995 e si trova nell’area naturale di Chizay, situata nella regione della Transcarpazia.
L’azienda dispone di 272 ettari di vigneti per una produzione annuale di 1.600.000 bottiglie.
Troyanda Karpat 2017
Le uve di Traminer rosa provengono da vigneti di 11 anni d’età, il vino s’affina per due anni in botti di rovere, la sua gradazione alcolica è del 16% vol. ed il residuo zuccherino è di 170g/.
Color oro antico, luminoso.
Molto intenso la naso, aromatico, frutta tropicale candita, pesca sciroppata, albicocca, crema pasticcera.
Strutturato ed alcolico, frutta tropicale e crema pasticcera, accenni di distillato.
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