di ROBERTO GIULIANI
La colpa è tutta de “Il Ciclone” di Pieraccioni. La colpa del nome del ristorante, intendiamo. Perchè in cucina il merito è tutto di Maria Teresa. La quale, oltre che del mestolo, è anche maestra del merletto. E si sente.
Bruno e Maria Teresa, in quel di Montefusco nel cuore dell’Irpinia, avevano deciso di aprire un’attività di ristorazione in paese. Casualmente in quei giorni hanno visto un film, goliardico e spensierato, pieno di gag e belle ragazze. E la scena del ristorante gli era rimasta tanto impressa che hanno deciso di chiamare il proprio locale con lo stesso nome. “Ma abbiamo aperto proprio il giorno che Bin Laden faceva la strage dell 11 settembre“, ricordano.
E’ stato in occasione della mia visita a Raffaele Troisi dell’azienda vitivinicola Vadiaperti, venerdì 19 luglio, che siamo andati da Beatrice a Montefusco, Raffaele era un po’ di anni che non ci tornava, e debbo dire che è stata un’ottima idea. Non mi riferisco solo allaqualità del cibo mangiato, assolutamente di tradizione e fatto “come da sempre lo cuciniamo a casa“, ma la naturalezza e la sincerità di queste persone non è cosa poi così usuale.
Mangiato benissimo, poi vi dico cosa, Raffaele ed io abbiamo voluto andare a vedere chi fosse in cucina, e abbiamo trovato Maria Teresa, persona dolcissima e allo stesso tempo riservata, che non ha avuto alcun problema a dirci di non aver fatto nessuna scuola di cucina, non è una chef ma semplicemente una donna che ama cucinare e lo fa sin da quando era ragazza.
Ma non è tutto qui, Teresa è anche un’esperta del tombolo, strumento di lavoro tradizionale usato per la realizzazione di pizzi e merletti, una delle tante arti che purtroppo sta scomparendo.
Perché sta scomparendo? E’ molto semplice: perché non rende, come non rendono la maggior parte dei lavori artigianali. Fare un merletto al tombolo con i famosi “fuselli“, i bastoncini di legno ai quali viene avvolto il filo che servirà per riprodurre il disegno scelto, richiede una grande esperienza e manualità, ore di lavoro, e il risultato finale ha un costo che difficilmente oggi qualcuno è in grado di comprendere.
Inoltre richiede molto sacrificio, impegno, costanza, volontà, e se non si è neanche ripagati per il difficile lavoro eseguito, non ne vale la pena. Maria Teresa, però, continua a lavorare al tombolo, è una questione di principio, inoltre l’aiuta molto a scaricare le tensioni. Certo fa rabbia rendersi conto che questi mestieri stanno scomparendo, trascinando con sé storia, passione, fatica, cultura. Ma questi ultimi anni sembrano non dare molte speranze per una svolta positiva. Qui a Montefusco ho avuto come l’impressione di un perfetto esempio di quello che sta accadendo un po’ in tutta Italia.
Infatti la crisi sta mettendo fuori gioco anche piccole realtà come questa, il Ristorante Beatrice: quando il locale iniziò l’attività 12 anni fa, tutto sembrava andare nel migliore dei modi, “avevamo 2 aiuto cuoche in cucina e 2 cameriere fino al 2009, poi pian pianino, per ragioni estranee alla nostra gestione, siamo stati costretti a licenziare tutti. Ad oggi, oltre a noi due, ci sono le nostre figlie Marcella ed Aelia, che vengono ad aiutarci nei momenti in cui c’è bisogno“.
Oggi Beatrice fatica a riempire i suoi 70 posti, eppure vi assicuro che si mangia davvero bene, io ho provato le “Lagane e ceci“, un tipo di pasta tra la fettuccina e la pappardella, rigorosamente preparata con sole acqua e farina, semplicemente succulente. E non era da meno il misto alla brace di vitello e agnello, ma si poteva tranquillamente scegliere fra i primi “Fusilli, salsiccia e rucola”, “Zuppa di baccalà con cipolle, olive e capperi”, le stesse Lagane ma con fagioli e cotechino (attenzione, non c’entra nulla col cotechino emiliano, ma è carne di maiale con la cotica che ha le dimensioni di una salsiccia e viene aromatizzata con peperoncino), poi stinco di maiale e altri classici della cucina locale, tutto cucinato espresso e a prezzi davvero contenuti.
Bruno aveva una bella raccolta di vini provenienti da varie regioni d’Italia, ma anche in questo caso gli ultimi anni lo hanno costretto a ridurre la scelta poiché le richieste sono fortemente calate, ciò nonostante si trovano ancora molte bottiglie interessanti.
E poi c’è Montefusco, meno di 1.500 abitanti, un paese dal fascino indiscutibile, situato a 707 metri s.l.m., con un panorama mozzafiato sul territorio, una posizione strategica che, pare, i bellicosi Sanniti conoscevano bene. Basta farsi un giro per le stradine principali per scoprire che ci sono chiese che risalgono al periodo longobardo, come San Bartolomeo Apostolo, altre erette nel XII secolo, come San Giovanni del Vaglio. Una località che vale la pena conoscere e che è centro fondamentale per la produzione del Greco di Tufo.
Come vedete ci sono molte buone ragioni per andare da Beatrice e può essere anche un’occasione per vedere Maria Teresa mentre lavora al tombolo con passione e grande abilità.
Ristorante Beatrice di Lepore Maria Teresa
Via Pirro De Luca, 28 Montefusco (AV)
Tel. 0825 1735251 – 339 6685681 – Fax 0825 1735251
Email: ristorante.beatrice@consulsat.it
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