Monta la rivolta dopo le acrobazie dialettiche del Comune, che tra mille contraddizioni annaspa cercando di aggirare le richieste dei cittadini imbufaliti per le 50.000 multe, pari a 4,5 milioni di euro, accumulate in tre mesi. Risultato: tutte le associazioni dei consumatori sono in rivolta e spunta una “tavola” con le dodici-domande-dodici ancora in attesa di risposta. Che succederà se anche in altre città qualcuno si mettesse a controllare se e quanto gli autovelox a norma di legge? Chi si fosse perso le puntate precedenti, veda il post sotto a questo. Con un avviso ai naviganti: chi scrive NON è stato multato.

Come si prevedeva (e si sperava), il caso del multificio fiorentino di Viale Etruria sta esondando dagli argini, è il caso di dirlo, dell’Arno per espandersi a macchia d’olio in mille altre analoghe situazioni italiane: quelle in cui un’amministrazione furbetta, o distratta, o pasticciona, o troppo disinvolta, oppure tutte queste cose insieme non si perita di salassare i cittadini con divieti a sorpresa o multe tanto allegre da assomigliare a tecniche di tassazione surrettizia. Salvo poi avvampare di vergogna o di imbarazzo di fronte all’incazzatura della gente e all’incalzare delle loro domande.
E’ di oggi la notizia, dopo che ieri l’Aduc aveva dissotterrato l’ascia di guerra annunciando esposti in procura e ricorsi di massa, che anche le altre associazioni dei consumatori, rimaste finora defilate, stanno per scendere in campo a difesa degli automobilisti, vittime di un “sistema” che nell’estate scorsa, in soli novanta giorni, ha fatto fiorire in città 100.000 verbali (di cui 45.000, o 28.000 secondo il sindaco Renzi, in disaccordo col il proprio assessore sulle cifre” della strage, spiccate dalla famigerata macchinetta di Viale Etruria), per un incasso totale di 10 milioni di euro. Adiconsum, Federconsumatori e Codacons rilanciano dichiarazioni di fuoco e annunciano: “In questo film non devono vincere i cattivi”.
Intanto Riccardo Catola, il giornalista-vittima che ha sollevato il caso, rilancia e incalza il sindaco Matteo Renzi con un “manifesto” di dodici domande ancora in attesa di una soddisfacente risposta da parte del primo cittadino o dalla sua amministrazione. Eccole:

1) Che cosa è accaduto lo scorso 21 giugno perché il comandante dei vigili urbani abbia fatto iniziare da quel momento il bilancio del multificio?

2) E’ vero o no che da quel giorno la taratura degli autovelox è stata sensibilmente ribassata, come sostiene l’ex assessore Tea Albini?

3) Perché quell’operazione è stata condotta in totale mancanza di trasparenza? ossia per quale motivo non ne è stata data notizia per tempo alla cittadinanza?

4) Come si spiega, sennò, che migliaia di persone abbiano d’improvviso collezionato pacchetti di multe anche su percorsi casa-lavoro fatti per anni senza alcun problema?

5) Le risulta che i limiti di velocità delle strade di Firenze siano stati fissati arbitrariamente dall’amministrazione, mentre dovrebbero rientrare in un Piano del Traffico che il consiglio comunale non ha mai discusso?

6) Il solo autovelox di viale Etruria ha prodotto in appena 3 mesi 44 mila multe secondo il comandante dei vigili e 28 mila secondo lei. Dobbiamo tirare un sospiro di sollievo o 28 mila sono comunque un’allarmante quantità, di dimensioni industriali?

7) Lei ha raccontato che quell’autovelox è stato messo in quell’esatto punto di viale Etruria dopo vari incidenti mortali proprio in quel tratto. Può fornire i dettagli: quando è stato collocato l’impianto, quali incidenti, data, luogo preciso, causa?

8) Secondo quanto da lei spiegato, e prima ancora dall’assessore alla mobilità e dal comandante dei vigili, quell’autovelox avrebbe lo scopo principale di evitare nuovi incidenti. Sa però dire come si concilia questa teorica funzione preventiva con la realtà di un palo della luce che nasconde l’impianto rendendolo quasi invisibile?

9) Lei ha visto foto e filmati? E le risulta quanto il codice della strada afferma in più punti, ovvero che gli autovelox devono essere ‘ben visibili’?

10) L’irregolarità di ‘quasi tutti’ gli autovelox di Firenze denunciata da Aduc; l’operazione ritaratura al ribasso svelata da Albini; l’evidente mal posizionamento dell’impianto di viale Etruria. Tre elementi che concorrono nel suggerire un’amnistia. E’ nel potere del Comune concederla?

11) Se irregolari sono gli strumenti che le hanno prodotte e irregolare è la rete dei limiti di velocità in cui sono inseriti, per la proprietà transitiva sono irregolari anche le multe. Lei ritiene giusto e corretto che i fiorentini debbano pagarle comunque?

12) Quale sorpresa il sindaco Matteo Renzi può estrarre dal suo magico cilindro per riconciliare la fiducia di molti fiorentini con l’amministrazione?

Grazie.